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Il treno del cambiamento

L’Italia cambia con le ferrovie, le ferrovie cambiano l’Italia. Dal 14 dicembre di quest’anno Milano e Bologna sono collegate in 65 minuti, Roma e Milano in tre ore e mezzo. E tra un anno, quando la nuova rete Alta velocità/Alta capacità Torino-Salerno sarà ultimata, la distanza tra le due “capitali” d’Italia si ridurrà a tre ore, e fino a due ore e quarantacinque con i treni non-stop dalle stazioni AV di Roma Tiburtina e Milano Rogoredo.
Il nostro Paese realizza uno storico progresso infrastrutturale, che non vedeva da circa mezzo secolo. Nel 1964, con l’inaugurazione dell’ “Autostrada del Sole”, si diede avvio a quella che è stata definita la “civiltà dell’automobile”. Oggi, in Italia, tocca al treno diventare protagonista di un processo destinato a mutare il volto del sistema della mobilità nazionale.
Quasi mille chilometri di nuove linee sul principale asse di collegamento Nord – Sud del Paese, collegamenti con treni capaci di viaggiare a trecento chilometri l’ora tra le città dove si concentra oltre il 50% della densità abitativa  e più del 60% della ricchezza prodotta. Linee ferroviarie italiane ad altissime prestazioni, capaci di garantire livelli elevatissimi di sicurezza. Tecnologie d’avanguardia che consentono intervalli di frequenza fino al limite dei pochi minuti. Un progresso tecnologico che sta alla base di un servizio che diventa la “metropolitana d’Italia”. Treni in partenza ogni quindici minuti, sempre allo stesso orario, per l’avvio di un servizio che vuole creare familiarità, favorire la facilità d’accesso, fidelizzare la clientela all’idea che c’è la “soluzione treno” per risolvere i problemi di collegamento sulle medie e sulle lunghe distanze. Andare in stazione per prendere il treno come ci si va per prendere un convoglio della metropolitana. Un’ora: un lasso di tempo che spesso è appena sufficiente per andare da un lato all’altro del perimetro urbano. Ed ora, treni che, nello stesso intervallo di tempo o poco più, collegano città come Milano e Bologna, Roma e Napoli e, tra un anno, Torino e Milano, Firenze e Roma, mentre Bologna e Firenze saranno collegate in soli 35 minuti.
Cambia la vita delle città, dei cittadini. Cambia l’Italia, perché la rete dei collegamenti delle sue principali città diventa un’unica grande area interconnessa, un immenso mega-polo che è anche difficile definire in termini sociologici ed urbanistici. Non è un viaggio nel futuro, ma il racconto di una trasformazione che sta avvenendo sotto i nostri occhi. L’inaugurazione della Bologna – Milano, oggi e, tra un anno l’appuntamento con un mutamento definitivo destinato ad avere carattere storico.
È targato Italia il progresso del sistema ferroviario del nostro Paese. Un progetto pensato in Italia, costruito in Italia, diventato un orgoglio della capacità realizzativa del nostro Paese. Per il primato nell’innovazione tecnologica, riconosciuto dalla comunità ferroviaria internazionale. Per la capacità di sperimentare e introdurre, per la prima volta al mondo, un sistema di gestione e controllo della circolazione dei treni con altissimi livelli di prestazioni e di sicurezza che rivoluziona i sistemi di segnalamento, l’ERTMS/ETCS livello 2, adottato dall’Unione europea come “standard unico di riferimento” per le nuove linee Alta velocità/Alta capacità della “rete transeuropea dei trasporti”.
L’ERTMS (European Railways Traffic Management System) /ETCS (European Train Control System) livello 2 realizza il più elevato grado di automazione oggi possibile, elimina o riduce a livelli infinitesimali le possibilità di errore umano, porta ai massimi livelli la sicurezza del viaggio. La rivoluzione del sistema è paragonabile all’introduzione dell’automazione e dei robot computerizzati nei processi produttivi della fabbrica. L’intero sistema si basa sulla trasmissione continua dei dati attraverso la rete dedicata di comunicazioni GSM Railways: La marcia del treno è controllata istante per istante dalle apparecchiature di bordo e di terra in costante dialogo radiocomandato, che ne impostano la velocità e intervengono a bloccare il convoglio in tempo reale se, per un qualsiasi motivo, non vengano rispettate le prescrizioni. Il salto di livello in termini di sicurezza deriva dall’affidabilità,  anche in termini diagnostici, delle tecnologie di sistema, destinate a confermare quel ruolo di “campioni della sicurezza”, che le Ferrovie dello Stato già detengono in Europa per il più basso numero di incidenti secondo le statistiche della comunità ferroviaria internazionale (Uic-Cer).    
