In collegamento da Houston, a 20 giorni dal suo rientro a Terra, l’astronauta dell’Agenzia spaziale europea (Esa), Luca Parmitano, ha tenuto la sua prima conferenza stampa sulla missione Beyond, che nell’ambito dell’Expedition 60 e 61, lo ha visto impegnato per oltre 200 giorni nello spazio. Durante la sua lunga permanenza sulla Stazione spaziale internazionale (Iss), Parmitano è stato protagonista di tanti esperimenti scientifici, di ben quattro attività extraiveicolari programmate dalla Nasa, oltre ad aver comandato, primo italiano a farlo, l’avamposto spaziale dal 2 ottobre 2019.
L’ESPERIENZA DEL COMANDO
“Sto bene”. Ha detto immediatamente l’astronauta. “Il corpo è estremamente adattabile, i sintomi più forti della permanenza in orbita sono scomparsi rapidamente, anche se tengo volutamente vivi i ricordi per non perdere la memoria delle sensazioni provate in microgravità”. A chi gli chiedeva quale fosse stato il momento più impegnativo della missione Beyond, missione che ha visto l’esecuzione di attività decisamente impegnative, come le uscite per riparare lo strumento scientifico AMS-02, Luca Parmitano ha risposto che è stato quello di crescere come comandante dell’avamposto spaziale. “Il primo incremento durante Expedition 60 è stato più standard, quando ho preso il comando della Expedition 61 l’approccio è cambiato. Ho dovuto dare la mia impronta alla condotta della Iss e dell’equipaggio con il quale ho voluto creare una leadership collaborativa. Crescere nel ruolo non è facile, è stata una grande opportunità per me”.
PRONTO A SUPPORTARE I COLLEGHI CHE ANDRANNO IN ORBITA
Rispondendo alle molte domande sul prossimo futuro, Parmitano ha detto che metterà a disposizione dei colleghi prossimi a partire tutta la sua esperienza: “Il mio lavoro alterna fasi da protagonista durante il volo, l’addestramento, le sperimentazioni scientifiche, a fasi di supporto. Adesso toccherà a me supportare i colleghi dell’Esa che voleranno tutti una seconda volta”. Decisione questa, ha spiegato l’astronauta, da poco assunta dall’Agenzia spaziale europea. “Darò – ha aggiunto – il mio contributo alle prossime missioni in programma, avendo la possibilità di crescere su tutto il resto, quando dovesse toccare di nuovo a me andare nello spazio, anche oltre la Iss”.
LUNA, MARTE E I ROBOT
“Durante gli ultimi 20 anni a bordo della Stazione abbiamo imparato molto sugli effetti delle missioni di lunga durata sull’uomo. Siamo riusciti a creare delle contromisure per mitigarne gli effetti sul corpo e sulla psiche, siamo sulla buona strada per spingerci oltre”. Oltre c’è la Luna e poi Marte. “Andare sulla Luna e poi su Marte è una questione ingegneristica, che riguarderà l’uomo e la strumentazione, entrambi da proteggere dalle radiazioni”, come da altri fattori. Ha detto in proposito Parmitano. “Avremo anche bisogno di macchine autoriparanti, ma questi sono aspetti che finora non ci hanno coinvolto”. Quello in cui l’astronauta italiano è stato invece molto coinvolto sono stati gli esperimenti scientifici. “Sono stati davvero tanti – ha detto Parmitano – circa 250 che hanno toccato praticamente ogni aspetto scientifico. Adesso ci vorrà il tempo per avere i risultati e molti dei quali che ho iniziato devono proseguire. Tra quelli completati, c’è la sperimentazione di un rover a terra guidato direttamente dalla Iss, che si rivelerà utilissimo per l’esplorazione di altri pianeti, ma anche per interventi nelle emergenze a Terra e Minieuso. Questo telescopio (italiano, un progetto Asi e Infn, in collaborazione con l’Agenzia spaziale russa, ndr) ha scattato milioni di foto in uno spettro mai utilizzato finora sul quale le nostre aspettative sono davvero elevate”. Un altro esperimento compiuto e fortemente voluto da Parmitano durante Beyond è stato quello che ha avuto come protagonista Cimon, un robot. “Cimon per motivi di tempo stava per uscire dal mio campo, ma volevo provarlo e ho deciso di lavorarci nel tempo libero”. Ha detto l’astronauta. “L’esperimento ha dimostrato che in tema di intelligenza artificiale c’è ancora molto da fare, è troppo diversa da quella umana, non è per il momento abbastanza autonoma. Si tratta di un primo passo per un’evoluzione robotica che andrà velocemente”. “Ancora non sappiamo gli impatti di un eventuale viaggio nello spazio con un robot come compagno di viaggio, è anche per questo che ho chiesto a Cimon di raccontarmi delle barzellette”.
