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Meno decreti e più tamponi: la fase 2 in Italia e il caos

Meno Dpcm e più tamponi. Mentre Fitch declassa l’Italia a BBB-, il paese si affaccia alla fase 2 della riapertura con tanti dubbi e molto caos.

L’ultima decisione del governo ha scontentato tutti: si possono andare a trovare i familiari a casa, chiamati congiunti ma senza chiarire entro quale parentela, ma non si può andare a Messa con i Vescovi che protestano contro Giuseppe Conte. Si può partecipare ai funerali ma solo in 15 senza chiarire chi farà rispettare questo numero, ma si possono portare i bimbi al parco e senza affollarlo. Si può riaprire un’impresa in Lombardia dove l’emergenza non cessa, ma non un bar a Matera dove i contagi sono da giorni a zero.

Si deve uscire con l’obbligo delle mascherine ma fino a ieri costavano 4 euro ciascuna, mentre il governo oggi annuncia che vigilerà sui costi bassi a 90 centesimi, e molte di quelle arrivate dalla Cina non sono a norma.

Si può andare di nuovo a fare jogging in strada o allenarsi per sport individuali ma dei 400 miliardi alle imprese non c’è traccia. Si può circolare nella stessa Regione con l’ennesima autocertificazione burocratica, ma poi il governo arruola 450 esperti e non dice una parola sui test sierologici e sulla nuovissima App che dovrebbe tracciare malati.

L’ultima task force è stata istituita sulle fake news: ma se un giornalista scrive una bugia c’è già la legge sulla stampa che prevede il diritto alla replica, smentita o rettifica. E se offende qualcuno, già interviene la diffamazione contemplata dal codice penale. Insomma, è il caos, con i partiti della maggioranza che ragionano ormai ad alta voce sul dopo Conte.

La fase della ricostruzione va progettata già oggi, per via di una recessione impressionante che si abbatterà sull’Italia: il Pil è dato in caduta libera a -8% con un deficit a +10,4%, che significano almeno un debito al 155%. Locali, bar e ristoranti perderanno almeno mezzo milione di posti di lavoro mentre il 20% delle piccole e medie imprese non riaprirà. Numeri drammatici.

Saranno sufficienti il decreto aprile da 55 miliardi, lo stop alle clausole Iva e il Mes (Esm) per la sanità?

Abbiamo dinanzi a noi uno scenario molto difficile, dovremo mettere a disposizione della ripresa tutto il potenziale economico di cui siamo in grado di farci carico: sia attraverso un indebitamento interno, sia con gli strumenti messi a disposizione dall’Europa, è la tesi del Pd. Occorre la consapevolezza che tutti i mezzi che utilizzeremo saranno a debito e non ci verranno regalati. Questo governo sarà in grado di mettere tutti d’accordo?

Stando a come Conte ha gestito il rapporto con Lombardia, Veneto e Piemonte no: le Regioni vorrebbero aprire in date diverse, aumentando il conflitto con il governo di Roma. L’Italia rischia lo sfilacciamento decisionale, oltre che politico e sociale con le mafie pronte a tuffarsi sulle imprese in difficoltà che potrebbero non riuscire a riaprire il 4 maggio.

La mossa di Silvio Berlusconi, che accettando il Mes da 37 miliardi ha abbandonato le posizioni anti Ue di Matteo Salvini, è la spia di un possibile appoggio ad un nuovo governo di emergenza nazionale, guidato da una personalità di alto livello.

E’di tutta evidenza che il Pd ha spinto più di altri per lockdown e per le misure europee con le sponde del commissario Ue all’economia Paolo Gentiloni, del presidente del Parlamento Ue David Sassoli e del ministro dell’economia Roberto Gualtieri: è il vero vincitore nella maggioranza contro il M5s? Lo rivendicherà nella fase 2 oltre Conte?

Intanto solo lunedi Conte ha visitato Milano, a due mesi dallo scoppio dell’emergenza, mentre nelle stesse ore i Servizi Segreti italiani alzano le antenne circa le mire cinesi sulla App per la pandemia e sulla Borsa Italiana.

Pubblicato sul magazine Zougla.gr del 29/04/2020


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