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Silvia Romano liberata in Somalia. L’Italia ringrazia l’intelligence

Silvia Romano è stata liberata. La cooperante rapita nel novembre 2018 a 80 chilometri da Nairobi in Kenya è ora al sicuro a Mogadiscio, capitale della Somalia, grazie all’attività dell’Aise, guidata per ancora pochi giorni dal generale Luciano Carta che dunque lascia con un grande successo prima di assumere la presidenza di Leonardo. In parallelo, per l’attività di polizia giudiziaria è stato fondamentale il lavoro del Ros dei Carabinieri, in particolare del reparto antiterrorismo guidato dal colonnello Marco Rosi. L’attività dei Servizi non è mai cessata nell’ultimo anno e mezzo. La divisione operazioni dell’Agenzia per la sicurezza esterna ha tenuto le fila delicate di una vicenda che si è ingarbugliata quando si è avuta la certezza che la giovane, che collaborava con la onlus marchigiana “Africa Milele” che si occupa prevalentemente di infanzia abbandonata, era stata venduta dalla banda di rapitori ai terroristi somali di al Shabaab.

La notizia ufficiale è stata data su Twitter dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Silvia Romano è stata liberata! Ringrazio le donne e gli uomini dei servizi di intelligence esterna. Silvia, ti aspettiamo in Italia!”. In serata il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito la liberazione “motivo di grande gioia per tutti gli italiani. Invio un saluto di affettuosa solidarietà a Silvia e ai suoi familiari, che hanno patito tanti mesi di attesa angosciosa. Desidero esprimere riconoscenza e congratulazioni agli uomini dello Stato che si sono costantemente impegnati, con determinazione e pazienza, tra tante difficoltà, per la sua liberazione. Bentornata, Silvia!”.

Commenti sono arrivati dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, da quello della Difesa, Lorenzo Guerini, e da numerosi esponenti politici di tutti gli schieramenti, da Matteo Salvini a Nicola Zingaretti. “Sono stata forte e ho resistito, sto bene e non vedo l’ora di ritornare in Italia”, sono le prime parole della ragazza, riferite all’Ansa da chi è con lei nella capitale somala. Silvia Romano sarà in Italia domani alle 14. Il presidente del Copasir, Raffaele Volpi, ha detto che è “provata ovviamente dallo stato di prigionia, ma sta bene. I complimenti vanno al generale Carta, agli uomini e donne dell’Aise che con il loro incessante lavoro, mai alla luce della ribalta, hanno permesso questo importantissimo risultato. Grazie ragazzi e ben tornata a casa Silvia”.

Silvia Romano era stata rapita il 20 novembre 2018 nel villaggio di Chacama, a circa 80 chilometri da Nairobi. Fu prelevata da uomini armati di fucili e machete e si era pensato a un rapimento di criminali comuni a scopo di estorsione, con il timore però che la ragazza venisse venduta oltre confine, in Somalia, ai jihadisti di al-Shabaab. Nei primi mesi dopo il sequestro si erano avute notizie sulla collaborazione tra gli investigatori italiani, coordinati dalla procura di Roma, e quelli kenyoti finché tre dei responsabili del blitz erano stati arrestati e si ebbe la certezza che subito dopo il sequestro la Romano era stata effettivamente trasferita a un gruppo legato ad al-Shabaab che aveva fornito denaro e mezzi ai rapitori. Da oltre sei mesi non si erano avute più notizie perché la riservatezza è fondamentale nei sequestri di persona.

La liberazione è avvenuta a 30 chilometri da Mogadiscio e la notizia è stata data dagli uomini dell’Aise sul terreno solo quando la ragazza è stata materialmente al sicuro. La trattativa si sarebbe sbloccata nelle ultime settimane e risolta con il pagamento di un riscatto, sul quale ci saranno solo smentite.

 

 

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