Si terrà a palazzo Chigi, venerdì prossimo 17 gennaio, l’incontro tra il governo e Cgil Cisl e Uil. Al centro l’articolazione del taglio del cuneo fiscale inserito nella legge di stabilità. Ed stato il leader Uil, Carmelo Barbagallo, a descrivere l’appuntamento nel corso della conferenza stampa dei sindacati, tenuta oggi pomeriggio presso Nh Hotel di Corso d’Italia a Roma dopo che si erano riunite unitariamente le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil.
BARBAGALLO PREME PER UNA CRESCITA DEL REDDITO
“Solo l’aver convocato la segreteria unitaria – ha continuato Barbagallo – ha portato alla convocazione di due tavoli: uno per venerdì 17 gennaio alle 10,45 a palazzo Chigi e uno il 27 gennaio sulla pensioni al Ministero del Lavoro. Il Paese è fermo. Serve una crescita del reddito complessivo per rilanciarlo e noi siamo pronti a fare la nostra parte. Il governo ha promesso di discutere con noi ma noi vogliamo fare questo confronto sulla base di testi scritti e non di annunci, che poi vengano disattesi. L’incontro di Palazzo Chigi sul taglio del cuneo sarà solo un primo passo, poi bisognerà approntare un avere propria riforma fiscale per una riduzione strutturale della tassazione non solo dei lavoratori dipendenti ma anche dei pensionati. E’necessario tornare ad una flessibilità che permetta di andare in pensione prima, senza penalizzazioni”
FURLAN DICE NO A PROPOSTE A SCATOLA CHIUSA
Per Annamaria Furlan è necessario un serio approfondimento concreto: “Leggiamo –ha sottolineato- annunci con dovizia di particolari sulla stampa: ma un confronto corretto con Cgil Cisl e Uil deve avvenire su idee, ipotesi e proposte serie, altrimenti è un’altra cosa. No, dunque a proposte a scatola chiusa che questo non è lo stile del confronto che ci attendiamo. Bene i tavoli ma che siano di contenuti, di riconoscimento del nostro ruolo, di affidamento serio con l’obiettivo di far ripartire il Paese a crescita zero e con interventi riformatori per creare le condizioni di un rilancio del paese. Il taglio del cuneo fiscale rappresenta il primo passo verso una riforma fiscale sempre più necessaria e urgente. Oltre l’85% delle entrate sono sul gruppone dei lavoratori dipendenti. E se le rendite sono tassate al 20%, il lavoro autonomo al 15% quello dipendente raddoppia se non triplica queste aliquote. Per questo bisogna dedicare alla riforma del fisco tutte le risorse che arrivano dalla lotta all’evasione. Il tavolo che apriremo con il governo dovrà riprendere anche provvedimenti dell’ex governo Gentiloni, come l’Ape sociale, da rendere strutturale; l’individuazione dei lavori usuranti; la separazione della assistenza dalla presidenza; la pensione di garanzia per i giovani e il riconoscimento per le donne di almeno un anno di contributi per figlio avuto. Se noi banalizziamo un atto di riforma così importante, dando un po’ di numeri su come cambiare quota 100, vuol dire che non si sono capite le priorità del Paese”.
