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Scuola, perché la didattica a senso alternato è l’unica possibile. Il commento di Ciccotti

Ieri è stata licenziata dal ministero dell’Istruzione una bozza per il rientro a scuola di settembre 2020. Si parla di:

– Entrata scaglionata degli alunni sino alle ore 10 del mattino;
– Classi divise in più sottogruppi;
– Formazione di neo-gruppi classi uniti per materia anche di anni diversi;
– Orario flessibile sino a 45 minuti dai 60 normativi;
– Doppio binario della didattica: in classe e a distanza (per secondaria di II grado);
– Lezioni in altri luoghi complementari, quali biblioteche, cinema, centri culturali, musei, gallerie, in accodo con enti locali e soggetti privati.
– Utilizzazione del sabato, per gli Istituti che lavorano su 5 giorni (circa il 90%).

OSSERVAZIONI. EVITARE PROPOSTE ASTRATTAMENTE TEORICHE 

Naturalmente le proposte mostrano un diuturno lavoro degli organismi ministeriali e va dato atto al ministro Lucia Azzolina di essere molto attenta nonché sensibile nell’affrontare una ridefinizione della didattica che potrebbe toccare anche taluni  aspetti del contratto nazionale, per cui sarà interessante sentire il doveroso contributo dei sindacati. Proviamo a offrire un nostro parere.

– L’entrata scaglionata è socialmente rischiosa. Se nella grandi e medie città con autobus ad ogni mezz’ora è possibile raggiungere la scuola durante la giornata, per i piccoli centri e paesi è arduo avere più mezzi e personale nelle dieci settimane che ci separano dalla rentrée. Ma soprattutto i ragazzi abituati a uscire presto al mattino, insieme ai compagni, al/la fidanzatino/na, vagoleranno per la città, dalle 8.00 alle 10.00.
– La frammentazione delle classi in sottogruppi, teoricamente affascinante, porta seco questione di spazi e di personale docente poiché si moltiplicherebbero appunto i gruppo- classe. Altro personale docente?
– La neo-classe ri-accorpata per fasce diverse di età e per differenti materie, che esiste solo nelle teste di teorici accademici mai entrati in una scuola dopo il proprio diploma,  forse può funzionare per alcune classi della  primaria e per un periodo limitato;  ma appare  inapplicabile per la secondaria primaria e secondaria.
– L’ora portata a 45 minuti con il doppio turno non risolve il problema per gli Istituti con molte classi poiché porterebbe la cattedra a 27 ore da 45 minuti (chi scrive ha già effettuato un proiezione sul campo) al posto della classica cattedra di 18 ore a 60 minuti orari. Sorgerebbero problemi di stress per il docente e un eccessivo peso lavorativo.
– L’uso di giardini, spazi aperti, cinema, centri culturali, biblioteche, idea dal retrogusto tra “figli dei fiori”, appare complicato nella fase operativa. Giardino e spazi aperti. Se il meteo non lo permette, facciamo come in I quattorcento colpi (1959) di François  Truffaut? Al cinema con il tablet sulle gambe, per quanto si può resistere? Senza il banco si profila dura. Avremo, inoltre, il wifi in sala? E il cambio dell’ora al cinema, come lo si organizza? E la ricreazione tra i velluti rossi? Come ci si arriva? Chi paga? Diverso se si va al cinema per vedere un film con conseguente lettura testuale degli esperti e dei destinatari. Ma può accadere una volta al mese, al massimo.
– Evitare il ritorno a scuola di sabato. La vita delle famiglie subirebbe un’alterazione delle abitudini e del tempo libero ormai codificato da anni. Inoltre spalmare l’orario settimanale su 6 giorni significa ripensare il giorno libero degli insegnanti durante i diversi giorni lavorativi con serie complicazioni di incastri ed equilibri già stabilizzatisi da anni.

UNA PROPOSTA REALISTICA: LA DIDATTICA ALTERNATA

La didattica “a senso alternato”, parte della classe in presenza e parte da casa, in Dad, a giorni alterni, è la proposta più realizzabile, tra tutte quelle sentite in queste ore. L’avevo già proposto su Formiche.net il 7 giugno 2020. Tale soluzione è condivisa  da diversi presidi (come il d.s. Domenico Guglielmo del liceo Berchet di Milano) appare la più obiettiva e sicura. La metà della classe in presenza, essendo in media tra i dieci e i quattordici allievi, con al massimo due docenti (materia e sostegno) potrebbe garantire il rispetto del metro con mascherina. L’orario del docente e dell’intero Istituto non subirebbe varianti altrimenti inaffrontabili per l’organizzazione generale dell’orario di lavoro, come detto sopra. Si eviterebbe lo stress micidiale dei doppi turni  e il deambulare dei ragazzi intorno alla scuola, o per la città, sino alle 10.00,  in attesa del secondo turno. Ben vengano altre idee e varianti.



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