L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha incontrato a Tripoli il capo del Consiglio presidenziale del governo di unità nazionale libico, Fayez al-Serraj, per discutere della “situazione generale della Libia in questo periodo difficile, reso ancora più complesso dalla pandemia”, spiega una nota stampa dell’azienda italiana.
L’incontro — prosegue il comunicato — si è incentrato su un aggiornamento sul costante supporto di Eni al Paese per quanto riguarda l’accesso all’energia e la continuità del business. Era presente anche il presidente della National Oil Corporation (Noc) Mustafa Sanallah, in questi giorni impegnatissimo nel complesso compito di far ripartire produzione ed esportazione del petrolio: asset economico vitale per il paese, bloccato dalle ambizioni egemoniche haftariane e dai movimenti sui giacimenti degli sponsor del signore della guerra dell’Est (vedere la Russia a Sharara, sulla direttrice sud di Tripoli, non troppo distante dal campo pozzi Eni di El Feel).
Anche oggi la Noc è tornata a sollecitare la liberazione di pozzi e raffinerie per permettere il riavvio del petrolio: il blocco, secondo le stime più realistiche, è costato 6,5 miliardi di dollari al paese, da quando a gennaio le forze militari dell’Est hanno soffocato il business petrolifero (dagli 1,6 milioni di barili potenziali siamo attualmente a 100 mila barili esportabili giornalmente).
Riconoscendo l’impegno di Sanalla e della Noc nello sbloccare la dannosa situazione, Descalzi ha ricordato come il fermo prolungato, oltre a compromettere i ricavi della Libia, può anche a causare il deterioramento degli impianti esistenti di trattamento dell’olio (una situazione particolarmente realistica per alcuni siti in Cirenaica dove opera la francese Total, secondo quanto spiegato da una fonte specializzata).
Ma l’incontro è andato oltre il petrolio (e il gas), a testimonianza di come Eni sia un vettore della politica estera italiana e una positiva presenza tricolore in vari contesti internazionali. Come nel caso della Libia, in cui si conferma la centralità dell’Italia. Descalzi ha confermato a Sarraj il pieno impegno della società per quanto riguarda le attività operative e progettuali nel paese e ha rinnovato l’attività di Eni nel campo sociale (su tutto, il ruolo nella produzione dell’energia elettrica), con particolare riferimento alle iniziative intraprese per supportare la Noc fornendo attrezzature medicali di protezione, diagnosi e trattamento essenziali nella risposta contro la pandemia prodotta dal nuovo coronavirus. Gli analisti in effetti temono che sebbene in Libia la situazione sembri abbastanza controllata, possa esplodere da un momento all’altro. Una preoccupazione centrale per il governo di Tripoli, alle prese soprattutto con gli strascichi dell’aggressione haftariana e la complicata fase di stabilizzazione.