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Addio al giornalista Paolo Brunori

È morto un grande giornalista. Si chiamava Paolo Brunori. Gli devo molto. Il fatto che sono diventato un giornalista a tutti gli effetti. Scrivevo su riviste e periodici da almeno dieci anni. Negli ultimi due collaboravo con un quotidiano locale. Avevo bisogno della firma del direttore responsabile del giornale, sugli articoli da me redatti, per regolarizzare la mia iscrizione all’Ordine dei giornalisti; ma ero andato in rotta con lui.

Si chiamava Luigi Cardarelli, mal consigliato sul mio conto da un anziano corrispondente, Fabrizio Masci. Era un pomeriggio di un giorno autunnale della metà degli anni Novanta. Un giovane caposervizio del quotidiano pontino, Massimo Santarelli, convinse quello ch’era stato il direttore prima di Cardarelli e che in seguito aveva mantenuto responsabilità editoriali nel gruppo che faceva riferimento a Giuseppe Ciarrapico, a convalidare quella lista di “pezzi” a mia firma.

Era proprio Paolo Brunori che mi fissò un appuntamento a Roma, in piazza Barberini, davanti il cinema. Arrivò in motorino, mi firmò l’elenco che gli avevo portato, appoggiandosi sullo scorrimano che conduceva alla metropolitana, mi sorrise dandomi una pacca sulla spalla, con passo giovanile ritornò alla piccola moto parcheggiata a pochi metri e lo vidi andare via, imboccando via Veneto. Era fatta! Nella capitale avevo scavalcato una montagna che in ambito locale era come se fosse insormontabile.

Una circostanza che ha caratterizzato più volte il rapporto con la città in cui sono nato. È trascorso da quel pomeriggio soleggiato più di un quarto di secolo. Io avevo da pochi mesi iniziato a lavorare in Uil e avrei diretto subito dopo il mio primo mensile. I giornalisti da me succitati sono scomparsi tutti, in un ordine inversamente proporzionale alle loro età: prima Santarelli, poi Masci e Cardarelli. Oggi è stata la volta di Brunori, morto a Roma dopo una lunga malattia. È stato davvero un grande giornalista sulla scena italiana fin dagli anni Cinquanta. Iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1962, era nato a Torino e avrebbe compiuto 88 anni il prossimo 16 gennaio.

Uno spirito allegro e positivo, grande viaggiatore e intellettuale di riferimento per tanti giovani che si avvicinavano alla professione. Tra quelli ci sono stato anche io. I funerali si svolgeranno oggi alle ore 11 nella chiesa del Cristo Re in piazza Mazzini a Roma. Le spoglie saranno successivamente trasportate al cimitero della Misericordia di Cortona. Addio direttore. Ancora grazie. Che la terra ti sia lieve.


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