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Repubblica fa infuriare Massimo D’Alema

Non è andata giù a Massimo D’Alema e ai dalemiani la ricostruzione offerta ieri da Filippo Ceccarelli su Repubblica sui vari “accoltellamenti” che hanno caratterizzato la storia del Pd.

Così la portavoce la portavoce dell’ex presidente del Consiglio, Daniela Reggiani, ha preso carta e penna e scritto una lettera a Repubblica.

“Bisognerebbe smettere di raccontare bugie certificate come tali, anche da approfondite indagini storiche, e raffigurare in modo distorto il gruppo dirigente del centrosinistra per colpirne l’immagine e seminare veleni”, commenta inviperita Reggiani, secondo cui la storia del centrosinistra non è “una contrapposizione tra leader politici che passano il loro tempo a “farsi le scarpe” l’un l’altro”.

La portavoce tiene poi a precisare che non ci fu nessuna “defenestrazione di Prodi da parte del leader Maximo nel 1998”. Questa ricostruzione, che è diventata quasi un luogo comune, scrive “è giusto continuare a smentirla, dato che è basata su retroscena privi di qualsiasi fondamento. Del resto, D’Alema ha spiegato per l’ennesima volta nel suo libro-intervista a cura di Peppino Caldarola tutti i passaggi che lo videro protagonista prima del tentativo di salvare il governo Prodi e poi di favorire, ma senza successo, la nascita del governo Ciampi. Passaggi che si ritrovano puntualmente nel recentissimo libro di Umberto Gentiloni sui diari dell’ex presidente della Repubblica”.



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