Il Presidente della Repubblica lo ha chiesto a gran voce a tutte le forze politiche: è questo il momento dell’unione e della responsabilità, ci sarà tempo dopo per analizzare e scomporre le scelte attuate da Palazzo Chigi e le condotte intraprese. Come si stanno muovendo i partiti dell’opposizione?
FdI a stretto contatto con la Farnesina, Fi annuncia responsabilità, ma non accondiscendenza e la Lega attacca a testa bassa il Governo. Ricognizione nei tre player con le voci di Gusmeroli, Del Mastro e Mulè.
CRISI TSUNAMI
“Dal punto di vista economico siamo in un presenza di uno tsunami, pensiamo a tutti gli alberghi chiusi ad esempio: il governo non è affatto correlato con la gravità della situazione” dice a Formiche.net Alberto Gusmeroli (Lega), vicepresidente della Commissione Bilancio e anche sindaco di Arona nel piemontese: “Mi trovo al fronte nel mio Comune e abbiamo giornate da 20 ore e altre meno pesanti. È una grande prova questa anche di solidarietà umana, nella grande tragedia che tutti stiamo affrontando”.
Si mostra poi molto critico sul decreto che evidenzia lo scollamento dell’esecutivo dalla realtà dei fatti: “Ricordo che in Italia si è bloccato tutto, la gente ha chiuso tantissime attività per cui il decreto è un primo passo che merita grosse modifiche in quanto lascia a desiderare su molti aspetti. I 25 miliardi messi non sono sufficienti, basta vedere cosa ha fatto la Germania che ne messi 500”.
Secondo l’esponente leghista in questo momento bisogna assolutamente mettere sul piatto tutta la forza economica, intervenendo in modo incisivo sulla liquidità delle aziende. “Sospendere le scadenze di marzo e aprile e farle pagare a maggio o in cinque rate significa non aver capito nulla di ciò che sta succedendo. L’indotto del turismo è completamente azzerato, per cui servono sospensioni di tasse, bollette e mutui per tempi più lunghi”.
PONTE FDI-FARNESINA
“Ogni giorno si evidenziano sempre più certe lacune – osserva a Formiche.net il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Del Mastro (Presidente della Giunta per le autorizzazioni e membro della Commissione Esteri) – ma non è questo per noi il momento per discuterne, stando il fatto che tentiamo di correggere quelle macroscopiche. Evidentemente abbiamo consapevolezza del ruolo e della fragilità del sistema Italia e della situazione emergenziale, ma ad esempio con la Farnesina stiamo collaborando moltissimo per recuperare gli italiani nel mondo, che si trovano in teatri devastanti”.
Certo, sul decreto Cura Italia FdI manifesta molte perplessità, specialmente sulla parte economica, ma “siamo contenti di aver alla fine convinto il governo, che inizialmente aveva annunciato solo 3 miliardi, poi diventati 7 e infine 25 sottovalutando la portata economica del virus”. Aggiunge che i 25 non sono ancora sufficienti, ma “ci attrezziamo a fare un’opposizione che suggerisce e costruisce, salvo rimandare eventuali critiche in un secondo momento, quello della post emergenza. Ma non dimentichiamo che ci sono categorie per cui bisogna inventarsi completamente gli ammortizzatori sociali che non sono previsti nel decreto”.
FORZA ITALIA
Dai microfoni di Radio Rai il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha accentato proprio questo aspetto collaborativo: “Siamo in guerra e in guerra ci si stringe attorno a chi ha la responsabilità di governare. Questo non significa annullare le differenze politiche, siamo all’opposizione e la nostra idea dell’Italia rimane del tutto incompatibile con quella della sinistra, ma siamo un’opposizione seria e da opposizione responsabile il nostro compito è di cooperare. Più avanti, finita l’emergenza, si potrà discutere degli errori commessi”.
Si sta confondendo la responsabilità con l’accondiscendenza, rileva a Formiche.net il portavoce di Fi, Giorgio Mulè, secondo cui “oggi in Italia nessuno fa opposizione, perché siamo tutti in prima fila per l’emergenza”. Ovvero: “Si può essere responsabili non condividendo alcune misure”. Il decreto Cura Italia, racconta, nasceva come un qualcosa di condiviso: il Governo si era impegnato ad aprire un tavolo con le opposizioni per confrontarsi e scrivere assieme quel decreto. “Il tavolo si è aperto, ma poi dal Consiglio dei ministri in poi il governo è sparito e ci siamo trovati in mano un decreto fatto male, che in parte andrebbe riscritto”.
FALLE DEL DECRETO
Secondo Mulè le falle nel decreto sono numerose. “Al di là dei pilastri che avevamo elencato, ovvero imprese, lavoro, sanità e famiglia osservo che il decreto ne coniuga bene alcuni, mentre altri no. Sui capitoli dedicati a imprese e famiglie non c’è il nostro dissenso, ma la necessità di dare certezze agli italiani che in quel decreto non le trovano”. Il riferimento è al bonus dei 600 euro, che ha lasciato fuori molte professioni dotate di una cassa previdenziale: “Inizialmente era previsto per il solo mese di marzo – aggiunge l’ex direttore di Panorama – ma dopo il nostro intervento il ministro Gualtieri ha annunciato il prolungamento. Perché non ci hanno pensato prima?”.
RESPONSABILITA’ DI TUTTI
Altro incidente secondo Mulè è quello del cosiddetto click-day: “Si tratta di iniziative che aumenterebbero esponenzialmente l’angoscia dei cittadini che in questo momento sono già provati per tutta la situazione emergenziale, compreso l’incubo di dover pagare affitto e utenze in una fase in cui in molti perdono il lavoro”.
E propone che per il futuro si lancino messaggi univoci e precisi, per evitare di generare confusione. Per cui il decreto è “un primo passo che va nella giusta direzione, ma che zoppica vistosamente perché non offre certezze sul fronte fiscale, degli adempimenti contributivi, dell’assistenza a tutti i lavoratori. Lo spirito con il quale ci siamo seduti al tavolo con il Governo era totalmente costruttivo, e ci è stato riconosciuto. Ma se dobbiamo essere responsabili, allora che lo siano davvero tutti, anche al governo”.
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