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Ecco la storia dietro al (non) successore di Baghdadi (non) arrestato dall’Iraq

Le forze di sicurezza irachene hanno fatto sapere mercoledì di aver arrestato Abdul Nasser al Qardash, un leader dello Stato islamico un tempo molto attivo in Siria che da alcuni media è stato indicato erroneamente addirittura come il successore di Abu Bakr al Baghdadi – l’ex Califfo che s’è martirizzato davanti a una squadra della Delta Force americana che lo aveva individuato nel nordovest siriano e lo stava per catturare.

Il problema con Qardash è che sebbene sia stato data molta enfasi alla notizia, ci sono svariati livelli di incertezza dietro a quanto accaduto. Innanzitutto, sull’operazione: quel notabile dell’Is sarebbe stato arrestato già lo scorso anno dalle Forze democratiche siriane – la coalizione curdo-araba creata dagli Stati Uniti per combattere i jihadisti al nord della Siria. Ieri, ma più probabilmente nei giorni scorsi, sarebbe stato soltanto riconsegnato alle forze irachene.

Qardash, anche per questo, non sarebbe il “nuovo capo dell’Is” e il successore del Califfo – lo avrebbero arrestato diversi mesi prima della morte di Baghdadi. Secondo le informazioni più solide, infatti, l’organizzazione – che ha creato la prima forma di terrorismo statuale della storia negli anni passati e ha compiuto svariati attentati anche in Occidente – è guidata da un’altra persona. Secondo quanto pubblicato a gennaio dal Guardian alla guida ci sarebbe un turcomanno di nazionalità irachena (nato a Tal Afar) che risponde al nome di Amir Mohammed Abdul Rahman al Mawli al Salbi.

Il giornale inglese aveva portato avanti un’inchiesta giornalistica per diverso tempo, e poi raggiunto la conclusione, tramite informazioni da due diverse agenzie di intelligence, che dall’ottobre dello scorso anno il successore del Califfo potesse essere al Salbi, uno dei leader storici, fondatore e ideologo, noto con il nom de guerre Abu Ibrahim al-Hashimi al-Quraishi, anche semplificato come Abdullah Qardash.

Da qui l’errore su quanto accaduto ieri? Forse, ma non solo.

Al Arabiya e Sky News Arabia, che sono stati i primi media a dare la notizia dell’arresto di Qardash – ma probabilmente a questo punto faremmo meglio a dire “riconsegna” – hanno parlato di lui come “candidato” alla successione, ma non come il nuovo leader. C’è poi da considerare che l’intelligence irachena è nota per ingigantire le proprie operazioni, e le proprie capacità, come attività di propaganda interna (sia nei riguardi della popolazione sia per darsi un ruolo prominente nel sistema del potere di Baghdad).

È così che Abdul Nasser al Qardash è diventato sui media il successore operativo del Califfo: gli iracheni ci tenevano a sottolineare di averlo messo sotto chiave – anche se erano stati i curdi siriani a catturarlo svariato tempo fa – e i media locali hanno seguito lo spin, anche se forse il trasferimento tra carceri è avvenuto più o meno un paio di settimane fa.

 

 (Foto: Iraqi Gov.)

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