E pensare che in Russia hanno in testa solo l’Italia e le sue bellezze, uniche al mondo. Il Belpaese è la prima meta dei viaggiatori dalla Russia secondo i dati dell’Enit, l’agenzia italiana per il turismo, impegnata in questi giorni nel difficile compito di quantificare i danni del coronavirus alla nostra economia turistica, che vale circa il 12% del Pil italiano con un giro d’affari di 146 miliardi di euro con quasi 216 mila esercizi ricettivi e 12 mila agenzie di viaggio(qui l’intervista alla vicepresidente di Federturimo, Marina Lalli).
Peccato che il Cremlino abbia deciso di invitare i cittadini russi a stare alla larga dall’Italia, se non altro fino a quando l’emergenza coronavirus non sarà rientrata, suscitando la reazione stizzita dello stesso premier Giuseppe Conte, che ha definito l’Italia come un Paese molto più sicuro degli altri. Ma a Mosca non la pensano così e il messaggio dell’Agenzia federale per la tutela dei diritti del consumatore e del benessere umano (Rospotrebnadzor) è lapidario: “Si sconsiglia di visitare i suddetti Paesi fino alla stabilizzazione della situazione epidemiologica riguardo alla malattia di coronavirus”. E tra i suddetti Paesi, c’è l’Italia, insieme a Iran e Corea del Sud.
LA RUSSIA CONNECTION
L’Italia è per l’ex Unione sovietica, la prima metà nella Comunità europea e la terza al mondo alle spalle di Turchia e Thailandia. Dal 2015 al 2019 se i viaggi dei russi all’estero si sono incrementati del 33,7%, con 804 mila viaggi (+19% sul 2017), superando i 780 mila della Spagna. La leadership dell’Italia viene peraltro confermata dai dati del principale motore di ricerca russo Yandex relativi al terzo trimestre 2019. Il fatto è che ai russi piace spendere e spendere tanto. La propensione a spendere fa scegliere esercizi alberghieri nell’80,6 per cento dei casi, secondo l’Enit, mentre il 45% si orienta sull’extra lusso. E negli ultimi mesi si è intensificato anche il traffico aereo russo con rotte per Verona, Torino, Milano, Venezia, Bergamo, Bologna, Rimini. Non è finita. Sono oltre 360 milioni le notti trascorse dai turisti stranieri in Italia fino a ottobre 2019. Un numero in crescita del 4,4% che ha portato la spesa dei viaggiatori internazionali a 40 miliardi (+6%). Insomma, il turismo internazionale, incluso il mercato russo, è una garanzia per l’Italia. Certo se poi ci si mettono di mezzo i governi locali, Cremlino in testa, allora la musica cambia.
BASTA PANICO E AUTOLESIONISMO
Formiche.net ha sentito il presidente dell’Enit, Giorgio Palmucci, che non ci sta a vedere un intero pezzo di economia distrutto da panico e isterismo, con la complicità di certe scelte politiche, anche domestiche. “Nessuna paralisi delle nostre attività. La promozione dell’Italia turistica non si arresta. Siamo consapevoli della situazione e sono state prese le misure necessarie, ma occorre evitare psicosi e allarmismi eccessivi affidarsi ad un’analisi obiettiva onnicomprensiva. Perché l’Italia turistica rischia di fare autogol, di autolesionarsi stressando misure precauzionali con dell’iperrealismo che diventa surrealismo. La Penisola sfoggia sempre di più i suoi primati e ha davanti a sé un 2020 con una strategia orientata a nuovi mercati e segmenti. Occorre imprimere sempre maggiore centralità al settore che rappresenta quasi il 13% del Pil e con 4,2 milioni di occupati fa dell’Italia una leader in Europa. Vogliamo rinunciare a tutto questo con comportamenti autolesionistici?”
NESSUN CASO RUSSIA (PER ORA)
Per quanto riguarda la decisione presa dal governo russo, Palmucci getta acqua sul fuoco. “Non si prevedono inflessioni allarmanti. I russi rappresentano una fetta del mercato di big spender e l’italia è una delle destinazioni principali al terzo post delle top destination ma febbraio comunque non rappresenta una stagione di preferenza quindi il settore risentirà minimamente di eventuali flessioni delle quali non ci sono per ora riscontri concreti. I viaggiatori Russi sono all’undicesimo posto per spesa in Italia (2,4 per cento della spesa totale degli stranieri in Italia) con un miliardo di euro nel 2018. Nel 2019 (gennaio-settembre) i viaggiatori sono stati 800mila con 5,5 milioni di pernottamenti in Italia (+1,2%)”.
“Questo”, prosegue il numero uno dell’Enit, “è il momento per i membri della filiera turistica, pubblici e privati, di manifestare ancora di più comunione di intenti e uniformità di obiettivi. La congiuntura internazionale che ora sembra critica farà emergere nuove energie comuni e Enit continuerà a fare la sua parte, proseguendo con forza le sue attività sul mercato domestico e sui mercati internazionali sia maturi che in crescita, quali la Cina, ove si stanno aprendo due nuove sedi, a Shanghai e Canton”.