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Zhenhua, perché la Cina è attenta anche all’anti-Stato. Scrive Adriano Soi

hacker

Dalle pagine del Foglio abbiamo appreso che due milioni e mezzo di persone in tutto il mondo sono state schedate da Zhenhua Data, società cinese costituita un paio d’anni fa e specializzatasi nella raccolta di dati personali tratti da fonti aperte.

Sembra che anche dalle parti di Shenzhen, il diavolo faccia bene le pentole ma non i coperchi e così è capitato che qualcuno ha scoperchiato Okidb, il database della premiata ditta, e ne ha spiattellato parte dei contenuti a una rete di giornali di tutto il mondo, che ce li hanno imbanditi.

Un’attività di questo genere è l’ultima cosa che possa meravigliare, in un mondo in cui i dati personali si trovano a ogni angolo del web e tutti hanno capito che — con un minimo di investimenti in tecnologia per raccoglierli, selezionarli e trattarli — ci si possono fare sostanziosi affari. I cinesi in questo sport sono forse arrivati con qualche ritardo, ma sembrano aver recuperato molto in fretta.

Naturalmente, non provare meraviglia non esclude la curiosità, a partire da due interrogativi complementari: per chi lavora Zhenhua e quali categorie di personaggi sono finiti sotto la sua lente d’ingrandimento? Se fosse vero quanto i giornalisti sono riusciti a leggere sul sito della società prima che fosse chiuso, tra i clienti indicati figuravano l’esercito e il Partito comunista. Ma se anche non ce lo avessero scritto a chiare lettere, non ci saremmo dovuti spremere le meningi per ipotizzarlo, soprattutto dopo aver appreso, approfondendo la nostra conoscenza della normativa cinese in relazione alla vicenda 5G, quanto sono, o possono alla bisogna diventare stretti i rapporti tra governo cinese e società private che abbiamo una qualche rilevanza per la sicurezza nazionale. Nel nostro caso, poi, si tratta di un azienda che produce informazione, la materia prima del potere e della sicurezza.

Qual è l’“oscuro oggetto del desiderio” di Zhenhua Data e dei suoi “misteriosi” clienti? Quali persone venivano fatte oggetto di quello che potremmo definire un vero e proprio dossieraggio 4.0? Si tratta di cittadini stranieri, tra cui poco meno di 5.000 italiani su un totale di circa 250.000 nomi scivolati via dalla pentola di Shenzhen: il campionario comprende politici, imprenditori militari, esponenti di rilievo della società civile e persino criminali.

È facile osservare quanto una raccolta di dati di questa natura possa risultare funzionale alla capillare, instancabile e strategicamente mirata opera di penetrazione economica svolta dai cinesi, ormai da molti anni, in larga arte dell’Asia, dell’Africa e dell’Europa occidentale. Tra i potenziali clienti del database potremmo annoverare, oltre a quelli già citati e alle agenzie di intelligence, anche fondi di investimento, banche e la miriade di società impegnate all’estero.

Se volessimo fare un paragone tra fenomeni che in Italia da anni sperimentiamo sulla nostra pelle, potremmo dire che l’influenza e la penetrazione russa battono preferenzialmente le tradizionali vie dello spionaggio, della disinformazione e dell’intossicazione informativa; mentre i cinesi, pur non disdegnando l’uso delle componenti più tradizionali della cassetta degli attrezzi di intelligence, fanno leva sulla penetrazione capillare in ambienti qualificati, sull’influenza culturale, sulle relazioni bilaterali e su una raffinata, incisiva azione di lobbying.

Già che il discorso ci ha portati in Italia vediamo, in conclusione, quali tipologie di nostri concittadini sono finite nello “strascico informativo” di Zhenhua: si tratta, a quanto si è letto, di tre categorie, la prima delle quali è quella delle “persone politicamente esposte” (parlamentari o ex tali, ex esponenti di governo, ma nessuno di quello attuale, imprenditori, scienziati, prelati e esponenti di autorità portuali, ciò che sembra confermare la natura governativa dei committenti della ditta di Shenzen, dato il noto interesse cinese per gli scali marittimi). La seconda comprende i collaboratori e i familiari dei politici, denotando un’attenzione tipicamente intelligence ai possibili punti di aggancio del personaggio-obbiettivo o a relazioni che possono renderlo debole o condizionarlo. La terza, infine, numericamente la più ampia, comprende criminali e terroristi a giudizio, l’anti-Stato (una sezione simile è stata rilevata per Messico e Giappone) come a dire: siamo molto attenti alla mappa del potere reale e a tutte le vie percorribili per influire su quello legale. Governi e Paesi avvertiti…


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