I Padri Fondatori
Roma, Senato della Repubblica, Palazzo Madama
fino al primo agosto
Nell’Italia del XXI secolo troppe persone non conoscono i nomi di chi ha donato la propria vita per far nascere la nostra nazione: da questa considerazione è partita l’idea di dar vita alla mostra “I Padri Fondatori”, presentando a Palazzo Madama un centinaio di opere tra documenti, libri, lettere, manoscritti, cimeli, fotografie, dipinti a olio, per documentare i ritratti di questi protagonisti mettendo in luce anche altre figure che si mossero all´interno delle cosiddette idealità comuni: da Cesare Beccaria a Ugo Foscolo e Alessandro Manzoni; da Carlo Cattaneo a, tra gli altri, Vincenzo Gioberti, Giuseppe Mazzini, Massimo D´Azeglio, Giuseppe Garibaldi, fino ad arrivare a Camillo Cavour. La rassegna si articola in varie sezioni: Storie d´Italia; Verso la Costituzione; I Precursori; I Padri fondatori; Il Pantheon Ideale. Dalla metà del secolo XVIII, l´impetuosa spinta del pensiero illuminista produsse un forte movimento riformatore anche da parte dei governi monarchici assolutisti del tempo. L´attività riformatrice in Italia, dunque, si configurò come parte del più generale moto di rinnovamento politico, giuridico, amministrativo e culturale di cui l´”assolutismo illuminato” si fece promotore in Europa. Tra I Precursori: Cesare Beccaria, Pietro e Alessandro Verri; Ugo Foscolo; Alessandro Manzoni. A partire dal 1860 iniziarono a circolare una serie di immagini legate agli avvenimenti contemporanei. Dalla raffigurazione delle battaglie del 1859 ai fatti occorsi durante la spedizione dei Mille; dalle mappe con le annotazioni dei luoghi degli avvenimenti bellici alle fotografie con i ritratti dei singoli protagonisti. Ma allo stesso tempo presero a circolare delle tavole litografate con ritratti di “gruppo”. Attraverso le moderne tecniche di riproduzione meccanica si riusciva infatti a realizzare quello che con la pittura e con la fotografia non si riusciva a creare: una sorta di ritratto collettivo dei “protagonisti” delle vicende risorgimentali. In questo modo, sulle tavole litografate, potevano trovar posto Garibaldi e Ricasoli accanto a Cavour e Napoleone III o Vittorio Emanuele II, cercando di produrre opere che, mediante l´inclusione o l´esclusione di questo o di quel personaggio potessero avere la più ampia condivisione e diffusione. Ogni ritratto di gruppo rispondeva perciò ad una esigenza politica e culturale, spesso legata anche alla committenza. Si creava così un Pantheon Ideale, in cui le figure dei Padri della Patria, si mostravano ai patrioti risorgimentali. Ma allo stesso tempo questa necessità di trovare dei Padri Fondatori, consentiva di recuperare suggestioni culturali molto più lontane. La mostra è stata promossa dal Senato e dall´Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, curata dal presidente Giuseppe Talamo, scomparso lo scorso 25 maggio: questa è stata l´ultima sua produzione scientifica. Ed è emblematico che le celebrazioni del 2011, centocinquantesimo anniversario dell´unità d´Italia si aprano con una mostra progettata da uno dei protagonisti delle celebrazioni del 1961.
Compostela e l’Europa
Vaticano, Braccio di Carlo Magno
fino al primo agosto
E’ dedicata al primo arcivescovo di Santiago di Compostela, figura fondamentale nella costruzione della cattedrale e promotore del pellegrinaggio, la mostra allestita fino al prossimo primo agosto nel Braccio di Carlo Magno, in Vaticano. La rassegna, occasione inedita per conoscere a fondo la storia dell’importante sito spagnolo e il suo fondamentale contributo all’arte romanica europea, vede come curatore Manuel Castiñeiras, riconosciuto specialista in arte medievale, che spiega la storia del cammino: “La tradizione che parla della tomba dell´apostolo Giacomo il maggiore è molto antica, ma il ritrovamento dei suoi resti avvenne molto più tardi, nel IX secolo, sul fianco di una montagna, in un piccolo borgo. Ciò motivò la costruzione di una prima basilica, molto ridotta; poi di una seconda, sempre dalle piccole dimensioni, nello stesso secolo. Indicava un culto locale per ospitare questa tomba. Fu allora che Santiago smise di essere un punto periferico dell´Europa, un luogo nel finis terrae. La costruzione della cattedrale fu accompagnata da un´intera opera per trasformare Santiago in un centro importante nella politica e nella mappa religiosa del suo tempo. Si voleva che Santiago fosse espressione di un pellegrinaggio importante, all´altezza di Gerusalemme e di Roma; che fosse non solo sede del vescovo, ma anche sede metropolitana, e per ottenere tale dignità Gelmírez si recò a Roma. Infine, Santiago riuscì persino a diventare legazione papale in Spagna in quel periodo”. La mostra è organizzata dalla Xunta di Galicia e si inserisce all’interno delle attività programmate in occasione dell’anno santo. Fra le opere esposte provenienti dalla Cattedrale di Santiago e da altri monumenti spiccano la colonna tortili e il bassorilievo “Donna con i grappoli d’uva”, così come opere d’arte provenienti da monumenti situati lungo le vie di pellegrinaggio a Compostela come Santa Fede di Conques, San Saturnino di Tolosa o Santiago di Altopascio. Un’opportunità unica, per chi non è mai stato a Santiago, di sperimentare la suggestione della cattedrale ed esperienza imperdibile, per le persone che già hanno compiuto il pellegrinaggio, di riviverne l’emozione. E un grande catalogo, edito da Skira e pubblicato in italiano, spagnolo, francese, inglese e galiziano, permette di approfondire il fascino e la religiosità dell’arte romanica.
