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La zanzara Cruciani svela il bluff dell’abolizione del finanziamento statale ai partiti

Giuseppe Cruciani

Appare evidente che col nuovo sistema di finanziamento della politica ci vogliono fottere un’altra volta #affamarelabestia”.
Con questo tweet Giuseppe Cruciani, giornalista, scrittore e conduttore della Zanzara, trasmissione cult di Radio24, punta l’indice contro l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti votato nel Consiglio dei ministri del governo Letta.
In una conversazione con Formiche.net spiega perché il disegno di legge è un bluff e come “tutto cambia, perché tutto resti come prima”.

Mi scusi, ma lei non è sempre stato favorevole a tagliare i costi della politica?
Certo e lo sono ancora, ma qui parliamo di altro.

Si spieghi.
La mia idea è sempre stata quella di un’abolizione definitiva del finanziamento pubblico ai partiti. E invece qui si parla di tutto, fuorché di eliminarlo. Ci sono le detrazioni, gli spazi gratuiti in tv, come se la Rai non avesse già troppi debiti per conto suo. C’è la disponibilità di immobili del demanio per le sedi. Roba da pazzi. Tutto per avere ulteriori spese e fondi. Chi li gestirà? È spuntato persino un 2 per mille come alla Chiesa Cattolica…

La bozza del disegno di legge parla di una riforma graduale spalmata su tre anni, al termine dei quali il finanziamento sparirà del tutto.
Ecco, questo è un altro aspetto incomprensibile. Si leggono ovunque scuse: non si può eliminare immediatamente perché i partiti hanno dipendenti, mutui, bollette da pagare… Perché, quando hanno introdotto l’Imu non hanno pensato che anche molte famiglie avessero preventivato delle spese contando sui quei soldi e poi non sono stati più in grado di onorarle? Ma in quel caso a loro non fregava niente, quindi si è fatto senza troppi patemi.

Parole che sanno molto di antipolitica…
Ma no, qui non c’entra l’antipolitica. È che ti accorgi che è tutta una melma, è tutto trasversale. Berlusconi prima era contrario al finanziamento, disse che voleva abolirlo, ma poi si è rotto di tirar fuori di tasca propria per l’ex moglie e per il partito. E così da qualche giorno Cicchitto e Matteoli dicono che è sbagliato abolire il contributo pubblico. Il Pd non è differente. Anche lì nessuno vorrebbe che si eliminasse.

Parla dell’intervista al Corriere di Ugo Sposetti?
Sposetti è una persona coerente, per quanto mi riguarda. Ha sempre detto di essere a favore del finanziamento pubblico ai partiti. Ma Bersani, quando voleva avvicinarsi al Movimento 5 Stelle e a Grillo disse che avrebbe restituito da subito la prima tranche di luglio. Si ricorda?

Si, ricordo.
E allora che cosa vuol dire? Che finché si insegue un’alleanza il contributo si può eliminare e dopo si è contrari? Davvero, io non capisco come si possa ragionare così. Poi è normale che la gente si incazzi.

Ma non è importante il risultato? Alla fine il contributo in tre anni sparirà.
È tutto rimandato come sempre all’attività parlamentare. E sappiamo come andrà a finire. Si inizia per tagliare e poi i soldi saranno più di quelli di ora. Se le premesse sono quelle di questo disegno di legge… Mi irrita pensare che sarebbe bastata una penna per cancellare il finanziamento e invece si continua nelle vecchie logiche. A che serve un governo di larghe intese se non fa queste riforme?

Già, a che serve?
Non me lo chieda, che è meglio. Le dico solo che è una cosa patetica.



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