Domenico Arcuri entra in azione. Il commissario straordinario all’emergenza coronavirus e ceo di Invitalia, l’Agenzia italiana per l’attrazione degli investimenti, ha infatti mosso le prime pedine nella delicata (e difficile) lotta alla pandemia.
Arcuri, d’accordo con il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, appresa la notizia che un’azienda italiana produttrice in Lombardia di un farmaco ritenuto essenziale nell’affrontare l’emergenza e, in particolare, per mantenere sedati i pazienti intubati in terapia intensiva, ha disposto la requisizione del farmaco. Che, giova ricordarlo, gli è permessa per legge. La partita requisita, coincide all’intero quantitativo che stava per essere esportato.
Come infatti si legge nel comunicato relativo alla nomina di Arcuri, il manager Invitalia “è stato nominato Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica”. Questo significa che nel ventaglio di poteri di Arcuri figura anche quello di mettere in atto tutte le azioni utili a rallentare il contagio, dunque anche la requisizione di un farmaco in grado di combattere il virus.
“La profondità e le dimensioni dell’emergenza – ha commentato Arcuri in occasione della presa in carico del farmaco – richiedono infatti la partecipazione di tutta l’industria farmaceutica italiana e l’utilizzo della totalità delle opzioni disponibili nell’interesse dei pazienti, con il fine primario che tutti dobbiamo condividere, di fare ogni sforzo per la loro guarigione. Desidero esprimere il mio ringraziamento all’Arma dei Carabinieri per la tempestività e l’efficacia dell’intervento. Il farmaco sarà immediatamente distribuito agli ospedali che ne hanno bisogno”.
Arcuri però può contare anche su un altra forza, mai come ora alleato prezioso. Quella della tecnologia, della ricerca e dell’innovazione in campo contro l’emergenza Covid. Tutto sotto il cappello di Innova per l’Italia l’iniziativa lanciata per aziende, università, enti e centri di ricerca pubblici e privati, associazioni, cooperative, consorzi, fondazioni e istituti che, attraverso le proprie tecnologie, possano fornire un contributo nell’ambito dei dispositivi per la prevenzione, la diagnostica e il monitoraggio per il contenimento e il contrasto del diffondersi del coronavirus.
Di che si tratta? Di un progetto nato per iniziativa congiunta del ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, del ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e del ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, insieme a Invitalia e a sostegno della struttura dello stesso Commissario straordinario Arcuri.
Nella pratica, aziende, università, enti e centri di ricerca pubblici e privati, associazioni, cooperative, consorzi, fondazioni e istituti sono espressamente invitati a proporre il loro contributo in tre ambiti: il reperimento, l’innovazione o la riconversione industriale delle proprie tecnologie e processi, per accrescere la disponibilità di dispositivi di protezione individuale (in particolare mascherine chirurgiche) e la produzione dei sistemi complessi dei respiratori per il trattamento delle sindromi respiratorie (inclusi singoli componenti).