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Dopo l’emergenza coronavirus ripartiamo dal Green new deal. Parla Simona Bonafè

“Quello dei 7,5 miliardi di euro predisposti dal governo è un primo pacchetto d’aiuti importante per le imprese e le famiglie in difficoltà a causa del coronavirus, ma sono sicura che serviranno altre risorse aggiuntive. Nessuno, ad oggi, può sapere quando terminerà davvero questa emergenza”. A parlare in quest’intervista a Formiche.net è l’eurodeputata del Partito Democratico, Simona Bonafè che spiega “quando tutto terminerà, dovremmo fare tutti una riflessione per un nuovo paradigma economico, a partire dalla green economy anche per questo ci sono delle iniziative nel primo ciclo d’aiuti varato dal consiglio dei ministri”.

Si parla di meno discariche e di favorire il riciclo…

Certo, con la premessa d’obbligo che le risorse stanziate vanno anzitutto per rafforzare il nostro sistema sanitario e di assistenza alle zone rosse, poi ci sono finanziamenti importanti per le imprese, per il nostro export e per il turismo che è il settore maggiormente colpito. Così come bisognerà pensare ad un piano per gli investimenti nelle infrastrutture e nell’economia circolare.

Anche se di green economy se ne parla tanto ma poi, al dunque, non si fa molto…

Questo tema è all’ordine del giorno da parecchio tempo, cioè l’idea che il nostro modello di sviluppo deturpa le risorse del Pianeta e che va profondamente ripensato, anche perché non ci sta portando a crescere. Da qui nasce l’esigenza dell’Europa di investire nel green deal, nella decarbonizzazione ed è chiaro che per arrivare a questo è necessario ripensare al nostro modello di sviluppo dai trasporti ai cicli produttivi.

Da questa crisi può emergere un nuovo paradigma economico?

Perché no? Da tempo penso che dobbiamo invertire la linea di tendenza. Con questo modello di sviluppo consumiamo due volte e mezzo le risorse che il Pianeta è in grado di generare. Così non possiamo andare avanti. È chiaro che questo deve avvenire nella fase post emergenza, adesso siamo tutti impegnati a contrastare la diffusione del coronavirus, sia sul fronte sanitario che sulle prime misure di sostegno alle imprese e alle famiglie, ma è chiaro che bisognerà rilanciare con degli investimenti importanti la nostra economia ed è qui che il green deal sarà un’occasione vera di rilancio.

Questa volta nessuno in Europa ha alzato la mano per dire che non si poteva sfiorare il deficit di bilancio…

Stiamo vivendo un fatto eccezionale e per questo servono misure di questa portata, anche nel patto di stabilità è previsto che si può utilizzare tutta la flessibilità necessaria. Probabilmente però è arrivato anche il momento di rivedere anche le regole in modo strutturale.

Non è mancata una cabina di regia a Bruxelles sul coronavirus?

È vero, questa emergenza non guarda i confini nazionali, è sbagliato pensare che sia un problema solo dell’Italia. Anche perché il virus non guarda in faccia nessuno e l’Europa deve saper agire come un soggetto unico.

Ma questa immagine sembra essere mancata…

Lo è stata a livello sanitario, con i ministri della Sanità. Forse andavano messe in campo misure di coordinamento a livello europeo fin da subito, Bruxelles ha risposto un po’ come ha potuto visto che non ha competenze dirette in materie sanitaria e abbiamo visto quello che è successo anche nel nostro Paese dove addirittura il tema è materia concorrente con le Regioni.

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