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Il confronto Usa-Cina passa anche dallo stretto di Taiwan

Taiwan resta, anche durante la crisi internazionale prodotta dal coronavirus, uno spazio di confronto tra Stati Uniti e Cina. Anzi. Mentre s’è creata una forma di cooperazione – dalla Repubblica popolare sono partiti aiuti verso New York, l’area americana più colpita da Sars-CoV2 – l’ingaggio tra potenze resta in piedi. E c’è da presupporre che poco cambierà in questo confronto se a novembre Donald Trump dovesse lasciare lo Studio Ovale al democratico Joe Biden.

Nei giorni scorsi aerei militari americani sono tornati a solcare i cieli dello stretto che divide la Repubblica di Cina dal mainland cinese, dopo che anche caccia del Ccp avevano seguito traiettorie simili. È un classico: operazioni — anche semplici passaggi di mezzi militari, che siano aerei o navi — sono alla pari di azioni politiche. Servono come messaggio di presenza e deterrenza. Gli americani confermano costantemente la vicinanza a un paese che l’amministrazione Trump considera da sempre cruciale nel quadro della competizione globale con Pechino.

Per la Cina della “New Era” che il segretario del Partito, il capo dello stato Xi Jinping, ha impresso nella costituzione, la riannessione di quella che viene considerata una provincia ribelle è invece cruciale. Xi vuole essere colui che ha sistemato la questione storica, sia per ambizione ed eredità, sia per ragioni strategiche. Pechino non può essere una potenza globale se ha al suo interno dossier politici (e soci-culturali) irrisolti — le Cine, Taiwan come Hong Kong, come la dominazione del Mar Cinese.

Lo scontro su Taiwan, con Pechino e Usa protagonisti, passa anche per l’Organizzazione mondiale della sanità, accusata da mesi di non dialogare con l’isola come entità a sé stante. L’Oms non passa informazioni direttamente a Taipei, ma i dati sul contagio — aspetto fondamentale per contenere l’epidemia — vengono inviati soltanto a Pechino. Ossia — secondo la linea cinese — si è ignorata l’amministrazione indipendente taiwanese. Il paradosso geopolitico è fotografo nel video virale in cui una giornalista di Hong Kong fa una domanda su Taiwan a Bruce Aylward, un dirigente senior dell’Oms, e lui — collegato via Skype — fa finta di non capire, e poi visibilmente imbarazzato chiede di cambiare domanda.

All’interno dell’Oms il peso della Cina è grosso, come d’altronde all’interno di altre agenzie Onu — dove Pechino ha investito molto sulla presenza (e sui finanziamenti), mentre i paesi più occidentali hanno invece allentato, per primi gli Stati Uniti anti-globalisti trumpiani. Taipei tuttavia ha dimostrato capacità di risposta alla crisi da modello. Tale è diventata Taiwan nelle best practice per contrastare Sars-Cov2.

Nonostante la contiguità territoriale con la Cina e le forti connessioni internazionali, Taiwan ha avuto pochissimi casi e un numero di vittime limitatissimo. Ma questo non è bastato per far ricevere al Paese considerazione in sistemi multilaterali come l’Oms in cui la Cina cerca di veicolare le dinamiche secondo il proprio interesse politico. La presidente taiwanese, Tai Ing-wen, giovedì ha invitato il capo dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus a visitare Taiwan e apprendere dalla gestione locale dell’epidemia, sfidandolo a “resistere alle pressioni della Cina”.

“Taiwan è leader nella prevenzione della diffusione di Covid-19. Gli Stati Uniti e Taiwan sperano di condividere il Taiwan model con Paesi di tutto il mondo. Taiwan ha un ruolo da svolgere nella salute globale e dovrebbe essere un osservatore dell’Organizzazione mondiale della sanità”, ha dichiarato giorni fa l’East Asia and Pacific Bureau del dipartimento di Stato americano attraverso l’account Twitter ufficiale.

Un modello per le metodologie di contenimento che gli sta fornendo un ulteriore vantaggio strategico — e l’attenzione americana è una necessità in questa fase di crisi profonda negli Usa, che si somma al pre-esistente quadro anti-Cina. Vantaggio che Taiwan gioca anche sul piano del soft power, anche in questo caso in competizione con la Cina: a inizio aprile, dieci milioni di mascherine sono state donate dal Paese all’Ue (anche all’Italia) e agli Usa.

(Foto: Twitter, @MOFA_Taiwan)


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