Michelangelo Merisi da Caravaggio
Porto Ercole, Chiesa di Sant’Erasmo
dal 18 luglio al 18 agosto
La chiesa di Sant´Erasmo di Porto Ercole ospita per un mese la mostra evento Michelangelo Merisi da Caravaggio “chiuder la vita”. L’iniziativa, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal comune di Monte Argentario, sostenuta da Eni, curata da Valeria Merlini e Daniela Storti con il coordinamento scientifico di Francesca Temperini, prodotta da Aleart progetti d´immagine e corredata da un catalogo Skira, intende celebrare gli ultimi momenti della vita del grande artista che proprio in questi luoghi concluse la sua esistenza. Scrive il biografo Bellori:….Così il Caravaggio si ridusse a chiuder la vita e l´ossa in una spiaggia deserta, ed allora che in Roma attendevasi il suo ritorno, giunse la novella inaspettata della sua morte, che dispiacque universalmente…..
Nel luglio del 1610 Michelangelo Merisi da Caravaggio scomparve infatti per sempre. Nel disperato ed estremo tentativo di tornare verso Roma, da dove era fuggito avendo ucciso un uomo, Caravaggio lascia per l´ultima volta la costa di Napoli con le sue poche cose. Con lui tre dipinti probabilmente destinati al Cardinale Scipione Borghese, suo avido collezionista e uomo dall´enorme potere, unico probabilmente in grado di commutare la sua pena in grazia, permettendogli di tornare a una vita vera. Quali siano state le reali circostanze che lo portarono alla morte nessuno le sa con precisione; dopo alcuni anni i biografi più noti del tempo lasciarono ai posteri una versione curiosamente concorde sulla fine della sua esistenza. Giunto a Palo, Caravaggio venne inaspettatamente arrestato e due giorni dopo, riacquistata la libertà, si lanciò all´ inseguimento della feluca su cui le sue opere avevano proseguito il viaggio, nel tentativo disperato di recuperare l´unico reale salvacondotto per il potente Cardinale. Stremato dalla fatica e dalla febbre che lo aveva colto, uno dei geni assoluti della pittura di ogni tempo, trovò la morte a soli trentanove anni sulla spiaggia di Porto Ercole, disperdendo ogni umana traccia di se. Così oggi, a quattrocento anni dalla sua scomparsa, si celebra Michelangelo Merisi da Caravaggio nel luogo dove la storia ha voluto che giungesse a “…chiuder la vita…” Celebrato attraverso la sua pittura, segno potente e indissolubile della sua grandezza, ricostruendo l´ipotetico carico della sua agognata feluca nel simbolico “ventre” della chiesa più antica di Porto Ercole. Con lo straordinario San Giovanni Battista della Galleria Borghese, opera unanimemente riconosciuta dalla critica come appartenente al prezioso carico dell´imbarcazione, e due rivisitazioni o più appropriatamente due ricognizioni realizzate da Nicola Samorì attraverso le copie esistenti delle altre due opere di Caravaggio. Così il giovane artista, mantenendo un approccio analitico nelle proporzioni e nel canone grafico, persegue la ricerca di una rappresentazione mentale della memoria attraverso il principio della dispersione e della separazione assoluta. Artista di punta delle giovani generazioni, apprezzato da un pubblico internazionale per le sue significative presenze in sedi pubbliche e private in Europa, Stati Uniti e Australia, Nicola Samorì ha recentemente presentato a Roma una sua opera, con il patrocinio dell´Associazione Parlamentare per l´Arte Contemporanea e una testimonianza di Claudio Strinati, ex Soprintendente al Polo Museale Romano.
Un filmato inserito all´interno dell´allestimento permette inoltre di vedere gli spezzoni dei film che negli ultimi ottanta anni hanno raccontato gli istanti finali della vita del grande artista lombardo, rivissuti attraverso la sensibilità dei maggiori registi ed interpreti internazionali. Accompagnano l´evento una serie di appuntamenti teatrali previsti ogni sabato per tutto il periodo di mostra, a ingresso libero.