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Conte come Andreotti? Se lo dice Giorgetti… Il premier che dialoga con cattolici (e sardine)

Giuseppe Conte? “Un Andreotti dei tempi nostri”, parola di Giancarlo Giorgetti, plenipotenziario leghista ed esperto navigatore nei mari della politica italiana. E che il premier stia tessendo una tela che tocca le varie parti del mondo cattolico nelle ultime settimane pare sempre più evidente. Dopo aver scelto di partecipare lo scorso sabato alla presentazione del Manifesto di Assisi nella città simbolo dei francescani – annullando gli incontri a Davos -, Conte è protagonista della presentazione del libro di Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica e vicinissimo a Papa Francesco. Con chi dialoga? Niente poco di meno che con il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin.

Una tela, quella che sta tessendo il premier, che intende superare il campo progressista aprendo nuovamente le porte al mondo cattolico, a cui guarda e da cui viene guardato con interesse, come sottolineano su La Stampa: “Nella strategia personale del premier la sponda cattolica serve ad attrezzarsi contro gli ultraconservatori che applaudono Matteo Salvini che bacia il crocefisso o invoca la Madonna, ma anche ad attenuare lo sconfinamento verso sinistra”.

Sì, perché malgrado il Conte I si sia concluso e gli scontri all’interno della maggioranza non siano più acuti come un tempo, il premier non può ignorare la prima forza in Parlamento, il Movimento 5 Stelle, che attraversa una fase di crisi ma lo ha portato a sedere a Palazzo Chigi. L’idea di un’alleanza più sistematica con il Partito democratico non piace al nuovo capo politico reggente di M5S, Vito Crimi, ma a ben vedere non è mai piaciuto neanche a Di Maio. In un momento di delicata riorganizzazione interna, allora, il premier guarda oltre lo schieramento progressista, aprendo le porte del dialogo per un’alleanza programmatica e lasciando, poi, in mano ai segretari le scelte di campo politico.

Ma sono in tanti, ormai, a guardare al presidente del Consiglio come forza capace di aggregare le istanze dei cittadini. Le Sardine, che non poca parte hanno avuto nella mobilitazione dei cittadini dell’Emilia-Romagna gli hanno oggi indirizzato una lettera aperta dalle pagine di Repubblica: “Ci piacerebbe trovare con Lei i fili giusti, per tessere percorsi e provare a sciogliere nodi. A partire dal Mezzogiorno”, si legge nella lunga missiva, in cui si parla di programma. Un programma di cui ha parlato lo stesso Conte questa mattina a Fiumicino durante le celebrazioni per i 10 anni di ItaliaCamp: “L’agenda 2023 si dipanerà dalla settimana prossima”, ha detto il premier, ribadendo ancora una volta lo sguardo verso uno sviluppo più green e sostenibile.

“Questo potrebbe anche essere il governo che mette in moto un processo politico e di sistema da cui diventerebbe difficile tornare indietro”, ipotizzava a pochi giorni dalla formazione del Conte II, a settembre, un uomo che Andreotti lo conosceva bene: Vincenzo Scotti. “Un processo che scateni nella società nuove energie: intellettuali, morali, civili. Che faccia venire anche nuove forze politiche, chissà. Non è detto nemmeno che alla fine siano il Pd e i Cinque stelle a ereditare i frutti di questa nuova fase. Ma insieme potrebbero aprirla”.



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