Un check up dello stato di salute dei partiti che ha seguito quattro indicatori: intenzioni di voto, distribuzione dei consensi nelle diverse zone del Paese, il favore nelle diverse generazioni e la composizione delle aree politiche dei sostenitori dei vari partiti. Ecco la fotografia di Swg.
OGGI, CHE INTENZIONI AVETE?
La trattativa con l’Europa sul Recovery Fund ha avuto l’effetto, anche se non travolgente, di far crescere nei sondaggi le forze che compongono la maggioranza di governo. Il primo partito resta comunque la Lega di Matteo Salvini (26,3%, in calo dello 0,2), ma nel complesso Partito democratico, Movimento 5 Stelle e LeU guadagnano oltre un punto percentuale. A calare, invece, nel breve termine Fratelli d’Italia (-0,3%) e Forza Italia (-0,2%).
LA LEGA PERDE LA VOCAZIONE NAZIONALE
Resta innegabile il grande consenso dalla Lega negli ultimi due anni. Tuttavia, dopo la crisi di governo aperta da Matteo Salvini nell’agosto 2019 il partito ha subito un calo significativo, soprattutto al Sud e al Centro. Se nel 2018 poteva contare nel 24,3% dei consensi al Sud e in Sicilia, oggi si ritrova con il 13,8% dei consensi, mentre al centro è passata dal 27,4% al 22,8%. Dall’analisi del suo elettorato, emerge un leggero rafforzamento tra i giovanissimi, passati dal 18 al 25%. Importante, invece, l’area politica di riferimento dei suoi elettori: spostati più verso il centro che verso la destra.
LA SCALATA DI FRATELLI D’ITALIA
Quella del partito guidato da Giorgia Meloni è una scalata verso l’alto che non accenna a fermarsi. Dal 2018 Fratelli d’Italia è passata al 13,9%, attraendo un elettorato di destra che fino al 2019 si era spostato su altre forze politiche. Stabile nel Triveneto, cresce molto nel Nord Ovest, nel Centro, nel Centro-Nord (Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche) e nel Sud. Tra le generazioni, diminuisce i consensi solo tra i giovanissimi. La composizione politica del suo elettorato, principalmente di destra, beneficia dei flussi in entrata da Forza Italia e dalla Lega, ponendosi come riferimento “classico” della tradizione politica italiana.
IL PARTITO DEMOCRATICO VIRA A SINISTRA
Due anni non facili per il Partito democratico: una scissione che lascia il segno vede il partito guidato da Nicola Zingaretti oscillare attorno al 20% ma senza riuscire ad attirare nuovi consensi. Stabile più o meno ovunque nello stivale, tranne che al Nord e nel Triveneto. Perde una buona parte degli elettori giovanissimi (tra i 18 ei 23 anni) mentre cresce nella cosiddetta generazione x (40-55 anni). Si registra una virata a sinistra nella composizione del suo elettorato, passata dal 16% del 2018 al 30% attuale.
LA STRADA A OSTACOLI DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Gli ultimi due anni del Movimento 5 Stelle non sono stati tra i più luminosi. Passato dal 29% del 2018 al 16% del 2020, M5S ha affrontato in questo biennio la prima prova al governo del Paese. A livello territoriale, mostra una certa disomogeneità e si nota un calo notevole dei consensi al Nord e nel Triveneto, già a partire dal 2019 (anno caratterizzato dal picco di consensi della Lega), così come al Centro Nord (Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche). Al momento ha un peso significativo solo nel Centro e nel Sud. La composizione generazionale dei suoi elettori mette assieme giovanissimi e molto anziani, mentre diminuisce la presenza dell’età di mezzo. Nato come movimento di rottura dai partiti tradizionali, è ancora la casa di quella parte di persone che non si riconoscono nelle aree politiche tradizionali e aumenta (dal 21% al 20%) la quota dell’area di centrosinistra e sinistra.