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Super Tuesday: i risultati

Una battaglia avvincente che tiene tutto il mondo col fiato sospeso. Si sono chiuse negli Stati Uniti le primarie per scegliere i due leader: uno per i democratici, uno per i repubblicani. E se inizialmente tutti guardavano solo al duello Obama-Hilary, in molti stanotte sono stati attirati anche dalla grande competizione tra i conservatori.

I dati sono ancora provvisori, ma in testa, per il momento, si confermerebbe John McCain con 775 delegati. Al secondo e terzo posto Mitt Romney ed Huckabee, rispettivamente con 250 e 160 delegati. Ma è McCain che conquista la scena della California, “la fetta più ambita d’America”, perché tra le più grandi e popolate degli States. “Questa notte ha confermato che sono il frontrunner del partito repubblicano, e la cosa non mi dispiace neanche un po’” ha tuonato da Phoenix (Arizona) McCain, di fronte ai suoi sostenitori. Ma il senatore non dimentica la “campagna ben condotta” di Huckabee dando adito all’ipotesi di un possibile futuro “ticket presidenziale”. Più spaventato invece da Romney, che da Boston ha promesso: “Non e’ finita stanotte: proseguiremo la nostra battaglia”.

Meno netto, invece, è il distacco tra i democratici. Barack Obama conquista 13 stati e si aggiudica 620 delegati, mentre Hilary Clinton conquista 8 stati. Ma questi 8 stati sono anche quelli con la maggior presenza di delegati e quindi Hilary se ne porta a casa ben 718.

Obama non delude i suoi ascoltatori e, col suo grande stile oratorio, dalla sua Chicago commenta: “Oggi in stati del nord e del sud, dell’est e dell’ovest, quello che era iniziato come un sospiro a Springfield (illinois) è cresciuto fino ad un coro di milioni di persone che chiedono un cambiamento”. Poi continua: “Il nostro momento è arrivato, il nostro movimento è reale e il cambiamento sta arrivando in America”. Obama si è poi congratulato con la sua avversaria, con eleganza e distacco, sapendo bene cosa gli americani sanno: scegliere Hilary vorrebbe dire confermare il ventennio “Bush-Clinton”. Ma la partita non è ancora chiusa. E tutto il mondo continua a guardare.

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