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Cina, manovre militari davanti a Pechino (e la reazione Usa)

Con una mossa molto particolare, rara, l’Esercito popolare cinese avvia da oggi una serie di esercitazioni davanti a Pechino. Prima nel Mare di Bohai, al largo del porto nord-orientale di Qinhuangdao; poi nella parte meridionale del Mar Giallo, martedì e mercoledì, al largo della città di Lianyungang; successivamente le manovre si spingeranno verso il Mar Cinese Meridionale (le rotte contestate su cui Pechino rivendica totale controllo per ragioni strategiche e simboliche).

Le esercitazioni saranno di carattere navale, e vedranno impegnate anche le unità anfibie che il Partito/Stato ha voluto rafforzare negli ultimi anni – sono un elemento importante per le forze armate, ma anche in questo caso hanno valore simbolico, perché sono un messaggio diretto a Taiwan, in quanto unità potenzialmente coinvolte nelle operazioni per la riconquista dell’isola che la dottrina politica cinese considera una provincia ribelle.

Il tema militare è un elemento di attualità in Cina. Mentre la narrazione del Partito comunista che controlla il Paese tende a descriverlo come uno strumento del popolo per il bene del popolo, recentemente il capo del Pentagono, Mark Esper, ha firmato il lancio pubblico della contro-iniziativa. Con un op-ed uscito sul Wall Street Journal il segretario alla Difesa americano scrive – in un pezzo spinto già dal titolo, “Il Pentagono è pronto per la Cina” – che “l’esercito cinese non serve il Paese o la costituzione”. L’intento è evidente: spingere per staccare i cinesi dall’esercito e dalle strutture del Partito, portare alla luce incoerenze, creare elementi di destabilizzazione interna sulla base di situazioni che possa a mettere in imbarazzo la leadership di Pechino — che per esempio predica armonia, ma spinge sull’acceleratore militare e mostra continuamente i muscoli in modo minaccioso.

”L’articolo [di Esper] ha distorto l’immagine dell’Esercito popolare” che condivide con il Partito “la stessa missione di servire il popolo con tutto il cuore come menzionato nella Costituzione cinese”, ha detto il ministero della Difesa replicando al capo del Pentagono. L’esercito del Paese è profondamente radicato nelle persone, dice il braccio armato del governo, e ha dato “un grande contributo al raggiungimento dell’indipendenza nazionale e alla liberazione del popolo in termini di costruzione economica, soccorso in caso di calamità e protezione della vita e della proprietà delle persone”.

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