Governare di questi tempi è impresa difficile e chi lo sta facendo merita tutto il nostro rispetto. Però l’uscita del premier Conte di ieri sera è sbagliata nei tempi, nei modi e nella sostanza.
È sbagliata nei tempi perché non c’è una ragione al mondo per rivolgersi agli italiani poco prima della mezzanotte, peraltro con trenta minuti di ritardo sull’orario annunciato.
La situazione è di emergenza nazionale e l’abbiamo capito tutti: proprio per questo chi governa ha il dovere di mantenere il controllo dei nervi e di trovare modi per rivolgersi alla popolazione in grado di infondere speranza e sicurezza (per quanto possibile), mentre così si finisce per scaraventare ansia a tonnellate su milioni di persone (che poco dopo debbono cercare di prendere sonno).
È sbagliata nei modi perché il messaggio unilaterale via social network sarà anche moderno, ma poco (e male) si concilia con un corretto modo di comunicare con i cittadini. Innanzitutto perché c’è la TV di Stato, che ha esattamente la funzione di informare la nazione (soprattutto nei momenti critici). E poi perché l’elusione sistematica delle domande non fa un buon servizio a nessuno, men che meno a quell’idea di convivenza democratica già molto sotto pressione per molteplici ragioni.
Infine è sbagliata nella sostanza perché si è deciso di partire con la dichiarazione pubblica senza avere pronti gli atti concreti, tanto è vero che a molte ore dall’annuncio del Primo Ministro non vi è traccia del decreto che incide sulla vita (lavorativa e sociale) di milioni di persone, tutte in attesa di capire cosa ne sarà di loro domani (cioè lunedì, primo giorno lavorativo della settimana).
In momenti come questi occorre mantenere un rapporto di fiducia tra governanti e governati, rapporto fatto di trasparenza e disponibilità al confronto.
Va detto, ad esempio, che nella pur tragica situazione lombarda i vertici della Regione (il governatore Fontana, l’assessore Gallera) stanno facendo bene sotto il profilo del rapporto con i loro cittadini, avendo scelto di dedicare alcuni spazi della giornata all’informazione (e lo scrivo io che ho criticato duramente il video del Presidente Fontana con la mascherina, critica che per molti versi rifarei).
Il governo invece ha delegato quasi tutta la propria comunicazione all’appuntamento delle 18.00 con la Protezione Civile, dove però si svolge un’altra “partita”, che non può essere sostitutiva di quella essenziale tra nazione e suoi vertici istituzionali.
Ci pensino seriamente a Palazzo Chigi, un’inversione di rotta si impone, già da queste ore.