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Big tech contro la disinformazione cinese. Ecco la strategia Ue

“Da Russia e Cina attacco sistemico a colpi di disinformazione, l’Italia è nel mirino”. È il titolo dell’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera da Věra Jourová, vicepresidente della Commissione europea con delega alle politiche sui valori e sulla trasparenza, è impegnata nella battaglia contro la disinformazione online, che “minaccia la democrazia”. Un colloquio che ha anticipato i temi della conferenza stampa che Jourová ha tenuto oggi con l’Alto rappresentante dell’Unione europea Josep Borrell per presentare la nuova strategia europea contro la disinformazione che prevede sforzi per contrastare gli attori stranieri intensificando la strategia comunicativa e diplomatica e fornendo maggiore sostegno ai media liberi e indipendenti, ai fact-checker e ai ricercatori.

Mentre i 27 continuano a discutere sulla postura da tenere quando ci si confronta con Pechino, per rispondere alla “massiccia ondata di disinformazione” da Cina e Russia la Commissione europea ha chiesto una mano ai colossi della tecnologia. La commissaria Jourová ha annunciato che l’app video TikTok, di proprietà della società cinese ByteDance e al centro delle preoccupazioni statunitensi e pure del Copasir per la gestione dei dati degli utenti, si unirà al codice di condotta volontario del blocco per combattere le fake news sulla sua piattaforma. Tra gli altri firmatari, Facebook, Google, Twitter e Mozilla. La Commissione ha spiegato che le piattaforme online forniranno rapporti mensili con dettagli sulle loro azioni per promuovere i contenuti definiti autorevoli e limitare la disinformazione sul coronavirus.

Nel documento si legge che “la motivazione che sta dietro” la disinformazione “può variare dal guadagno economico (truffe online) causando danni alla cittadinanza a scopi politici”. E ancora: “Attori stranieri e alcuni Paesi terzi, in particolare Russia e Cina, si sono impegnati in operazioni di influenza mirata e campagne di disinformazione nell’Unione europea, nel suo vicinato e nel mondo”.

Il coronavirus “ha ben evidenziato come la disinformazione non solo danneggi la salute delle nostre democrazie, ma anche quella dei nostri cittadini”, ha spiegato la commissaria Jourová. “Può avere un impatto negativo sull’economia e compromettere la risposta delle autorità pubbliche e quindi indebolire le misure sanitarie”, ha aggiunto in conferenza stampa aggiungendo che, alla luce di uno studio che mostra che la volontà dei tedeschi di vaccinarsi è diminuita di 20 punti percentuali in due mesi, il prossimo fronte delle fake news saranno i vaccini.

A dimostrazione dell’urgenza del tema, sulla nuova strategia ha messo il cappello l’intero esecutivo comunitario. “Il coronavirus è arrivato con un’enorme ondata di informazioni false o fuorvianti, inclusi tentativi di attori stranieri di influenzare i cittadini e la discussione dell’Unione europea”, ha twittato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. “Oggi la Commissione esamina i passi per combattere la disinformazione e propone azioni concrete”. La stessa von der Leyen questa mattina, poche ore prima della pubblicazione del documento, pubblicava questo video per sostenere le nuove contromisure denunciando che le fake news “possono costare vite”.

In un contestato report del Servizio europeo dell’azione esterna sulle narrative e sulla disinformazione sulla pandemia di coronavirus Covid-19 pubblicato ad aprile, si parlava di “attività intenzionali e coordinate, spesso compiute da Stati o da attori sostenuti da Stati”, di “campagne coordinate in tutti gli Stati membri dell’Unione europea e nelle regioni limitrofe” per promuovere “informazioni false sulla salute e disinformazione sull’Unione europea e sui suoi partner, anche da parte di media stranieri e canali social media controllati da attori statuali”. Con rischi non soltanto per la libera d’informazione ma anche per la salute e la sicurezza pubbliche.

Come avevamo sottolineato su Formiche.net, gli obiettivi della disinformazione di media di Stato russi e outlet pro Cremlino sono due: da una parte “minare l’Unione europea e la sua risposta alle crisi”, dall’altra “seminare confusione sulle origini e sulle implicazioni del coronavirus”. Invece, la propaganda cinese punta a “deviare qualsiasi colpa per l’esplosione della pandemia” e sottolineare la campagna di aiuti bilaterale. Anche attraverso l’uso di bot, come abbiamo raccontato su Formiche.net con un articolo ripreso anche dal report odierno.

“Sono fermamente convinta che un’Unione europea geopoliticamente forte possa concretizzarsi solo se siamo assertivi”, ha detto la commissaria Jourová alludendo all’obiettivo della presidente von der Leyen di far guadagnare al blocco dei 27 maggiore influenza sulla scena mondiale. E il documento di oggi segna una svolta importante in questo senso. Infatti, se i rapporti precedenti descrivevano semplicemente le dinamiche di disinformazione cinesi e russe, dopo le pressioni del Parlamento europeo sul discusso report di aprile la Commissione europea ha deciso di mettere in piedi una strategia per contrastarle.

Rimane però un punto interrogativo: il coinvolgimento delle big tech statunitensi avrà ripercussioni sul dibattito europeo sulla digital tax?


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