Il Parlamento sta per andare in vacanza: Montecitorio e Palazzo Madama riapriranno il 9 settembre. L’Avvocato del Popolo ed il suo “secondo governo” – lo chiama così per distinguerlo dal primo in cui era quasi un comprimario – non andranno mai in ferie, anche perché ricordano il 14 agosto 2018, quando fu difficile trovare ministri che erano al mare o ai monti. I ministri si alterneranno a turni in meritate pause dal sudato lavoro. Ci sarà, però, sempre un presidio a Palazzo Chigi e tramite un “app” saranno tutti rintracciabili ogni minuto, anzi ogni secondo.
Ci sarà, tuttavia, un ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa. E Conte vuole riprendere una prassi dei governi Spadolini e Craxi (la ha appresa da commessi di Palazzo Chigi ora in procinto di andare in pensione ma che hanno servito il Palazzo per decenni): donare un libro, ossia una lettura per l’estate, a ministri e sottosegretari. Spadolini si faceva aiutare da un professore di storia dell’Università di Firenze: i libri trattavano del Risorgimento. Craxi si rivolgeva ad accademici “di area” (come si usava dire allora): i libri erano immancabilmente su Garibaldi. I maligni dicono il ministro della Funzione Pubblica, Remo Gaspari ne facesse omaggio ai bagnini che sulla spiaggia di Vasto, gli approntavano l’ombrellone dove l’estate usava “tenere corte” per il suo elettorato.
Conte si è rivolto al suo portavoce e consigliere in toto Rocco Casalino. Quest’ultimo, un po’ perché afflitto da problemi personali (hanno avuto grande spazio sulla stampa anche rosa ma per rispetto della privacy, noi non ne parliamo) un po’ perché abituato all’alta strategia (non ad incombenze affidate a “professorini”), ha passato il compito ad uno dei suoi dieci assistenti ammassati nell’ufficetto dietro il suo studio, che è tale da fare invidia al Card. Mazzarino. Il Movimento 5 Stelle è post-ideologico ed alberga varie anime, purché anti-sistema (e purché – sussurrano le male lingue –in grado di apprezzare i lussi del sistema se ci entrano). La corvée è stata passata ad un “comunicatore” anarco-libertario che ha ordinato una cinquantina di copie del saggio La Forza del Capitalismo – Un viaggio nella storia recente di cinque continenti di Rainer Zitelmann (IBLLibri, pp.340, € 20).
Il titolo avrebbe potuto indurre a pensare che il volume non sarebbe andato bene ai ministri, vice ministri e sottosegretari del Pd e di Leu ma l’incaricato ha sfogliato il libro ed è rimasto affascinato dal primo capitolo: tratta come la Cina delle liberalizzazioni e dell’apertura al mercato sia passata dalla carestia al miracolo economico. Una lettura splendida – ha pensato – per il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e per il ministro dello Sviluppo Economico, ambedue apertamente filocinesi. In effetti, il volume pubblicato in Germania circa un anno e mezzo fa, è stato scritto prima che il Covid-19 e le vicende di Hong Kong mostrassero a tutti di che lacrime grondi e di che sangue il sistema economico che impera da Pechino sul resto dell’immenso Paese.
Zitelmann ha due dottorati (sociologia e storia) dell’Università di Francoforte ed ha pubblicato 21 libri, ma non ha fatto una carriera accademica. È stato editore ed editorialista (per anni grande firma di Die Welt). Il capitalismo non solo lo studia ma lo pratica, lo ha nel sangue; nel 2000 ha creato una propria azienda di consulenza. Ora vive a Berlino, dove alterna l’attività di investitore a quella di saggista.
Il secondo capitolo dovrebbe piacere al ministro dell’Economia e delle Finanze, il quale non apprezza certo la forza del capitalismo: nel 1986 prese la tessera del Pci ed è stato una punta di diamante della Gioventù Comunista, prima di diventare “ex-post-neo…”. Ma nel capitolo trova tanti argomenti per dire al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che è inutile, anzi dannoso, rispondere positivamente alle continue richieste del dicastero di cui è titolare di aumentare gli aiuti all’Africa. Il libro documenta che i Paesi che crescono meglio e di più (anche il piccolo Ruanda) sono quelli che ricevono meno aiuti e liberalizzano alla grande.
Il terzo capitolo pare fatto su misura per l’Avvocato-Presidente. È un’analisi di quella Germania dove si sta preparando un nuovo Wirtschaftswunder (miracolo economico). L’Avvocato-Presidente necessita del sostegno di Berlino, anche se è po’ geloso degli “amorosi sensi” che si scambiano Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Sa, infatti, che il monitoraggio del programma di riforme, necessario per avere i miliardi del Recovery and Resilience Fund, sarà severo e che noi “ce la caveremo” solo se Berlino ce la mette tutta. Cosa meglio che mostrare a Frau Angela una buona conoscenza delle due Germanie e del processo di riunificazione?
Il quarto capitolo (in cui si confrontano le due Coree) è perfetto per il ministro per il Sud, che predica intervento statale per il Meridione e le Isole? Prima della guerra del 1950-53 il Nord della Penisola coreana aveva una forte industria pesante ed il Sud languiva di povera agricoltura tanto che Pyongyang pensò di divorarlo con un rapido boccone. Oggi, la Corea del Sud ha un Pil pro-capite analogo a quello dell’Italia, mentre quella del Nord è alla fame nera tanto che ci vorrebbe la Caritas.
Il quinto capitolo – si è detto il nostro- piacerà a Italia Viva: quasi un premio di consolazione dato che i sondaggi ne deprimono i dirigenti. Tratta delle riforme pro-mercato di Thatcher e di Reagan. Non piacerà ai renziani il settimo che fa a pezzi “il mito del socialismo scandinavo”.
Il sesto capitolo è un po’ bifronte: sviscera i guai del Venezuela – un tempo (mormorano i pettegoli) nostro “vicino”- e loda le virtù del Cile.
Nessuno, però, seguirà l’esempio di Remo Gaspari perché si legge come un romanzo, Perfetto per l’estate. E non solo.