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Xi Jinping a Macao. Così Pechino vuole sostituire Hong Kong

Inizia oggi la visita a Macao, regione amministrativa speciale, del presidente cinese Xi Jinping che festeggerà il 20° anniversario del ritorno dell’ex colonia portoghese alla Cina, con un’agenda che cerca di evidenziare un modello esemplare della gestione di “un Paese e due sistemi”. Il leader parteciperà alla cerimonia d’insediamento della nuova squadra di funzionari che gestirà Macao, guidata dal nuovo capo esecutivo, Ho Iat Seng, eletto ad agosto, e sarà a Macao fino a venerdì.

Nonostante la mancanza di proteste anti-governative, la visita di Xi è stata preceduta dalla notizia dell’arresto settimana scorsa di un uomo a un posto di blocco temporaneo sul ponte che collega Hong Kong a Macao. A Macao, inoltre, è previsto l’arrivo del governatore di Hong Kong, Carrie Lam. Pechino vuole sfruttare la celebrazione dell’anniversario del ritorno di Macao alla Cina per porre l’accento sulla prosperità e obbedienza di questo territorio, che dista soltanto 30 chilometri da Hong Kong.

Larry So, professore di Scienze sociali nato a Hong Kong, con una lunga carriera a Macao, ha spiegato all’agenzia Reuters che “Macao è lo studente modello della classe […] e gli studenti modello hanno sempre buoni voti e un’esistenza confortevole”. Per Zhang Xiaoming, capo dell’Ufficio Affari di Hong Kong e Macao, la crisi nell’ex colonia britannica si deve al fallimento, più di 15 anni fa, dell’implementazione di una legge per fermare la ribellione e i movimenti separatisti. A Macao, invece, la legge sulla sicurezza nazionale è entrata in vigore molto tempo fa.

In questi 20 anni, Macao ha vissuto una straordinaria trasformazione grazie alla grande quantità di casinò aperti a Cotai, un centro costruito su terreno bonificato tra le isole Coloane e Taipa. È inoltre l’unico territorio cinese dove i giochi di azzardo sono autorizzati. Macao ha visto esplodere il suo Prodotto interno lordo: nel 1999 era di 6,4 miliardi di dollari e oggi è di 55 miliardi. L’80% delle entrate del governo locale provengono dai casinò, che fatturano in una settimana quanto Las Vegas in un mese. L’ex colonia portoghese ha un alto Pil per abitanti, è terza al mondo dopo Lussemburgo e Svizzera. Ma il Dipartimento di Stato americano la considera un paradiso del riciclaggio e del crimine organizzato.

Secondo alcuni esperti del settore finanziario, la visita di Macao sarà l’occasione per annunciare una serie di misure per diversificare l’economia di questa città, troppo dipendente dai casinò, e trasformarla in un nuovo centro finanziario.

Pechino avrebbe dato istruzioni a banche e imprese statali per la creazione di una struttura finanziaria a Macao. Due funzionari che hanno contribuito all’apertura della Borsa di Shanghai si sarebbero trasferiti a Macao per promuovere un’iniziativa simile per transazioni in yuan. La nuova Borsa di Macao potrebbe focalizzarsi sul commercio di bonus per stimolare alle imprese locali e cinesi ad emettere titoli in questa città, cercando di non competere – per ora – con le Borsa di Hong Kong o di Shenzhen.

Tra le riforme economico-finanziarie di Pechino c’è anche l’accelerazione per la stabilità del renminbi, la valuta avente corso legale in Cina, e l’assegnazione di terre affinché Macao si sviluppi nella Cina continentale. Infine, Xi potrebbe annunciare anche l’incorporazione dell’ex colonia portoghese nella Banca Asiatica di Investimento in Infrastrutture. L’obiettivo sarebbe contare su un “piano b” per evitare conseguenze negative sugli affari cinesi nell’ipotesi che la situazione a Hong Kong degeneri ancora.

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