L’esperto navale Hi Sutton ha scoperto – analizzando foto satellitari – che in passato la Russia ha schierato mammiferi marini per difendere la base di Tartus, affaccio russo sul Mediterraneo orientale dalla Siria. Foche e/o delfini sono stati inviati con ogni probabilità dal centro di addestramento che si trova in Crimea, a Kazachya Bukhta, connesso alla grande struttura di Sebastopoli che ospita la Flotta del Mar Nero – lo stesso comando che ha spedito nei giorni scorsi un sottomarino classe Kilo attraverso il Bosforo. I mammiferi servono alla difesa subacquea del porto, e fanno parte di una panoplia di sicurezza di primissimo livello che la Russia ha schierato attorno alla base – una delle più strategiche di cui attualmente dispone Mosca. Le insidie esistono, con l’allargarsi dell’assertività nel Mediterraneo potrebbero aumentare anche le minacce d’altronde. Per esempio: a giugno dello scorso anno, la raffineria di Banyas, a pochi chilometri da Tartus, subì uno strano incidente, dei tubi di trasbordo si staccarono dal molo e diverso petrolio finì perso in mare – la Siria lo definì un sabotaggio, ma non se ne conosce ancora il colpevole.
L’uso degli animali per certe attività, per quanto susciti curiosità, è tutt’altro che nuovo. Delfini e foche vengono regolarmente addestrate per essere usati in missioni di spionaggio e contro-spionaggio. Già ai tempi della Guerra Fredda, la Cia li usava per individuare i sommergibili dell’amata rossa, e a settembre dello scorso anno la Norvegia ha scoperto una beluga cablato aggirarsi sotto le coste delle isole Rolvsøya e Ingøya. Là si combatte per l’Artico e per le rotte dell’estremo Nord, e quello che è passato alle cronaca come “il Beluga di San Pietroburgo”, tra le preoccupazioni degli animalisti, aveva tutta l’aria di essere una spia russa. Forse fuggita dalla cattività, forse sorpresa in missione (non ha parlato).
I mammiferi a Tartus potrebbero essere stati spostati per missioni puntuali, visto che secondo Sutton sono apparsi a spot – lo si capisce dalla presenza delle gabbie, tolte e rimesse, visibili dai satelliti (che un tempo la Cia voleva integrare con i piccioni viaggiatori, per restare in tema). Oppure erano stati spediti per essere testati in ambiente operativo. Su Zvezda, canale televisivo della Difesa russa, nel 2017 è stato trasmesso un documentario proprio sull’addestramento militare dei mammiferi marini.