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Elogio della Passione politica

Credo che sia riduttivo ricordare Pinuccio Tatarella semplicemente come il ministro dell´Armonia, come uomo politico equilibrato che aveva capacità di dialogo anche con quelli che non la pensavano come lui. Queste, sia chiaro, sono qualità importanti, anche perché sono molto rare nella politica italiana, e come tali meritano di essere ricordate. Ma la personalità di Tatarella è più significativa: è stato l´anticipatore della destra politica in Italia. In questo senso, non va trascurata l´origine barese di Tatarella: in Puglia e nel Mezzogiorno in genere, l´Msi non è stato una forza marginale, estremistica, l´erede di un certo neofascismo. Al nord, il Movimento sociale nasce dai resti della Repubblica di Salò e si caratterizza in questa chiave. Nel Mezzogiorno ha invece una base di massa più popolare. Basti pensare ai voti che raccoglieva a Bari nelle elezioni al Senato un esponente come Araldo Di Crollalanza: raggiungeva il 15-16%. Pinuccio Tatarella è stato figlio ed espressione di questa tradizione di una destra politica che, sia pure dall´opposizione, faceva politica cercando di condizionare le scelte di governo, senza avere mai un carattere residuale, nostalgico. Ricordo quando, in epoca di strapotenza del pentapartito (una sorta di coalizione-regime), con Tatarella eravamo i due leader delle due opposizioni nel Consiglio regionale pugliese: già allora la sua non era una battaglia testimoniale. In questo senso, Tatarella è stato un anticipatore dei processi politici che hanno portato alla creazione di An, di una destra che è entrata nel gioco politico e nella competizione per il governo del Paese e delle istituzioni locali. Anche successivamente, con la cosiddetta Seconda Repubblica, Tatarella ha rappresentato un´altra ipotesi di sviluppo del bipolarismo italiano rispetto a quella che si è poi realizzata.In realtà, il processo di costruzione di una destra di governo di tipo europeo in Italia ha proceduto lungo il cammino del berlusconismo. Tatarella era un interlocutore del berlusconismo, non era berlusconiano nel senso della subalternità al partito-azienda, ad una certa concezione della politica, a questa forma di presidenzialismo di fatto. Era un uomo che aveva un´idea della politica come organizzazione, come rappresentanza di interessi, come cultura e idea della società. Dieci anni dopo, le cose hanno preso un´altra piega, molto peggiore per il Paese. Quella di una sussunzione sotto una egemonia berlusconiana, di una destra che ha rinunciato ad un processo di evoluzione e modernizzazione. Con Berlusconi come una via rapida per arrivare al potere. Propter vitam vivere, perdere anima. Tanto è vero che il leader più rappresentativo della destra si è messo in disparte, in un ruolo istituzionale, e gli altri svolgono un ruolo secondario all´ombra del presidente del Consiglio. Non manca solo il ministro dell´Armonia, manca qualcosa di più. Abbiamo avuto in questi dieci anni un processo politico che ha portato a un esito abbastanza diverso rispetto alle premesse positive che pure c´erano. Questo ha degli effetti sistemici. La democrazia normale era legata alla crescita di due grandi forze di governo antagoniste, ma che si riconoscevano in un comune tessuto di regole e di valori condivisi. Questo processo non si è mai potuto realizzare.Tatarella e D´Alema sono sempre stati caratterizzati, l´uno e l´altro, da un forte sentimento riformista, dal desiderio di modernizzare il Paese. Quando il leader del Pd era presidente della Commissione Bicamerale, quello di An ne era il vice. Allora, andò male. Oggi, il governo torna – in modo non organico, per la verità – a porre il tema delle riforme. A D´Alema chiediamo se è ottimista.Non vedo lo spirito, il clima per una grande Costituente. La mia valutazione è molto preoccupata sullo stato del Paese, della politica e delle istituzioni. Dopo la crisi del centrosinistra, la sconfitta del governo Prodi, il ritorno di Berlusconi al governo è avvenuto all´insegna di una dismissione della grande ambizione riformatrice. Il Pae- se è privo di guida, è marginale o assente dal contesto internazionale. Abbiamo l´unico leader che non ha detto una parola su Gaza. Siamo l´unico Paese che non ha un piano per affrontare la crisi economica. Accanto a questo vuoto inquietante, c´è anche – lo ammetto – una crisi dell´opposizione che, certo, non aiuta. Credo ci vorrebbe un sussulto della classe dirigente del Paese, non soltanto politica. Cercare l´unione delle forze responsabili. Non penso sia da mettere in discussione il bipolarismo anzi, sono convinto che serva una collaborazione maggiore per rafforzarlo con basi più solide. Intanto, proprio questo bipolarismo viene messo in discussione da Casini. Secondo l´esponente centrista, i contenitori del Pd e del Pdl sono troppo eterogenei al loro interno e prevede quindi una destrutturazione di questi grandi partiti. Magari per tornare ad aggregazioni basate sulle vecchie appartenenze politiche aggiornate su basi europee (Ppe e Pse).Stimo Casini, ma ho l´impressione che questa sua evocazione rischia di connotarsi di una velleità neocentrista che non serve al Paese. A mio parere occorre invece un bipolarismo sano, funzionante, virtuoso, non demonizzante, con istituzioni democratiche che funzionano. Questa idea di ricostruire al centro, selezionando forze da una parte e dall´altra, non mi pare la prospettiva, la risposta al problema italiano. E da questo punto di vista, anche i partiti della Prima Repubblica sono venuti meno e c´è un processo di riorganizzazione ma non si tornerà al passato. Le due grandi famiglie europee, quella socialista e popolare, sono oggi qualcosa di abbastanza diverso rispetto a questa matrice culturale originaria. Di fatto la politica europea tende a disporsi lungo un asse di alternatività progressista-conservatrice.Queste parole sarebbero state musica per le orecchie di Pinuccio che certamente scommetteva sul bipolarismo. La mente di Tatarella era, d´altra parte, così rapida nella congiunzione fra pensiero ed azione che è assolutamente impossibile dire cosa potrebbe pensare lo scomparso leader di An del costituendo Pdl. Sicuramente però questo partito rappresenta una novità importante che non potrà non avere il Viceré di Puglia come era definito Tatarella nel suo Pantheon. Chiediamo a D´Alema se, dieci anni dopo la morte di Pinuccio, intende rivolgere un augurio ai suoi avversari.Pensando all´esperienza di Tatarella, l´augurio che rivolgo al centrodestra italiano è di ritrovare la via della politica, intesa come costruzione politica e non come scorciatoia populistico-pubblicitaria del berlusconismo. Abbiamo assolutamente bisogno di politica, di classe dirigente, di mediazione, di visione programmatica di lungo periodo, di liberare la scena pubblica italiana da questa prevalenza di populismo che è la forma in cui si esprime il declino del Paese. La politica richiede cultura, il populismo si accontenta dell´immagine.


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