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Che cosa si muove al centro. Il progetto Popolari per l’Europa

Attrezzarsi per evitare che le sensibilità di centro e di centrodestra del Paese restino apolidi, nella consapevolezza che l’intero panorama politico italiano post montismo è atteso da cambiamenti e contingenze che potrebbero modificarne protagonisti e scenari.

Quella che andrà in scena oggi al Capranichetta di Roma non sarà solo l’ennesima tavola rotonda su Europa e dintorni. Ma un battesimo vero e proprio. Perché i primi passi dell’associazione Popolari Italiani per l’Europa, animata fra gli altri dagli eurodeputati Giuseppe Gargani e Potito Salatto e dal senatore Gabriele Albertini, indicano alcune direzioni di marcia.

Political plan
Il ragionamento è semplice: da un lato il Pdl, legato a doppia mandata al suo leader che vivrà sulla propria pelle tutti i riverberi delle sorti di Silvio Berlusconi. Quindi con un alto tasso di incertezza legato a molteplici fattori, in primis i suoi processi. Più al centro il tentativo di offrire su un piatto d’argento una exit strategy all’Udc post fase (calante) montiana ancorata ai destini non certo esaltanti di Scelta civica. Che, non solo dagli ultimi sondaggi vede dimezzati i propri consensi, ma che sta attraversando una fase involutiva quanto a direttrici di marcia e leadership.

Un laboratorio
Ecco che quindi occorre un luogo per sperimentare. Ma non ipotesi astruse e di difficile metabolizzazione per l’elettorato, bensì un laboratorio “dolce” all’interno del quale provare, magari, a far confluire i fuoriusciti del Pdl, quelli che potranno essere i nuovi elettori di un nuovo contenitore di centro moderato, e comunque fornire una risposta credibile a un elettorato che non guarda a sinistra, né al socialismo democratico, né tantomeno al populismo grillino.

Perché l’Ue
“Europa, tra recessione e contraddizioni dell’euro”quindi come un biglietto da visita di chi, per nulla cieco alle deficienze strutturali che l’Unione accusa, non intende certo rinunciare all’idea di una comunità continentale che scacci le tentazioni localistiche da piccolo cabotaggio. La tavola rotonda odierna, dunque, al di là degli interventi tematici, come quelli dei relatori Francesco Sacco, Paolo Savona, Rainer Masera e Massimo Lo Cicero, vivrà un passaggio significativo nel dibattito fra Gargani, Albertini, Brunetta, D’Alema e Pomicino. Per ragionare su quanto sia utile una nuova primavera del popolarismo. Fermo restando che l’assenza di partiti è causa di un deficit democratico lamentato e patito da tutti, urge affrontare l’emergenza legata alla convivenza fra movimenti e contenitori partitici classici.

Quale meta
Per cui, è la vulgata maggiormente diffusa tra i nuovi Popolari europei italiani, a moderati, riformisti, laici e cattolici non resta che riflettere su scelte univoche e omogenee nell’unico nuovo contenitore che bypassi lo sfrenato leaderismo andato in scena nel Paese. E partendo proprio dall’Europa.
twitter@FDepalo



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