Secondo l’ultimo rapporto Istat, sono 172.553 gli incidenti stradali registrati nel 2018, con 3.334 vittime e 242.919 feriti. Da sottolineare la causa degli incidenti, sempre più spesso legata ai comportamenti errati dei conducenti, come distrazione alla guida, mancato rispetto della precedenza, velocità troppo elevata, ma anche utilizzo di dispositivi cellulari. Ne abbiamo parlato con Ludovico Fois, responsabile della comunicazione e consigliere per le relazioni esterne e istituzionali di ACI in occasione del lancio di #guidaconcoscienza, la nuova campagna nata per sviluppare una cultura della guida e condividere – e suggerire – i comportamenti corretti da tenere al volante.
Perché ACI lancia questa iniziativa? In fondo tutti dovremmo già saper guidare…
È proprio questa convinzione, errata, che ci preoccupa. È più o meno vero che tutti sappiamo guidare, ma non sempre sappiamo come affrontare le tante situazioni o emergenze che incontriamo. Acquisire la patente ci abilita certamente a condurre un’auto, ma non ci fa automaticamente autisti o magari nel tempo dimentichiamo alcuni importanti elementi imparati a suo tempo. Mi lasci dire che è un paradosso fare corsi per imparare a ballare, a cucinare, per giocare a calcio – sia chiaro, sono tutte attività molto positive – ma non pensiamo di dover migliorare alla guida, attività che pratichiamo quotidianamente e da cui dipende la vita nostra e degli altri o, nella migliore delle ipotesi, per evitare il conto del carrozziere.
Oggi però le nuove automobili ci aiutano molto proprio nelle emergenze…
Vero, infatti siamo i primi sostenitori dei cosiddetti Adas – Sistemi di sicurezza attiva – e perché si diffondano sempre più, anche in after market per le auto meno recenti. Ma al volante c’è l’uomo, che proprio grazie alle auto più sicure, ma anche più performanti, è diventato il vero fattore di rischio. In attesa della guida totalmente autonoma, è conoscendo come si guida che i sistemi di aiuto sono efficaci.
Ci fa qualche esempio?
Se non sono capace di affrontare una frenata di emergenza o se mi scappa di mano il volante in curva o, peggio, non allaccio la cintura di sicurezza, non ci sono ABS o airbag che mi salvino. A questo proposito, ricordo che tutti, soprattutto i passeggeri, compresi quelli posteriori, devono assolutamente allacciare le cinture, non solo perché obbligatorio per il Codice della Strada, ma perché in caso di urto vengono letteralmente scagliati in avanti come proiettili, con danno per loro e gli altri a bordo.
Come avete deciso di affrontare – e arginare – il problema, quindi?
ACI intende lavorare per una cultura della guida e per sensibilizzare gli automobilisti verso i giusti comportamenti al volante. Per farlo abbiamo realizzato una speciale sit-com coinvolgendo la coppia di youtuber Le Coliche, un modo accattivante per catturare l’attenzione e raccontare in otto brevi puntate alcuni concetti di base.
Me li riassume?
Certo, come si impugna e usa il volante, come ci si siede alla guida e si trasportano i bagagli, l’importanza del saper effettuare una frenata di emergenza, l’avere gli pneumatici adeguati (estate-inverno) e in buono stato, l’essere sempre concentrati alla guida, la valutazione delle condizioni della strada e del meteo, l’uso del giubbotto e del triangolo per gestire un’avaria o l’incidente.
E come mai avete scelto solo il web come canale di diffusione, dato che il tema è così rilevante? Non tutti ancora frequentano il digitale…
Non tutti seguono il web, vero, ma ormai lo usa la stragrande maggioranza degli italiani. Soprattutto i giovani, ai quali teniamo a rivolgerci in particolar modo. Ma la ragione di lavorare su web e social è anche un’altra. ACI ha verificato come il web, quotidiana fonte di informazioni su ogni argomento, tratti il tema della guida e abbiamo riscontrato consigli non chiari se non addirittura sbagliati, soprattutto espressi da non competenti.
Il solito problema delle competenze e delle fake news, insomma…
Esatto. Per questo, infatti, sul nostro canale YouTube trovate i consigli solo degli esperti, e in questo caso dei professionisti del Centro di Guida Sicura di Vallelunga. Con l’augurio di stimolare, perché no, anche la volontà di frequentare gli utili e specifici corsi.
So che ACI, da anni, avverte e richiama sul tema della sicurezza. È stato fatto qualche passo avanti?
Dopo alcuni anni di minore presenza, la prima grande campagna sul tema l’abbiamo fatta nel 2016, già allora solo sul web con un video che fu visto da 7 milioni di italiani. Eravamo di fronte al nuovo fenomeno dell’uso degli smartphone alla guida non solo per telefonare, grave errore, ma addirittura per chattare, cercare informazioni. La chiamammo #MollaStoTelefono #Guardalastrada, sollevò il tema, fino ad allora trascurato, che fu poi ripreso da tutti e di cui oggi c’è una chiara consapevolezza a partire da tantissimi automobilisti. Quest’anno, per esempio, siamo andati al Giro d’Italia di Ciclismo coinvolgendo milioni di persone con la campagna #Rispettiamoci, per diminuire i troppi incidenti che vedono coinvolti autovetture e ciclisti. Ciò detto, i dati su vittime e feriti fortunatamente diminuiscono, credo grazie anche ai nostri messaggi, ma non basta, sono ancora troppe le tragedie che colpiscono migliaia di famiglie e che sarebbero evitabili guidando con coscienza.
Quindi è così stretto il legame tra guidare con coscienza e la sicurezza stradale?
Purtroppo il non sapere come si fa e le cattive abitudini al volante sono all’origine di tanti, troppi incidenti. Distrazione, uso del telefono, velocità eccessiva, sottovalutazione delle condizioni critiche della strada, sopravvalutazione delle proprie capacità, scarsa conoscenza dell’auto e delle sue caratteristiche, pneumatici in cattive condizioni, sono solo alcuni degli esempi delle principali concause della stragrande maggioranza dei sinistri, che causano ogni anno migliaia di vittime.