LANDINI CHIEDE RISPOSTE PER LANCIARE L’ECONOMIA
Anche il leader della Cgil, Maurizio Landini- ha chiesto risposte alla crisi che vive il Paese: “Se c’è la volontà di trovare soluzioni –ha detto- il governo troverà in noi interlocutori seri ma è chiaro che servono risposte per rilanciare l’economia del Paese che non possono essere cambiate dopo averle discusse con noi. Siamo pronti a sostenere una mobilitazione per portare a casa i risultati. E’ un anno che può apparire difficile ma che potrebbe anche portare ad un grande cambiamento del Paese. E in questo noi siamo disponibili ma non a fare sconti a nessuno. Non c’è più nulla da scambiare”
Proprio questa mattina il ministro dell’Economi, Roberto Gualtieri, era intervenuto al “conclave” del Partito Democratico che ha riunito da ieri esponenti del partito stesso, del governo e delle principali amministrazioni nell’abbazia di Contigliano, in provincia di Rieti. “Sul taglio del cuneo fiscale – spiegato Gualtieri- è stato drammatizzato un passaggio ovvio: abbiamo fatto una valutazione tecnica sull’allocazione delle risorse per la riduzione del cuneo, nelle prossime ore avvieremo un confronto con le forze di maggioranza e poi ci incontreremo con le parti sociali con l’obiettivo di varare entro il mese un decreto per ridurre le tasse fino a 14 milioni di lavoratori e fornire un beneficio significativo importante. L’obiettivo del governo è quello di arrivare ad aprile con una legge delega sulla riforma fiscale ispirata a 4 principi: semplificazione e razionalizzazione del sistema fiscale a partire dalle detrazioni, alleggerimento del carico per i redditi bassi e medi, concorso alla semplificazione del sostegno alla famiglia e contributo alla transizione ambientale. Il Pd è unito determinato a rilanciare l’azione di governo con proposte e idee che vogliono riempire questo orizzonte di legislatura che ci siamo dati con impulso, concretezza e visione.Ci presentiamo con le fondamenta solide di una legge di bilancio che ha salvato il Paese dalla strategia di Salvini: uscita dall’euro o stretta sulle tasse insostenibile. Abbiamo evitato questa alternativa e salvato il Paese, ponendo anche le basi per un rilancio su crescita, sostenibilità, equità.Difficile non vedere una discontinuità nei rapporti con l’Europa, l’avvio della riduzione delle tasse sul lavoro su progressività e non sulla flat tax, contrasto all’evasione, rilancio degli investimenti, sostegno al welfare e alla famiglia. Sono linee chiare che indicano una direzione di marcia che va riempita di slancio e contenuti.Migliorare, rafforzandolo, il Reddito di cittadinanza nel quadro delle politiche attive sul lavoro”.
MISIANI E IL TAGLIO DEL CUNEO FISCALE
Sul tema del cuneo fiscale questa mattina si era espresso anche il Viceministro del medesimo dicastero dell’Economia, Antonio Misiani, intervistato dal quotidiano “La Stampa”: “Nel 2020 – si legge nelle risposte pubblicate sul giornale diretto da Maurizio Molinari- interverremo per abbassare le tasse ai lavoratori dipendenti, tagliando il cuneo fiscale. L’ipotesi è di farlo innanzitutto a favore dei redditi medi, esclusi dal bonus di 80 euro e gravati da un’aliquota marginale Irpef molto elevata. In concreto ciò vuol dire ridurre le tasse fino a 1000 euro l’anno per 4,5 milioni di contribuenti. La riforma dell’Irpef è complessa, saranno necessari mesi di lavoro.Bisogna partire dalle criticità dell’imposta. La prima, il peso eccessivo sui contribuenti del terzo scaglione, quelli che guadagnano dai 28 mila a 55 mila euro annui, su cui grava un’aliquota marginale del 38 per cento rispetto al 27 per cento del secondo scaglione. L’altra criticità è l’affastellarsi di detrazioni e deduzioni fiscali, che vanno razionalizzate, senza toccare i pilastri come i mutui, le spese sanitarie, quelle scolastiche, i bonus per l’edilizia. E poi c’è la necessità di riorganizzare e unificare in un assegno universale per le famiglie glistrumenti di sostegno per i figli a carico, detrazioni irpef,assegno per nucleo familiare, maggiorazione per famiglie numerose e bonus bebè. Come si vede un lavoro complesso, per il quale bisogna simulare un impatto sui singoli contribuenti. In ogni caso l’obiettivo è alleggerire il carico e renderlo più equo”.