Nel nuovo pacchetto da mille miliardi di dollari per il sostegno all’economia nazionale, potrebbero confluire 29 miliardi per la Difesa, 7 dei quali specificatamente dedicati a nuove acquisizioni di sistemi d’arma. La proposta arriva dai repubblicani del Senato, e in particolare dalla Commissione Appropriations presieduta da Richard Shelby. Rispetto al precedente piano per la ripresa economia, riporta in alto i fondi destinati al Pentagono, destinatario allora di 10 miliardi di dollari per l’acquisto di presidi sanitari. Ci sarebbe l’accordo con la Casa Bianca, ma si prevede imponente l’opposizione dei democratici a Capitol Hill.
IL SUPPORTO ALLA DIFESA
Come riportato dal sito specializzato DefenseNews, le risorse per il dipartimento della Difesa previste dal bill repubblicano verrebbero così suddivise: circa 7 miliardi saranno riservati all’acquisto di sistemi d’arma; mentre 11 miliardi verranno utilizzati per ripagare le aziende dell’industria della difesa statunitense dei costi legati alla pandemia. Secondo un sondaggio fatto dalla National Defense Industrial Association, principale associazione a stelle e strisce del settore difesa e sicurezza, più del 60% delle piccole aziende del settore ha registrato in questi mesi un drastico calo del fatturato. “Abbiamo dato al Pentagono l’autorità e gli strumenti per rimborsare queste compagnie al fine di mantenere in forze l’industria della difesa, ma il Dipartimento ha bisogno dei fondi per utilizzare questi strumenti”, ha detto Jim Inhofe, presidente della commissione Armed Services del Senato. “Le aziende della difesa hanno fatto un lavoro eccezionale nell’assicurarsi che i loro fornitori potessero restare aperti e continuare a pagare i propri dipendenti”, ha aggiunto il senatore repubblicano dell’Oklahoma.
LE MOSSE CONTRO LA PANDEMIA
A metà maggio, ad esempio, il campione nazionale Lockheed Martin aveva annunciato 300 milioni di dollari per preservare la catena di fornitura dai venti di crisi da Covid-19, da aggiungere ai 450 già precedentemente stanziati in pagamenti anticipati ai sub-contractor e da affiancare alle 3.400 assunzioni che l’azienda aveva realizzato dall’inizio della pandemia, nell’ambito delle 12 mila previste entro la fine dell’anno. Negli Stati Uniti, il supporto al settore industriale da parte del Pentagono è stata una delle prime misure messe in campo, già a metà marzo, contro la crisi pandemica. Il dipartimento guidato da Mark Esper ha chiarito da subito di voler difendere il comparto, disponendo dunque l’aumento dei pagamenti progressivi sui contratti in essere, dall’80 al 90% dei costi per le grandi aziende e dal 90 al 95% per le medie e piccole. Ha inoltre accelerato i pagamenti ai prime contractor, chiedendo loro di fare lo stesso sulle rispettive filiere. Sebbene molte delle aziende del comparto abbiano riaperto e ricominciato a produrre, gli esperti della difesa stimano che i principali programmi industriali della difesa subiranno un ritardo di almeno tre mesi.
I FONDI DELLA DISCORDIA
Oltre al rimborso per le aziende messe alle strette dal virus, i fondi previsti dovrebbero essere utilizzati anche per ampliare le capacità della macchina militare statunitense. Secondo quanto stabilito nel disegno di legge presentato lunedì scorso, la Us Air Force dovrebbe ricevere più di due miliardi di dollari: 686 milioni per i jet F-35A, 720 milioni per gli aerei cargo C-130 e 650 milioni per la sostituzione dei bombardieri A-10. All’Esercito, invece, dovrebbero andare 658 milioni: 375 milioni per il miglioramento del veicolo corazzato Double V-Hull Strykers e 283 milioni per l’acquisto dei nuovi elicotteri da combattimento AH–64 Apache Block IIIB. Si aggiungono a questi, le risorse necessarie per l’aggiornamento di alcune sezioni del programma antimissilistico nazionale (principalmente i sistemi Terminal high altitude area defense e Ground-based mid-course defense), per la costruzione di quattro navi-ospedale, di navi dotate di capacità anfibie e per il sostegno dei cantieri navali inseriti nella filiera delle navi da guerra (complessivamente poco meno di 2 miliardi di dollari). Ritenuti indispensabili dai repubblicani per sostenere l’economia e la difesa nazionale, gli stanziamenti sono stati criticati dai democratici. “Il documento contiene miliardi di dollari per programmi che non sono collegati al coronavirus – ha spiegato Patrick Leahy, vicepresidente della commissione Acquisizioni del Senato – inclusi sette miliardi per quella che appare essere la lista dei desideri della Difesa”.
VERSO IL BUDGET 2021
Le recenti approvazioni delle proposte di legge per il finanziamento della difesa per il 2021 (National defense authorization act 2021) presentate al Senato e alla Camera non sembrano presagire, almeno nell’immediato, che l’effetto del virus si riverbererà in modo sostanziale sull’intero budget per la sicurezza nazionale. Entrambi le proposte legislative, infatti, si avvicinano in maniera sostanziale ai 740 miliardi di dollari che l’amministrazione guidata da Donald Trump aveva richiesto agli inizi di febbraio: se la Camera (a maggioranza democratica) ha proposto un budget di circa 732 miliardi, il Senato (a maggioranza repubblicana) ha presentato uno stanziamento che copre le intere richieste della Casa Bianca. Sebbene, quindi, le richieste dell’amministrazione sembrino complessivamente esaudite, è importante sottolineare come entrambe le proposte assegnino meno fondi al Pentagono: circa 635 miliardi a fronte dei 705 richiesti.