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Così la mafia approfitta dell’emergenza virus. L’allarme di Gabrielli

In Italia il rischio maggiore derivante dalla pandemia è che la criminalità organizzata proponga una sorta di welfare per aiutare le famiglie in difficoltà insieme con prestiti usurai mentre, su un altro fronte, i gruppi anarchici potrebbero incitare alla ribellione. Nel mondo, invece, il rischio va dai suprematisti bianchi, che negli Stati Uniti potrebbero cercare di infettare le minoranze etniche e le forze di polizia, al terrorismo islamico che potrebbe incentivare la radicalizzazione sul web grazie alla maggiore presenza delle persone in casa. In un lungo intervento pubblicato da una rivista dell’Interpol e diffuso ai 194 Paesi aderenti, il capo della Polizia, Franco Gabrielli, disegna lo scenario creato dal diffondersi del coronavirus sul fronte della sicurezza.

LA STRATEGIA ITALIANA 

Gabrielli, anche in qualità di direttore generale della Pubblica sicurezza, riassume in quattro punti l’attività di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia penitenziaria in questa fase: massima attenzione ai settori economici essenziali che non hanno mai smesso di funzionare, proiezioni su quanto faranno le mafie, monitoraggio delle infrastrutture critiche e analisi predittive per pianificare il dopo emergenza. In sostanza, la raccolta di dati e la pianificazione; la protezione delle forze dell’ordine e l’informazione ai cittadini; la condivisione con le forze di polizia straniere delle nuove modalità operative, il tutto secondo il modello di intervento proposto dall’Interpol.

IL WELFARE MAFIOSO

Si parla già del pericolo di doping finanziario e di un welfare che la mafia potrebbe assicurare a chi sarà in difficoltà economiche. Non è una novità che la criminalità organizzata da tempo abbia investito in settori di prima necessità, dalla filiera agroalimentare al trasporto su gomma, dai servizi funebri alle imprese di pulizia e di smaltimento di rifiuti. Tutti settori attivi anche in questa fase del coronavirus: il pericolo vero, secondo il prefetto Gabrielli, è che dopo la fine dell’emergenza “la minaccia mafiosa potrebbe esplodere con una forza inedita” e le forze di polizia si stanno attrezzando per difendere il mondo economico. Le aziende grandi e piccole in difficoltà potrebbero essere costrette ad accettare la liquidità che non manca alla mafia che così riuscirebbe a infiltrarsi in settori nuovi anche attraverso prestiti usurai… Il rischio riguarda anche singoli e famiglie, i precari o gli stagionali che potrebbero diventare manovalanza. Gabrielli ricorda in particolare la pericolosità a livello mondiale della ‘ndrangheta.

I SUPREMATISTI BIANCHI 

Gli episodi di aggressione e di intolleranza sono maggiori all’estero che in Italia. Un’agenzia federale statunitense ha diffuso un report in base al quale gruppi di suprematisti bianchi starebbero pianificando l’uso del coronavirus come arma biologica infettando con saliva, spray e oggetti contaminati le forze di polizia e le minoranze etniche, soprattutto nei quartieri non bianchi. L’obiettivo sarebbe causare una guerra razziale e una conseguente destabilizzazione della società multiculturale americana.

In Europa ci sono stati diversi casi di aggressione con colpi di tosse o sputi a danno di cittadini, operatori sanitari e di polizia. Il capo della Criminalpol, prefetto Vittorio Rizzi, ricorda che dalla fine di gennaio sono stati registrati in Italia circa 30 casi secondo quanto risulta all’Oscad, l’Osservatorio contro gli atti discriminatori che lo stesso Rizzi presiede: aggressioni, commenti social, rifiuto di servire nei locali pubblici persone di determinate etnie che invece, in altri casi, hanno donato materiale sanitario anche alle forze di polizia.

CALANO I REATI, MA RISCHIO TERRORISMO 

Tutti a casa e i reati crollano: da un generale 64,2% in meno in soli 22 giorni di marzo a un 46% in meno dei reati legati alla droga. Sono calati del 43,6% i maltrattamenti in famiglia anche se la convivenza potrebbe rendere più difficile la richiesta di aiuto e per questo è cresciuta l’attenzione in presenza di un minimo segnale. L’emergenza coronavirus ha però un’altra faccia della medaglia: in Italia è cresciuto il monitoraggio dei gruppi anarchici che potrebbero cavalcare il disagio sociale e invitare, anche attraverso i social network, a compiere gesti di rivolta. A livello internazionale, invece, l’Interpol invita le polizie di tutti gli Stati a fare attenzione al proselitismo sul web che il terrorismo islamico potrebbe intensificare approfittando della maggiore presenza delle persone in casa. Ma nel caso dell’Italia non c’era bisogno del sollecito.

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