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Casini non ci sta: “E’ un’imposizione”

“Faremo una lista unica con An, ma anche con la Nuova Dc, ma anche con i Pensionati, ma anche con quelli di altri partiti che hanno rinunciato a presentare il loro simbolo”.

Sembra quasi un Crozza che imita Veltroni il Berlusconi che con un “ma anche” cerca di includere quanti più simboli sotto “l’ala delle libertà”. Riguardo a Casini? Il Cavaliere non è andato troppo per il sottile e glielo ha detto: nessuna alleanza, o con me o contro di me. Ma il leader dell’Udc non ci sta. O l’alleanza o niente. E dimostra polso fermo. Una scelta coraggiosa la sua, se deciderà di correre da solo. Forse ancora più audace della mossa di Veltroni. La scelta obbligata del leader di Forza Italia, la decisione di unire tutto il centro destra, era piaciuta inizialmente a Casini. Lui stesso aveva dichiarato ripetutamente alla stampa la necessità di unirsi per battere la sinistra. Ma “l’imposizione” – per usare le sue stesse parole – di un “listone unico” proprio non gli va giù. Berlusconi non si arrende: fino all’ultimo come “mamma chioccia” è pronto ad accogliere Udc e partiti minori, perché ha assicurato che di posto ce n’è per tutti.

Ora non rimane che attendere la scelta della Lega Nord. Stasera il Cavaliere, nella sua casa di Arcore, cenerà con Umberto Bossi. Ma in questo caso il risultato è prevedibilmente più positivo. Se, infatti, il no di Casini è arrivato dopo il borbottio dei membri dell’Udc, è probabile che quello del Senatur sarà un “sì” dettato dagli entusiasmi che si sono registrati all’inerno della Lega in questa densa giornata politica.

Tutto sta a capire cosa intendono Fini e Berlusconi per “partiti federati” all’interno del Popolo delle Libertà. E, stasera, il mistero sarà svelato.

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