Una terza richiesta di autorizzazione a procedere a carico di Matteo Salvini sarà presto all’attenzione della Giunta delle immunità del Senato. È stato lo stesso leader leghista a dare la notizia di aver ricevuto “un’altra richiesta di processo perché ad agosto ho bloccato lo sbarco di clandestini dalla nave di una Ong spagnola”. Si trattava della Open Arms e il Tribunale dei ministri che chiede l’autorizzazione è quello di Palermo dopo che alla fine di novembre il procuratore del capoluogo siciliano, Francesco Lo Voi, aveva inviato gli atti ricevuti dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, confermando le ipotesi di sequestro di persona e omissioni di atti di ufficio.
Mentre a metà febbraio l’Aula del Senato dovrà decidere se autorizzare il proseguimento dell’iter giudiziario sul caso della nave Gregoretti della Guardia costiera, sul quale la Giunta si è espressa a favore su richiesta dello stesso Salvini, torna alla ribalta la travagliata vicenda della Open Arms che per un paio di settimane ebbe a bordo 134 migranti. Il 1° agosto l’allora ministro dell’Interno, insieme con i colleghi della Difesa e delle Infrastrutture, Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli, firmò la direttiva che impediva l’accesso alle acque italiane e la polemica durò parecchi giorni anche per uno scontro tra Salvini e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, considerando che il tutto avvenne a cavallo della crisi di governo. Il 14 agosto il Tar del Lazio ordinò lo sbarco delle persone bisognose di assistenza dopo il ricorso dei legali della Fundacion Proa (Pro Activa Open Arms). Dopo un duplice scambio di lettere tra Conte che chiedeva lo sbarco e Salvini che ribatteva, il 17 agosto sbarcarono i 27 minorenni 8 dei quali solo a terra si dichiararono maggiorenni, con inevitabili ulteriori polemiche. L’allora titolare del Viminale dispose “suo malgrado” lo sbarco dopo una decisione definitiva in questo senso di Conte.
La vicenda presenta più aspetti e più documentazione rispetto ai precedenti delle navi Diciotti e Gregoretti perché ci fu un’ispezione a bordo e referti medici anch’essi oggetto di contestazione. Salvini tentò di impedire lo sbarco sostenendo che la Open Arms avesse “l’obiettivo politico” di sbarcare migranti in Italia nonostante avesse stazionato nei giorni precedenti nelle aree Sar libica e maltese. Oggi il leader leghista ribadisce che “le provano tutte per fermare me e impaurire voi” garantendo “che non mollo e non mollerò mai”. Non è una sorpresa la richiesta del Tribunale di Palermo e la Giunta, presieduta da Maurizio Gasparri, avrà 30 giorni di tempo dal momento della trasmissione degli atti: il dibattito si accavallerà con il voto finale sulla Gregoretti e febbraio si annuncia incandescente. Non essendoci elezioni fissate a breve come fu per quelle in Emilia Romagna, forse le decisioni dei vari gruppi parlamentari (esserci, non esserci, votarsi contro) saranno diverse rispetto a quelle sul caso della nave della Guardia costiera.