La portavoce del governo francese ha annunciato che è stato instradato un progetto di legge con cui Parigi intende decretare “la fine” del Franco CFA — acronimo di Comunità Finanziaria Africana, antico retaggio delle colonie francesi d’Africa. Il documento è stato adottato oggi in consiglio dei ministri a Parigi.
Si tratta di un passaggio “molto atteso” dai Paesi membri della comunità monetaria dell’Africa occidentale, sottolinea la portavoce dando peso narrativo alla vicenda.
Tecnicamente la decisione apre la strada alla trasformazione del franco CFA in Eco, nuova valuta che come il Franco CFA manterrà la parità fissa con l’Euro come anche la fine della centralizzazione delle riserve di cambio degli Stati dell’Africa occidentale presso il Tesoro di Parigi — spiega l’Ansa.
La valuta francese ha due versioni. Il franco CFA dell’Africa occidentale è utilizzato dagli otto Paesi che compongono l’Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale e il franco CFA dell’Africa centrale è utilizzato da sei nazioni. Tutti questi, ad eccezione della Guinea-Bissau e della Guinea Equatoriale, sono ex colonie della Francia.
Gli stati devono mantenere la metà delle loro riserve in Francia, su cui il ministero del Tesoro francese paga un tasso di interesse dello 0,75%.
Spiega Bloomberg che a dicembre dello scorso anno, il presidente francese, Emmanuel Macron, aveva raggiunto un accordo con i rappresentanti di quegli Stati africani. Accordo che include l’obbligo di mantenere metà delle riserve nell’ex potenza coloniale. Le riserve di valuta estera per il blocco centrale sono state di 5,3 trilioni di franchi CFA (8,8 miliardi dollari) il 10 maggio, rappresentando quasi cinque mesi di importazioni, secondo quanto dichiarato dalla Bank of Central Africa States.
L’epidemia di coronavirus ha limitato gli afflussi di valuta forte ai blocchi monetari dell’ex colonie francesi che stanno lottando con il crollo dei prezzi del petrolio, la riduzione degli scambi e la fuga degli investitori verso rifugi più sicuri.
La moneta è un elemento di indubbio collegamento tra la Francia e l’Africa, soprattutto in aree in cui la presenza francese è ancora forte, e fa da centro della proiezione internazionale dell’Eliseo; snodi geopolitici che servono da vettori con cui Parigi guarda all’approfondimento oltre il Nordafrica/Sahel delle sue dinamiche nel continente del futuro.
Si ricorderà che lo scorso anno, durante la crisi politica tra Roma e Parigi, la moneta fu tra i motivi di polemica tra i due Paesi. In particolare, per i rilievi mossi nei confronti del Franco Cfa da Luigi Di Maio e dal Movimento 5 Stelle.