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Adesso servono manager per la sostenibilità. La proposta di Cuzzilla (Federmanager)

“Nello scenario di maggiore implementazione dell’economia circolare da qui al 2030 si potrebbe arrivare ad un incremento di oltre 540 mila posti di lavoro, a fronte di un incremento di soli 35 mila unità nel caso di uno scenario inerziale. Per questo dico a tutti che l’economia circolare è l’energia che fa bene all’Italia. Bisogna crederci”. A parlare è Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager, l’associazione che rappresenta dirigenti, quadri apicali e professional delle società che producono beni e servizi in Italia.

Ha appena presentato a Roma, al Tempio di Adriano, insieme a Carlo Di Primio, presidente dell’Aiee, l’Associazione italiana economisti dell’energia, il Rapporto annuale su Transizione verde e sviluppo. Le proposte dei manager sull’economia circolare di cui hanno discusso tra gli altri Gianni Pietro Girotto, presidente commissione Industria del Senato, Gianluca Benamati, vice-presidente commissione Attività produttive della Camera, Paolo Arrigoni, componente commissione Territorio e ambiente del Senato, Federico Testa, presidente Enea, Pierluigi Stefanini, Presidente Asvis e Andrea Zaghi, direttore generale Elettricità Futura. “L’economia circolare è la vera svolta per cambiare il modello di business delle piccole e medie imprese ci dice in quest’intervista a Formiche.net – le grandi lo stanno già facendo da tempo, ma adesso la scommessa le nostre pmi che devono andare oltre il loro territorio e possono essere in grado di attrarre nuovi capitali e nuovi fondi finanziari”.

A cosa si riferisce esattamente?

Basta leggere quello che ha detto Larry Fink, amministratore delegato di BlackRock, la più grande società d’investimento del mondo (con asset in gestione per 7.430 miliardi di dollari a fine 2019, ndr): raddoppieranno l’offerta di fondi indicizzati (a quota 150) conformi ai principi Esg, vale a dire a tematiche ambientali, di inclusione sociale e buone regole di governo aziendale. Questo comporterà maggiore responsabilità per tutti i professionisti.

E quale è la vostra proposta?

Abbiamo deciso di investire in una nuova figura che è il manager della sostenibilità che supporterà le pmi e le indirizzerà verso politiche ecosostenibili e con i nuovi modelli di business. Contiamo di istruirne 100 nel più breve tempo possibile e con una certificazione, in modo da essere subito operativi.

Basterebbe questo per indirizzare le pmi verso l’economia verde?

Accanto a questa figura poi servono iniziative di sostegno, altrimenti le piccole aziende non ce la fanno, anche se volessero. Chiediamo alle istituzioni di intervenire con una defiscalizzazione degli investimenti e come abbiamo fatto con l’innovation manager anche pensare ad un vaucher per il manager della sostenibilità.

Non pensa che ci possa essere il rischio di una “bolla” che anche sull’economia circolare, come è successo ad esempio con l’eolico, dove grazie agli incentivi si è anche drogato il mercato?

Questo è vero, quando c’è un processo del genere ci sono persone che si attrezzano a posta per fare questo, lo abbiamo visto con l’innovation manager, tutti pensavano di avere le caratteristiche per svolgere questa attività. Lo stesso faremo con il manager per la sostenibilità, staremo attenti e formeremo professionisti validi e preparati per dare la possibilità alle nostre imprese di cavalcare questa onda verde che vuol dire anche più posti di lavoro, oltre al tema della sostenibilità del nostro pianeta, ricordo su questo a tutti e a me stesso l’enciclica Laudato Sì di Papa Francesco.

E il piano del governo Conte sul green new deal come le sembra?

Siamo fiduciosi, speriamo che non sia una moda perché tutti ne parlano, vogliamo vedere anche gli investimenti effettivi, reali nella sostenibilità e il supporto operativo per le aziende. Ma questa volta sono convinto che saremo tutti costretti ad essere più green, per diversi fattori, dalla finanza come dicevo prima alle esigenze proprio di salvaguardare il nostro pianeta. Succederà come per Industria 4.0. Hanno provato a smantellarla ma poi si è tornato indietro, proprio perché c’era una visione, di immaginare l’Italia da qui ai prossimi 10 anni. Lo stesso adesso sarà con l’economia circolare. Non si può tornare indietro. Occorre semmai indirizzare bene, anche attraverso una cabina di regia operativa, le imprese verso questa nuova economia di benessere e sviluppo.



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