Non confondiamo la scala di priorità e le emergenze, ammonisce il deputato della Lega Nord Giacomo Stucchi che, in una conversazione con Formiche.net, sferza il governo su Imu e costo del lavoro. E per risparmiare, punta sui costi standard della sanità, adducendo (con somma sorpresa) un esempio di regione virtuosa anche nel Mezzogiorno…
Enrico Letta ha annunciato: “Mai più un capo dello Stato con le vecchie regole”. Il presidenzialismo è la priorità per il Paese?
Assolutamente no, in questo momento le emergenze da affrontare sono da identificare nell’occupazione e nella gestione della crisi economica. Circa le riforme penso alla modernizzazione delle istituzioni che passa, in primis, dalla fine del bicameralismo perfetto, dal Senato federale, dal dimezzamento dei parlamentari oltre che da una ridistribuzione delle competenze fra governo centrale ed enti locali. Ciò al fine di superare una serie di controversie in sede di Corte Costituzionale.
Secondo Giorgio Napolitano diciotto mesi è il tempo giusto per le riforme: ma su Imu, Iva e Irap vi soddisfano le promesse del governo?
No, per l’Imu non siamo per niente soddisfatti. Siamo per la soppressione sulla prima casa così come era scritto inizialmente nel programma di tre anni fa del governo Berlusconi. Che prevedeva tra l’altro una serie di questioni legate all’imposta applicabile sugli affitti degli appartamenti, che rimaneva a livello locale e che avrebbe quindi consentito di non gravare su seconde case e attività produttive, così come invece sta purtroppo accadendo. Ne chiediamo l’eliminazione senza che si mettano in difficoltà i comuni.
I sindaci devono iniziare a preoccuparsi seriamente?
Proprio in questi giorni ho incontrato alcuni sindaci che mi presentavano il problema di dover procedere all’anticipazione di cassa, il che significa dover corrispondere interessi passivi non indifferenti, dal momento che le banche non regalano nulla: non lo hanno mai fatto nonostante tutti gli aiuti di cui hanno beneficiato.
Il sistema produttivo del Nord est con quale stato d’animo attende l’aumento dell’Iva?
Se si procederà con l’aumento dei prezzi, perché questo è ciò che accadrà con l’1% di incremento dell’Iva, ma senza riuscire a comprendere come questa scelta deprimerà ancora di più la domanda, vorrà dire affossare ulteriormente la capacità di produzione. E quindi lo stesso pil.
Il governo dove potrebbe trovare risorse aggiuntive?
Magari iniziando dai costi standard per la sanità: avremmo subito un risparmio tra i nove e i dodici miliardi. Questo si può fare, visto che regioni virtuose non mancano al nord come al sud, cito la Basilicata accanto a Emilia Romagna e Lombardia.
Secondo Il Sole 24 Ore servono 60 miliardi per salvare l’Italia e compensare le eventuali decisioni su occupazione, Imu e Iva: servirà uno choc all’economia, come chiede Berlusconi?
Occorre una terapia d’urto, nel senso che i disoccupati, oltre ad essere tali, portano con loro giustamente l’esigenza dei sussidi legati alla mobilità. E a prescindere dall’età. Sostengo che spesso sia più in difficoltà il 40enne con due figli a carico, rispetto al 20enne che, anche se disoccupato allo stesso modo, potrà avere comunque un’altra ancora di salvezza all’interno del nucleo familiare.
Cosa propone in concreto?
Piuttosto che avere a casa una persona che devo aiutare con un contributo e gravando sulle casse dello Stato, è meglio che questa persona sia impiegata ma con uno sgravio fiscale, anche completo. Che comunque già solleva il datore di lavoro circa il costo sociale e solleva anche lo Stato che non paga la disoccupazione. In più si avrà una persona occupata: un dato certamente positivo.
In Francia in questi giorni si discute di una possibile riforma dei servizi, dopo i fatti di Parigi: quale lo stato di salute dei nostri servizi, visto che come si dice potrebbe essere uno dei candidati alla guida del Copasir?
Ne sono stato componente ma della candidatura non so nulla, l’ho appreso dai giornali. Abbiamo un nuovo capo della Polizia e mi pare un buon punto di inizio. L’obiettivo dei servizi è la tutela dei cittadini, senza che vi siano storture di alcun tipo.
Come procede il nuovo corso della Lega 2.0, tra Maroni che fa un passo indietro e la generazione dei Zaia, Tosi e Salvini che ne vorrebbe fare uno in avanti?
Il nuovo corso si sta sempre più affermando. Determinate figure della vecchia Lega 1.0 con ruoli rilevanti non sono poi così influenti come in passato. Non è solo un passo verso la leadership di Maroni, ma una chiara scelta politica in direzione dell’offerta nuova che noi stessi andiamo a proporre sul territorio. E’ un salto generazionale notevole con un dato che in pochi sottolineano: i vari Giorgetti, Salvini, oltre il sottoscritto, sono una generazione che ha iniziato a votare Lega a 18 anni e non ha fatto un’esperienza politica precedente altrove.
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