Uno show. E’ quello che è andato in scena per nove ore ieri e proseguirà oggi al Tribunale Costituzionale di Karlsruhe. Annunciata da settimane sui quotidiani di mezza Europa, l’audizione sul discusso programma di acquisto di titoli di Stato della Bce ha suscitato attese che vanno ben oltre quanto realisticamente uscirà dal palazzo di vetro di Karlsruhe.
La tempistica e le attese
Innanzitutto perché la sentenza è prevista per l’autunno, con ogni probabilità dopo le elezioni federali del 22 settembre. In altre parole, di qui ad allora, qualora se ne presentasse l’occasione, l’Omt potrà agevolmente entrare in funzione. Ma le attese erano e sono spropositate anche quanto all’esito. Finora il Bundesverfassungsgericht non ha infatti mai cassato alcuna misura anticrisi cui la Germania abbia deciso di partecipare, dagli aiuti alla Grecia, al fondo Efsf fino al meccanismo Esm. E’ difficile che lo possa fare ora per la prima volta e proprio per il provvedimento dell’eurosalvataggio che, come è stato riconosciuto anche dai ricorrenti, ha avuto più successo. Piuttosto, potrà fissare paletti che Governo e Parlamento non potranno scavalcare, pena la violazione dell’identità costituzionale tedesca. Così d’altra parte si è espresso oggi il Presidente del Tribunale, Andreas Voßkuhle, introducendo il dibattimento: “E’ compito del Tribunale decidere se la Bce eserciti competenze che non sono state trasferite a livello europeo o che, per ragioni di natura costituzionale, non potevano essere trasferite”.
Le regole che disciplineranno il piano Omt
Secondo la versione online del settimanale Der Spiegel, il Tribunale avrebbe già tradito un certo scetticismo nei confronti del programma voluto da Mario Draghi. Il Ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, è apparso nervoso. Nel ribadire che l’Omt non viola i limiti del mandato della Bce, ha anche osservato che il Tribunale Costituzionale, a suo avviso, non avrebbe alcuna giurisdizione per giudicare in materia. Ma il principale motivo di imbarazzo tra i presenti viene dalla constatazione, fatta da Schäuble e presente anche nella memoria della Bce, secondo cui non sarebbe possibile vagliare la conformità a Costituzione dell’Omt perché l’atto che lo disciplina non esisterebbe ancora. Al che Jörg Asmussen, il membro tedesco del comitato esecutivo della Bce, ha reagito stizzito, confermando quanto scritto dal professor Schorkopf nella memoria, ovvero che le regole precise che disciplineranno il programma verranno pubblicate quando necessario, ossia qualora saranno acquistati bond di uno Stato membro. Il che sembra comunque porre qualche problema di certezza del diritto. E su questo punto i giudici costituzionali potrebbero essere particolarmente severi, sempre che, nel frattempo, il consiglio direttivo dell’Eurotower non abbia deciso di attivare il programma, rendendo così pubbliche le procedure esatte.
Le domande ad Asmussen
I giudici hanno interloquito a lungo con le parti, rivolgendo domande molto precise, in particolare ad Asmussen. Ma cosa accadrà se i Paesi interessati dall’acquisto di titoli non dovessero rispettare le condizioni fissate? E se la Grecia o un altro Paese dovesse andare in bancarotta, anche la Bce dovrebbe rinunciare a parte del denaro? E non sarebbe questo un caso di finanziamento monetario degli Stati? Particolarmente curioso si è dimostrato Peter Müller, giudice costituzionale ed ex politico democristiano di lungo corso. Asmussen non ha potuto che annuire.
Le precisazioni di Weidmann
Infine il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, ha posto l’accento sui rischi per i contribuenti. Se la Bundesbank dovesse subire delle perdite, alla fine sarebbero i contribuenti tedeschi a pagarne le conseguenze. Senza contare che l’Omt sarebbe, ad oggi, del tutto incontrollabile dal Parlamento tedesco. Dopo la prima giornata la sensazione è insomma che i difensori della moneta unica ad ogni costo, nonostante gli sforzi, facciano fatica, almeno giuridicamente, a proporre argomenti validi e razionali, in grado di reggere al vaglio del Tribunale. Un conto sono però le sensazioni e le impressioni, un altro i criteri, realisticamente non solo giuridici, cui sarà improntata la decisione finale.