“Campioni di sicurezza”, ma anche nella capacità di competere e di risultare vincenti nell’innovazione tecnologica. Nel caso delle ferrovie, l’Italia ha dato dimostrazione di saper superare anche le sfide più difficili, perché la competizione in questo settore è spesso riservata a poche, grandi imprese che tendono a dominare l’intero mercato internazionale. L’Italia, in questo caso, sta facendo scuola, costruendo interamente in casa un progetto che oggi consente a sua volta all’industria ferroviaria nazionale e al Gruppo FS di esportare il proprio know how, la propria capacità realizzativa, le proprie tecnologie da primato, sul mercato internazionale e verso le altre ferrovie estere, come già sta avvenendo con successo in grandi Paesi come la Germania. 
È un risultato che rappresenta un’importante realizzazione anche per il nostro sistema-Paese, che premia i prodotti e le apparecchiature italiane,  ma sottolinea anche la validità delle professionalità e delle competenze italiane, dell’intelligenza e della cultura italiana e dei valori anche stilistici che guidano l’intero processo di trasformazione e di evoluzione del sistema ferroviario italiano.
L’Italia cambia con il treno, perché nel mondo cresce la domanda di treno, alle ferrovie si chiede di risolvere i problemi di mobilità del mondo moderno.
Gli intensi fenomeni di urbanizzazione e l’espansione sempre più ellittica delle grandi aree metropolitane; il primato dei servizi rispetto all’industria tradizionale; il ruolo sempre più dinamico delle città; la delocalizzazione produttiva e la crescita degli interscambi di beni, prodotti, servizi: sono tutti fattori che spingono ad intensificare la rete delle comunicazioni e dei collegamenti. I problemi ambientali, oltre che energetici, del trasporto stradale e aereo; il livello di congestione del traffico automobilistico, soprattutto nelle grandi aree urbane; i costi sempre più elevati, anche in termini di vite umane, del prevalere del “tutto-strada”: sono validi motivi per investire sulla velocità e sulle prestazioni del treno.
In Italia, la nuova rete Alta velocità/Alta capacità costituisce l’asse intorno a cui si sviluppa l’ammodernamento e il potenziamento infrastrutturale e tecnologico dell’intero sistema ferroviario nazionale, la crescita delle potenzialità del trasporto locale e del traffico merci.
Nei trasporti metropolitani e regionali, il trasferimento sulle linee dedicate all’AV dei traffici di lunga percorrenza consente di utilizzare i binari “liberati” per intensificare i treni pendolari e destinati all’ingresso nelle città. Gli investimenti programmati nei grandi nodi metropolitani, con quadruplicamenti di linee lungo l’intero anello cittadino, eliminazione dei “colli di bottiglia” e creazione di una rete di nuove stazioni metropolitane, conferiscono centralità al trasporto su ferro per la soluzione dei problemi di mobilità in ambito urbano.
Nel traffico merci, gli interventi di potenziamento dei principali itinerari di collegamento della rete “fondamentale” consentono di avviare la politica di razionalizzazione del settore, con concentrazione del traffico nei principali scali e l’organizzazione di “treni completi” capaci di viaggiare a velocità decisamente superiori a quelle attuali sulle lunghe e lunghissime distanze, con garanzia di puntualità e una rinnovata potenzialità competitiva rispetto ai trasporti stradali. La riorganizzazione del settore è a sua volta il presupposto per lo sviluppo dei sistemi logistici, per la crescita dei trasporti intermodali e dei processi di interscambio per i traffici provenienti e diretti verso i porti e verso le “piattaforme logistiche” create in corrispondenza dei principali poli cittadini o di servizio alle aree e ai distretti produttivi.
Un processo che, nelle sue dimensioni allargate al panorama dell’intero territorio nazionale e nelle sue implicazioni economiche e sociali, è destinato a lasciare traccia nella vita della nazione e che costituisce un’importante prospettiva di sviluppo per l’intero sistema-Paese. 


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