L’ATTIVITÀ EXTRAVEICOLARE
E poi c’è AMS-02, l’Alpha Magnetic Spectrometer, il cacciatore di antimateria, collocato come modulo esterno della Stazione Spaziale Internazionale, che Parmitano e il collega della Nasa Andy Morgan hanno riparato e rimesso in funzione con 4 attività extraveicolari. “Abbiamo fatto un upgrade del sistema di raffreddamento e adesso è perfettamente funzionante. Sarà in grado di raccogliere tanti nuovi dati che aumenteranno la nostra comprensione dell’universo”. In questo tipo di attività, la parte più difficile per gli astronauti è stata utilizzare fuori dalla ISS nuove procedure e una strumentazione creata ad hoc per la riparazione del rilevatore di particelle, mai utilizzata prima. “Ams è uno strumento delicato, ripararlo senza romperlo era il nostro obiettivo. Da un punto di vista manuale la difficoltà maggiore è stata quella di muovere viti e bulloni senza disperderli nello spazio”. Oltre a questo, una volta eliminati i pannelli, i due astronauti si sono trovati davanti ad aspetti non previsti a Terra a cui hanno saputo fare fronte, visto il risultato finale, in tempi rapidissimi. “L’aspetto tecnico di Ams è stato al centro del mio ultimo anno di addestramento – ha detto Parmitano. In piscina abbiamo studiato la coreografia degli strumenti per capire come usare la nostra strumentazione, mentre con la realtà virtuale ci siamo addestrati per la parte robotica”. Luca Parmitano ha infatti lavorato su Ams agganciato per la maggior parte del tempo al braccio robotico Canadarm. “La complessità di queste operazioni è stata anche la parte più divertente – ha aggiunto l’astronauta – quella in cui ti capisci al volo con il tuo collega, basta un’occhiata dal casco, e collabori con tutto l’equipaggio che lavora con te dall’interno della Stazione”. Parmitano ha infine spiegato che per le attività extraveicolari future serviranno sistemi sempre più semplici, in grado di assicurare maggiore mobilità nelle operazioni all’esterno.
SUL CORONAVIRUS NIENTE PANICO, L’ITALIA LAVORA BENE
“Sono pronto a partire. Datemi un veicolo!”. Ha detto poi l’astronauta rispondendo ancora sui suoi piani futuri. “I programmi di esplorazione spaziali della Nasa Gateway e Artemis sono entusiasmanti. Ci dobbiamo preparare. Io sono appena rientrato, ma sempre pronto a ripartire”. Alcune domande hanno poi riguardato il coronavirus. Su questo Parmitano si è detto fiducioso del lavoro che si sta compiendo in Italia per contenere l’epidemia. “Sono giustamente preoccupato, ma non allarmato. Il panico in emergenza è il più grande nemico. Il nostro sistema sanitario è all’avanguardia e i nostri migliori esperti sono al lavoro per contenere il virus. Serve fiducia nelle nostre risorse e nella nostre capacità. Affidiamoci agli scienziati e non alle fake news”. Parmitano ha inoltre ricordato che sulla Iss si è lavorato molto anche su batteri e virus, uno dei quali reso volutamente molto più aggressivo. “Lo spazio è utilissimo per fare studi di questo tipo in associazione a quelli svolti a Terra”.