Nuove tasse in arrivo dalla manovra? Pare proprio di sì, almeno a leggere la relazione del Servizio studi del Parlamento. Il quale ogni anno fa pelo e contropelo alla legge di Bilancio. Che la manovra 2020 non fosse particolarmente espansiva non è un mistero. Su 30 miliardi, 23 sono per l’Iva (e di questi 14 frutto della flessibilità concessa dall’Ue) gli altri 7 dovrebbero arrivare da un mix di risparmi su Quota 100 e Reddito di cittadinanza e mini tagli di spesa. Evidentemente non bastano.
Il disegno di legge di bilancio introduce nel 2020 nuove tasse pari a 6,1 miliardi di euro. Rispetto al totale delle risorse che vengono reperite, escluso l’aumento del deficit, ammontano al 38,7% delle coperture, è la sintesi della relazione. Tra le maggiori entrate, si legge nel documento, ”si segnalano in particolare quelle tributarie relative all’introduzione dell’imposta sul consumo dei manufatti in plastica monouso (Macsi), stimate per circa 1,1 miliardi di euro nell’anno 2020”. Inoltre si ricorda l’abrogazione della flat tax per i redditi delle persone fisiche oltre i 65 mila euro, per circa 155 milioni di euro e il differimento della deducibilità, a fini Ires e Irap, per circa 1,3 miliardi”.
Non è tutto. Il disegno di legge di bilancio è da 34,8 miliardi, di cui 20,1 miliardi in deficit. Nel dettaglio il ddl prevede interventi così suddivisi: di maggiori spese correnti per 6,2 miliardi di euro, “a cui si aggiungono le spese in conto capitale per altri 4,1 miliardi, mentre le minori entrate contribuiscono al totale per altri 24,5 miliardi”. Il totale della manovra arriva così a 34,8 miliardi di euro, finanziata per 5,9 miliardi da maggiori entrate tributarie ed extratributarie, altri 7,2 miliardi dalle minori spese correnti e 1,6 miliardi dalle minori spese in conto capitale per un totale di 14,7 miliardi di euro”.
Forse anche per questo il governo punta a disinnescare parte della sugar tax e della plastic tax: servono due miliardi, ma dove prenderli?