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Competenze e guardia alta per la Fase 2. L’esperienza del Policlinico Federico II

Di Francesco Béguinot

L’ epidemia di Sars-CoV-2 è stata certamente una delle più gravi emergenze che ha colpito il nostro, come molti altri Paesi, dal dopoguerra ad oggi. L’ angoscia causata dalla rapidità degli eventi che la hanno accompagnata, angoscia sostenuta ed aumentata dagli effetti in ogni ambito della vita civile, culturale e spirituale non ha avuto pari in altri momenti.

Eppure – come sempre – anche nel buio di queste tenebre, la competenza umana e professionale ha acceso un faro che indica, con certezza, la direzione da prendere. Ed è la lezione che nasce dal lavoro del Dipartimento di Medicina Interna, Immunologia Clinica, Patologia Clinica e Malattie Infettive del Policlinico Federico II di Napoli (Dipartimento). Nel momento dell’emergenza, la comunità di questo Dipartimento ha saputo serrare i ranghi con straordinaria rapidità per far fronte alle difficoltà create, oltre che dal diffondersi della malattia, anche dallo sconforto ingenerato dalla dimensione delle forze avverse, apparentemente preponderanti.

Il Dipartimento ha messo a sistema le proprie risorse interne per contribuire concretamente e in armonia con le migliori realtà già disponibili sia nell’ ambito del Policlinico Federico II che sul territorio napoletano, al contrasto dell’ epidemia, anche fornendo indicazioni sulle strategie da adottare. Ha saputo chiedere e recepire il sostegno che gli è venuto da Comunità più grandi fra cui l’ Ateneo Federico II, nonché la Scuola di Medicina e l’ insieme dei Dipartimenti Didattico-Scientifici di cui quest’ ultima è composta.

Un lavoro di squadra che ha coagulato i Colleghi dell’ Area delle Malattie Infettive per consentire l’ apertura di un reparto dedicato al Covid dell’ adulto e di un percorso speciale ed aggiuntivo per le donne gravide, com’è stato già, in più occasioni, annunciato dal Direttore Generale dell’ Azienda Policlinico.

Questi reparti hanno potuto giovarsi, come necessario in strutture di questo tipo, del know how specifico e del sostegno fattivo dei Rianimatori del Policlinico Federico II. Il tutto al di là delle attività di consulenza infettivologica diurna e notturna ed al resto dell’ ordinaria e non procrastinabile operatività che è propria di un reparto di Malattie Infettive in un Policlinico che lavora senza dimenticare tutti gli ammalati che soffrono anche per patologie diverse dalla Sars-CoV-2. Da questa lezione nasce il convincimento che, per la Fase 2, a Napoli come nel Paese, occorre dare significato preciso a termini come competenza, capacità, coraggio e rete.

Poco lontano dai reparti Covid, la virologia del Dipartimento a Napoli ha concentrato i propri sforzi sulla ricerca del virus nei tamponi essendo questa l’ informazione indispensabile per stabilirne la presenza nell’ organismo ed eseguire diagnosi. Ha creato i necessari ambulatori in collaborazione con la Sezione delle Malattie Infettive del Dipartimento stesso, con il Dipartimento di Sanità Pubblica, con il Dipartimento Testa-Collo e la sua componente Otorinolaringoiatrica e con la Direzione Sanitaria dell’ Azienda Policlinico.

Nei laboratori della virologia è stato stabilito un sistema multipiattaforma per incrementare il numero dei tamponi analizzabili ogni giorno, unitamente alle complementari analisi sierologiche, e per evitare gli arresti delle analisi diagnostiche causati dalla mancanza dei necessari reagenti, comune in questi momenti. In collaborazione con l’ Area Immunologica del Dipartimento, la Virologia è intervenuta anche in altri ambiti importanti per la terapia del paziente con Sars-Cov-2, come, ad esempio, quelli finalizzati al dosaggio della IL-6, la molecola infiammatoria il cui dosaggio può aiutare a individuare i pazienti che avranno una evoluzione più grave ed ad intervenire più precocemente, salvando delle vite.

L’area della virologia si è, ancora, impegnata per attivare metodologie idonee alla rilevazione dell’Immunoglobuline Covid-19 in tempi ben più ristretti rispetto a quanto è stato possibile fare sin ora e su scale appropriate all’ accresciuta domanda, fornendo anche indicazioni precise sulla corretta interpretazione dei relativi test sierologici.

In questo contesto la rete è stata allargata al Dipartimento di Medicina di Laboratorio e Trasfusionale nonché al centro ricerche del Ceinge, si è avvalsa delle indicazioni di rianimatori, oncologi, pediatri, ginecologi, chirurghi e di diverse strutture di eccellenza presenti sul territorio.

La lezione appresa sul campo a Napoli registra che l’attivazione di molteplici competenze, mediche, di ricerca, di personale infermieristico, può rappresentare una strada da percorre anche per i prossimi mesi. In particolare nel Mezzogiorno non saranno facili, il rischio contagio è dietro l’angolo. La luce della conoscenza, l’abdicazione ad ogni personalismo, il lavoro di squadra, potranno far intravedere la luce nelle tenebre create dall’epidemia di Sars-CoV-2.

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