Europa, ultima chiamata. È tempo di serrare i ranghi in Ue, dice Enzo Amendola, ministro per gli Affari Europei in quota Pd, in questi giorni impegnato a tessere la tela diplomatica con Parigi, dove ha appena incontrato l’omologa Amélie De Montchalin. Al centro dei colloqui l’European Green Deal, l’ambizioso piano che vuole rendere il Vecchio continente neutrale alle emissioni di anidride carbonica entro il 2050.
L’Italia, ha annunciato dalla capitale francese il ministro, punta a raccogliere 2 miliardi di fondi grazie al meccanismo previsto nel piano che fa leva su investimenti pubblici e privati. Ma non solo di ambiente e sviluppo sostenibile c’è oggi da parlare con i cugini d’Oltralpe. C’è il Trattato del Quirinale, di cui discuteranno Emmanuel Macron e Giuseppe Conte il 27 Febbraio a Napoli, la “capitale europea”, come la chiama il leader di En Marche, che ospiterà il vertice ufficiale. L’asse con l’Eliseo pesa infine nella crisi in Libia che vede Roma e Parigi in prima linea nelle trattative europee per una tregua.
“Vogliamo rafforzare i rapporti bilaterali, e questo vertice è una grande occasione per farlo – dice Amendola a Formiche.net –. L’Unione Europea è in una fase di passaggio delicata e ambiziosa, di cui l’European Green Deal costituisce una tappa fondamentale. Su questo c’è piena sintonia fra Italia e Francia, dobbiamo procedere con il trattato del Quirinale, che deve essere all’altezza delle sfide da affrontare, economia, industria, digitale. Abbiamo avviato un ponte con Macron”.
Il tempismo non è casuale. Il fragile cessate-il-fuoco in Libia accolto non senza resistenze dal maresciallo di campo della Cirenaica Khalifa Haftar e il premier del governo riconosciuto dall’Onu Fayez al-Serraj è appeso a un filo. A Berlino, nel cuore dell’Europa, questa domenica si riuniranno per una conferenza internazionale tutti gli attori esteri coinvolti in quella che ormai è a tutti gli effetti una guerra per procura. La lista dei partecipanti si allarga di ora in ora. Oltre alle parti in causa, Russia, Cina, Egitto, Algeria, Italia, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito. Anche gli Stati Uniti d’America, e con una presenza più che qualificata: il segretario di Stato Mike Pompeo e il consigliere per la Sicurezza Nazionale Robert O’Brien.
“Mai come oggi si sono viste tante interferenze esterne in Libia – sospira Amendola – per questo un approccio comune dell’Unione Europea è assolutamente necessario, più ora che negli anni passati”. Difficile anche per i più ottimisti che ci siano le condizioni politiche e di sicurezza per una missione europea né tantomeno per una forza di interposizione di caschi blu dell’Onu, che richiederebbe un voto all’unanimità del Consiglio di Sicurezza.
L’Italia ha però chiaro dove puntare lo sguardo in Europa, spiega Amendola. “La soluzione diplomatica di Berlino passa dalla compattezza dei Paesi europei e per la mitigazione delle ingerenze esterne. È cruciale mettere da parte le diffidenze e muoversi di concerto con la Francia, ma anche la Germania deve essere protagonista”. Il ministro conferma un lavoro diplomatico che va avanti da settimane con l’alleato tedesco per convincere il governo di Angela Merkel a un più diretto coinvolgimento nella crisi libica, che soprattutto per le sue ricadute sull’immigrazione illegale e le infiltrazioni terroristiche in Europa tocca molto da vicino Berlino.
Certo, l’autorevolezza e il peso di un governo in sede di negoziati molto deve alla sua compattezza interna. E su questo fronte qualcosa scricchiola in casa dei rosso-gialli. Matteo Renzi, leader di Iv e patrono del governo in agosto, oggi continua a incalzare la maggioranza, creando più di un mal di pancia fra i suoi ex compagni di partito. L’ultima picconata sulla prescrizione.
“Non siamo preoccupati – confida Amendola, che con Renzi a Palazzo Chigi è stato sottosegretario alla Farnesina – in quattro mesi abbiamo rimesso a posto i conti, pagato i debiti, oggi abbiamo iniziato a ridurre le tasse sul lavoro e siamo pronti alla sfida degli investimenti green”.
“Sarà un anno di riforme – garantisce – la priorità è far ripartire la crescita economica in Italia e in Europa, in un contesto di competizione globale in aumento. Abbiamo fatto scelte nette e radicali per riavviare una macchina inceppata”. L’Ue approva: “Dalla Commissione sono arrivati segnali positivi, soprattutto sul pacchetto green. Sono contento sia stata avviata una riflessione sulle regole per gli aiuti di Stato nella competizione interna. Ci sono grandi scelte da fare, come quelle previste nel bilancio digitale”.
Chiediamo ad Amendola se una vittoria della Lega di Matteo Salvini in Emilia-Romagna del 26 gennaio può dare una spallata letale al governo. Nessuna scossa sismica, risponde lui: “È un’elezione regionale, in Emilia-Romagna come in Calabria abbiamo proposto dei governatori, e siamo convinti di aver presentato i nomi e le idee migliori per governare la regione. Tutto il resto appartiene alla polemica nazionale, di chi prova a nascondere l’inadeguatezza delle proposte messe in campo”.