Abolizione dei tetti di spesa, riforma del payback, migliore allocazione delle risorse, contrasto all’equivalenza terapeutica quando non supportata scientificamente e regole certe e condivise con gli addetti ai lavori. Questi i punti-chiave per la farmaceutica secondo il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, che ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa durante l’appuntamento annuale prima delle festività natalizie.
“Dobbiamo riconoscere che l’attuale ministro, Roberto Speranza, si sta impegnando per il settore farmaceutico”, ha detto Scaccabarozzi, sottolineando l’intesa che sembra essersi stabilita fra ministero e imprese dopo un passato non semplicissimo. “Quando leggo che un ministro della Salute appena arrivato riconosce il settore come fondamentale per l’economia del Paese non può che farmi piacere”. “Apprezziamo anche la sua visione e crediamo sia quella giusta: uscire dalla dinamica dei tetti di spesa e dei silos per un sistema sanitario più efficace”, ha precisato. I tetti di spesa, infatti, sono uno dei grandi punti critici contro il quale da tempo si sta esponendo la comunità farmaceutica. “Credo non ci sia altra strada – ha infatti aggiunto il presidente – continuando così avremo un settore che prima o poi dovrà smettere di operare in questo Paese. Ci sono aziende che ogni anno devono restituire 80 o 100 milioni. Ma è ovvio che prima o poi si chiederanno che senso abbia investire in un farmaco che, ad esempio, fattura nel primo anno esattamente quanto poi deve restituire allo Stato”.
Nell’occhio del mirino, invece, sono finite le Regioni e il mancato rispetto dell’accordo sul payback per il quadriennio 2013-2017. “Noi abbiamo rispettato un patto, adesso prima di andare avanti vogliamo vederlo rispettato anche dalle Regioni. Ora tocca a loro e, prima di fare un altro accordo, tocca alle Regioni portare a termine la loro parte”.
L’incontro, ad ogni modo, è stato un’occasione utile per confrontarsi sui dati aggiornati rispetto ai trend del settore, sempre positivo, con un export in crescita del 26%. “La nostra crescita deriva sia dalla produzione d’eccellenza che anche le aziende straniere stanno implementando nel nostro Paese, sia dall’internazionalizzazione delle imprese a capitale italiano. Grazie ai nostri livelli di produttività, si potrà continuare a questo ritmo”. Per continuare a crescere, però, ha precisato Scaccabarozzi, ci sarà bisogno di un “ambiente favorevole, con regole e tempi certi”. L’Italia ha infatti di recente superato la Germania nella produzione, assestandosi al primo posto in Europa dopo anni di testa a testa “Quello che importa per noi non è essere primi o secondi – ha riferito Scaccabarozzi –, ma tenere i trend della crescita che è tutta incarnata dall’export”.
Stoccata, poi, alla nuova norma secondo cui i ricercatori non possono avere o aver avuto rapporti con le case farmaceutiche, altro nodo su cui di recente si sono spesso esposti gli esperti del settore. “Ogni tanto assistiamo a cose strane”, ha dichiarato il numero uno di Farmindustria”. “Come la norma per cui – ha spiegato – per evitare ogni eventuale forma o rischio di conflitto di interesse, si vieta qualunque tipo di rapporto, anche passato, fra ricercatore e aziende. Semplicemente perché è una cosa praticamente impossibile”, ha ammonito.
Cosa si auspica dunque per il 2020? “Nei primi sei mesi sicuramente un meccanismo di riparametrazione dei tetti e di un nuovo payback ma, in generale, un meccanismo che funzioni”, ha riposto il presidente dell’Associazione delle imprese del farmaco. “Per il 2020 diamo per scontato che ciò avvenga, ma speriamo possa accadere già da prima”.