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Dura vincere le regionali in Emilia Romagna. Ma se succede… Parla La Russa

“Le Regionali in Emilia Romagna? Per il destracentro è come giocare in casa della capolista, partita difficile e complessa, ma se si vince allora vuol dire che…”

Il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa, storico esponente della destra italiana, usa la metafora calcistica per disegnare la traiettoria politica delle prossime regionali di gennaio in un’area simbolo della sinistra, e lo fa ragionando sull’evoluzione (tattica e strategica) del salvinismo.

Matteo Salvini che prende atto dell’euro e parla apertamente di Mario Draghi al Colle sta vivendo una fase di maturazione tattica dopo la pazza crisi di governo agostana?

Se tattica o strategica bisognerebbe chiederlo a lui, ma sicuramente è una posizione che, fatto salvo il rispetto per le competenze e la personalità di Draghi, mi sento di condividere solo in parte. Sarebbe per noi duro digerire che l’obiettivo della nostra battaglia sia quello di portare l’ex numero uno della Bce al Quirinale.

Ha capito tatarellianamente che il muro contro muro porta all’impotenza politica?

Questo è evidente. In medio stat virtus: quando c’è un muro contro muro non ha senso stare da una parte. Magari occorre abbattere quel muro.

Bologna dopo Perugia: il polo sovranista punta al bis?

Sì, ma ripeto un concetto di cui sono convinto: non credo sia corretto attribuire troppa enfasi alle elezioni in Emilia Romagna, perché per noi è come giocare fuori casa nello stadio della capolista, volendo fare un parallelo calcistico. È l’unica Regione dove M5s e Pd hanno rapporti inversi: i dem lì sono uscenti, più forti e in una condizione di estremo favore. Ma se poi dovesse capitarci di vincere in casa della capolista…

Cosa accadrebbe?

Gli altri dovrebbero immaginare di fare “baracca e burattini”. Ma comunque il tatticismo di Pd e M5s nel voler far finta di inventarsi il civismo, tanto del governatore uscente quanto delle sardine, non credo pagherà. Sarà comunque una battaglia nelle peggiori condizioni possibili.

Dalla foto di Narni alle sardine bolognesi: il governo è a rischio?

Le hanno provate tutte, dalla foto tradizionale con tutti i leader al camuffamento bolognese. Il risultato però non cambia e la gente ha un rigetto. Dicono che in piazza siano andati in diecimila: vedo una sopravvalutazione delle sardine. Ma quale autoconvocazione? Semplicemente tutti i partiti si sono accodati ad una manifestazione che era conveniente fosse sprovvista dei simboli del centrosinistra in maggioranza, oltre ad una dose di spontaneismo.

Sull’Ilva Berlusconi ha proposto di usare “soldi nostri”: è una soluzione?

Soldi nostri è una posizione generica, volutamente aggiungo, perché al momento la soluzione sarebbe stata solo quella di difendere gli interessi italiani in maniera diretta e corretta. Siamo comunque in salita per l’incapacità diffusa degli ultimi governi.

Il vertice sull’Ilva convocato dal Colle svuota di contenuti Palazzo Chigi?

Il Colle sa da tempo che Palazzo Chigi è un’invenzione per non andare a votare e nel caso dell’Ilva cerca di tappare i buchi. Ad oggi è una gruviera e non penso che il Colle possa riuscire a ribaltare una situazione che per il governo è indifendibile.

L’incontro segreto tra Salvini il cardinale Ruini che peso specifico ha?

Devo dire che, segreto o meno, poco conta. Il Cardinale Ruini ha sempre incontrato noi esponenti di centrodestra negli anni scorsi tutte le volte in cui lo abbiamo chiesto: per cui non è una novità. Ricordo che un esponente che aveva abituali frequentazioni con il Cardinale, anche per mio tramite, era Maurizio Gasparri. Ruini è stato un uomo importante della Chiesa, ancora di più perché ha sempre capito da che parte sta chi difende i principi e i valori cristiani, e chi invece li usa strumentalmente.

twitter@FDepalo

 


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