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Chi (non) ha vigilato sul Coronavirus? L’ira di Crosetto

La Cina è sempre più isolata. Non soltanto fisicamente, anche geopoliticamente. Gli sforzi di Pechino per proteggere la sua economia non sono stati sufficienti, così ieri sera l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l’emergenza globale per il coronavirus, una decisione i cui frutti si vedranno molto probabilmente anche sui mercati, e già da oggi.

Intanto, però, il governo cinese è finito nel mirino per il pugno duro minacciato contro i funzionari che non seguiranno le indicazioni del presidente Xi Jinping contro il virus e soprattutto per i suoi ritardi e la cappa di disinformazione ordinata. Infatti, il governo cinese avrebbe informato l’Organizzazione mondiale della sanità dell’esistenza del coronavirus già il 31 dicembre, ma fino a pochi giorni fa ha tenuto i suoi cittadini all’oscuro, facendo leva sulla censura dei media e della rete. A rivelarlo è il New York Times che ha raccolto testimonianze locali e fughe di notizie che sembrano confermare la cappa di silenzio costruita a tavolino dai vertici del Paese con conseguenze drammatiche sulla salute della popolazione e dell’intera umanità, ma anche sulla gestione dell’epidemia.

Tra i protagonisti della vicenda c’è Zhou Xianwang, sindaco della cittadina-epicentro Wuhan, che ha raccontato di non essere stato autorizzato a parlare pubblicamente del coronavirus fino a gennaio inoltrato, pochi giorni prima della messa in quarantena dell’area. Secondo le sue stime, in quel frangente la gente è entrata e uscita da Wuhan senza precauzione alcuna, e 5 milioni di persone sono già scappate.

Too little too late, direbbero negli Stati Uniti. Ed è la stessa linea che sembra voler seguire l’opposizione al Parlamento italiano. In queste ore circolano molto, negli ambienti del centrodestra italiano, alcuni tweet di Guido Crosetto, ex parlamentare piemontese tra i fondatori di Fratelli d’Italia. Eccoli.

Il Consiglio dei ministri è stato convocato questa mattina a Palazzo Chigi per esaminare la dichiarazione dello stato di emergenza dopo i due casi di contagio in Italia e la scelta del premier Giuseppe Conte di annunciare la chiusura del traffico aereo da e per la Cina. Ma non basta: il governo è stato troppo lento, filtra dall’opposizione. E il timore è che la dinamica sia la stessa che ha portato l’Organizzazione mondiale della sanità a dichiarare soltanto ieri lo stato d’emergenza: le pressioni cinesi per evitare di allarmare i mercati.

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