La Banca centrale turca si è mossa per aumentare le sue riserve di valuta estera consentendo un aumento delle operazioni di swap delle banche, in modo da coprire i prestiti in valuta estera tramite swap a breve termine. Ma se da un lato la mossa consentirà alle banche di depositare più della loro valuta estera presso la banca centrale, mentre prendono in prestito lire in cambio, dall’altro inciderà negativamente sulle riserve nette della banca. Una miscela esplosiva per gli investitori, se sommata al caso siriano.
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Gli investitori in Turchia si sono preoccupati del livello delle riserve in valuta estera della banca centrale dopo che è stata costretta a difendere la lira a seguito della crisi valutaria nell’estate del 2018. La lira ha perso oltre il 35% del suo valore da quando è scoppiata la crisi. Ieri ha accusato un ulteriore calo dello 0,3 per cento, il livello più basso negli scambi regolari da maggio, mentre quest’anno ha perso circa il 3 percento del suo valore. Nell’occhio del ciclone le policies definite dal governatore della Banca centrale Murat Uysal.
La Banca centrale turca ha ridotto i tassi di interesse al 10,75% (dal 24) quando il presidente Recep Tayyip Erdoğan licenziò il predecessore di Uysal per non aver sostenuto i piani di crescita economica del suo governo. L’inflazione in Turchia si attesta su un 12,2 per cento annuo, il che significa che i tassi di interesse reali nel Paese sono negativi.
PREOCCUPAZIONI
Ma gli investitori sono preoccupati e temono che una politica monetaria debole possa minacciare la lira, poiché i detentori di depositi turchi evitano la valuta in cambio di dollari e oro. Il credito a basso costo potrebbe inoltre rivelarsi troppo costoso per la fragile economia turca. Per cui minare la redditività delle banche private per un guadagno politico a breve termine si potrebbe rivelare una mossa altamente controproducente per il governo.
Inoltre gli investitori temono che le minacce del governo di invadere la Siria per affrontare le truppe del regime appoggiate dalla Russia possano essere una miscela esplosiva per l’economia, se sommate ai prestiti a basso costo per stimolare la crescita. Non va dimenticato che una serie di raid aerei hanno ucciso due soldati turchi giovedì scorso nella regione nord-occidentale di Idlib, portando il numero di militari turchi uccisi lì nell’ultimo mese a 15. La Turchia ha risposto scagliandosi contro le truppe siriane, nel solco dell’ avvertimento del presidente Recep Tayyip Erdogan secondo cui un’offensiva in Siria era solo “questione di momenti”.
SCENARI
Gli investitori stranieri stanno ancora vendendo più beni turchi di quelli che stanno acquistando, circa 435 milioni di dollari in azioni al 7 febbraio, rispetto agli acquisti di 419 nello stesso periodo dell’anno scorso. Stanno anche abbandonando le obbligazioni, vendendo oltre 3,3 miliardi di dollari nell’ultimo anno, mentre gli investimenti esteri diretti sono scesi del 30% l’anno scorso, accusando il livello più basso dal 2004.
Il ministro delle finanze Berat Albayrak, genero di Erdogan, mostra la consueta sicurezza, sottolineando che il governo ha respinto con successo coloro che cercavano di trarre profitto dalle sventure della Turchia: “Con i passi che abbiamo fatto, con il forte coordinamento dimostrato da tutte le nostre istituzioni e il sostegno della comunità imprenditoriale, abbiamo sconfitto gli amanti delle crisi “.
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