Si è conclusa nel 1994, con una forma di terrore giudiziario, l’azione politica e di governo, durata quasi mezzo secolo, della Democrazia Cristiana. Esponenti, giovani e meno giovani, riferendosi alla cultura di quel partito tentarono più volte di rinnovare quell’esperienza, ma senza risultati di rilievo, fino a scomparire dallo scenario politico e parlamentare. Si è così determinato un paradosso: culture politiche senza partiti, partiti senza culture, questi ultimi stanno condizionando la governabilità e la stabilità del Paese con le quali si fanno i conti ogni giorno, pagando prezzi molto elevati. È inutile dire che i successori al governo della Democrazia Cristiana (Berlusconi, Lega, fascisti, eredi Dc) avevano promesso il paradiso in terra attraverso l’attuazione del sistema elettorale maggioritario, con conseguente bipolarismo e alternanza. Solo bufale!
Il sistema post Dc fu condiviso e accettato, accreditato, legittimato, anche da taluni esponenti dell’alta gerarchia ecclesiastica, tra cui Sua Em.za Camillo Ruini, che aprì le porte al Cavaliere. Si intuì che gli ambienti clericali non avevano più bisogno di un partito che mediasse tra le due sponde del Tevere. Si iniziò a parlare sin da allora della inopportunità della ricostituzione di un partito di ispirazione cristiana.
Gli interrogativi irrisolti e senza risposte furono tanti. Si ragionava negli anni successivi alla interrotta esperienza della Dc: perché non è necessario un partito di cattolici secondo le idee di Sturzo e di De Gasperi, considerato che quel patrimonio era stato indispensabile per far nascere e crescere la democrazia in Italia? Rimaneva purtroppo l’arcano che, guarda caso, si ripresenta oggi, dopo l’endorsement del card. Ruini, tramite le colonne del Corsera a Salvini, capo della Lega, movimento politico del Nord, autonomista, post-secessionista(?), anti-europeista, accanito nella lotta contro l’immigrazione di poveri e diseredati.
L’iniziativa avviata da diverse associazioni filo democristiane che desiderano superare finalmente la diaspora, unificando le energie, può darsi che impensierisca Ruini? Non è dato sapere. Forse, però, più di ogni altra, sarà la faticosa e complessa attività posta in essere da Politica Insieme, Rete Bianca, Costruire Insieme con il “manifesto” per la nascita di un possibile soggetto politico, di cattolici e non, sottoscritto da Zamagni, Infante, Graziani a creare diffidenze nel cardinale reggiano.
L’alto prelato dovrebbe però motivare, chiarire la sua tesi contro la nascita di un possibile partito di cattolici, e spiegare perché ancora oggi non è il momento. Sono cinque lustri che si ascoltano simili affermazioni, perché? È più conveniente, tutto sommato, salire su un carro di un vincitore, purché sia vincitore, utilizzando una comoda scorciatoia, piuttosto che impegnarsi in un progetto politico originale e peculiare che affermi la propria identità? Pare un disegno anacronistico e suicida. Meglio seguire le proprie intuizioni e avviare la riscoperta della presenza cristiana in politica, affidandosi a donne e uomini desiderosi di una missione nobile che San Paolo VI considerava come la più alta forma di carità: la politica.