La Francia si riscopre improvvisamente fragile, vulnerabile. E il calendario torna improvvisamente al marzo 2020, all’inizio del lockdown su scala continentale, anche se vanno fatte le dovute precisazioni. Giovedì sera il governo francese ha comunicato che nelle precedenti 24 ore erano stati registrati 16.096 nuovi contagi da coronavirus, il numero maggiore di casi mai rilevati finora nel Paese dall’inizio dell’epidemia. Ora, il dato di ieri non è paragonabile a quelli di marzo e aprile e questo per un motivo molto semplice. Sei mesi fa venivano fatti i tamponi quasi esclusivamente alle persone ricoverate in ospedale, oggi di tamponi se ne fanno oltre 150 mila al giorno. Non è dunque la stessa cosa, ma la situazione rimane comunque preoccupante.
Al punto che Olivier Véran, il ministro della Salute francese, abbia deciso pochi giorni fa di spacchettare nuovamente il Paese in zone: i gradi sono, dal meno al più grave, rosso, super rosso e scarlatto. L’ultima categoria, al momento, è attiva a Marsiglia e in Guadalupa, con misure estremamente restrittive: da sabato 26 settembre bar e ristoranti chiusi, ha detto Véran, per due settimane rinnovabili. Nelle aree super rosse, tra cui Parigi e molte altre città, ha chiarito il ministro, bar e caffè dovranno chiudere dalle 22 a partire da lunedì 28. A nulla è servita la resistenza della sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, preoccupata dall’impatto economico sul settore.
“Non si gioca con una pandemia”, ha chiarito il premier francese, Jean Castex che ha difeso le recenti misure adottate dal governo francese per contenere la diffusione del coronavirus rispondendo a France 2. Facendo appello alla ”responsabilità” che è ”necessariamente collettiva” di fronte al Covid-19, Castex ha detto che ”non voglio tornare a marzo” e che ”hanno torto quelli che boicottano” le direttive del governo. Il premier non esclude il ricorso a un nuovo lockdown qualora la pandemia di Covid-19 dovesse aggravarsi in Francia, che oggi ha confermato oltre 16 mila nuovi casi di infezione.
Come detto però, la situazione in Francia preoccupa ma non è la stessa di mesi fa. Non ancora, almeno. Un altro dato: ad aprile il picco di nuovi contagi registrati nel giro di 24 ore era stato di 5.497, quindi molti meno rispetto agli oltre 16 mila di giovedì, ma i morti erano diverse centinaia ogni giorno, mentre ora sono qualche decina. Di conseguenza la pressione negli ospedali del paese, seppur in aumento, non è paragonabile a quella vista nei mesi più critici.
Ma non c’è solo la Francia. Il Regno Unito si prepara a lasciare a terra gli aerei in uscita dal Paese. Ieri la Gran Bretagna ha registrato 6.634 nuovi casi di Covid-19 e 40 vittime nelle ultime 24 ore, per un totale di 416.363 contagiati e 42 mila decessi dall’inizio della pandemia.