Per la prima volta dal 1992 ad oggi nasce un partito non mono-culturale, ma frutto del dialogo tra le culture cattolico-democratica che gravitava nel centrosinistra, liberal-democratica che era nel centrodestra e quella solidaristica che rifuggiva dagli schemi.
L’obiettivo dice a Formiche.net l’ex senatore dell’Udc, Ivo Tarolli, (uno dei tre bracci operativi di Insieme, con il piemontese Alessandro Risso e Giancarlo Infante, vicino a mons. Simoni) è far convergere queste tre culture, un’operazione che mette insieme non solo persone ma esperienze politiche diverse per superare finalmente la diaspora della Dc.
Perché un nuovo centro?
L’Occidente vive un macro corto circuito alla voce libertà, che è un esercizio di responsabilità e non solo fare ciò che ci piace. Il super ego non può essere fagocitato dal pensare solo a se stessi, ma va declinato nel capire le esigenze dell’altro. Cosa c’entra questo con i partiti? Serve una nuova proposta politica che, riconoscendo la gravità della situazione ma anche le prospettive che si stanno aprendo grazie alle nuove misure europee, sappia mettere al centro i veri problemi del Paese.
Il bipolarismo muscolare ha fallito? Per questa ragione occorre il centro?
Il bipolarismo muscolare ha forse sanato le problematiche italiane, le sperequazioni sociali, il grado di partecipazione dei cittadini alla vita politica che rappresenta la linfa della democrazia? Vorrei citare la felicità declinata dal pensatore Antonio Genovesi, scrittore, filosofo, economista e sacerdote italiano, consulente dei regnanti partenopei quando Napoli era una delle città più importanti d’Europa. Ha scritto un trattato in cui sostiene che compito del Re è favorire la felicità dei propri sudditi, ovvero dare lavoro, sostentamento e quindi dignità alle persone.
Oggi gli italiani non sono felici?
No. Il tasso di disoccupazione è aumentato, l’indice di competitività delle imprese è diminuito, la capacità complessiva di crescita è sotto gli occhi di tutti. Si chiama declino.
Come il nuovo centro potrebbe invertire la tendenza?
Rinnovando la fiducia nelle comunità e riaccendendo la speranza nel futuro. Daremo risposte ai problemi del nostro Paese riunendoci in un’Assemblea che segni il primo passo per la nascita di un nuovo partito che nella Costituzione e nella dottrina sociale della Chiesa trovi i suoi assi portanti. Non dimentichiamo che quando non funziona la democrazia non funziona l’economia, né funzionano i costumi. Il nostro compito è interrompere questa spirale pericolosissima che, al momento, non vede ancora il fondo. Ci occorrono politiche strutturali e riforme che modifichino il trend della nostra economia. Per farlo adeguatamente, lo strumento principe credo sia rivedere la legge elettorale.
In Italia lo schema politico attuale presenta un versante di sinistre e uno di sovranisti: con chi dialogare e soprattutto su quali basi programmatiche?
Non a caso nel nuovo simbolo di Insieme c’è la bandiera europea: nasciamo europeisti. Punto di partenza, come ho detto, è il concetto di comunità e quello di Europa. Per cui l’euroscetticismo è di per sé una discriminante a priori. Non sgomitiamo, ma ci siamo preparati a questo appuntamento dopo anni di analisi e riflessioni.
Papa Francesco ha detto che siamo non in un’epoca in cambiamento ma dentro un cambiamento d’epoca. Come il nuovo soggetto centrista proverà a cambiare l’attuale schema?
Non siamo un punto geometrico, ma partiamo da un assunto: il centro è un modello di vita e di pensiero, ovvero quella cultura che consente di giungere ad un processo di alleanze tra diversi e per il bene collettivo. La chiave di volta per la realizzazione delle persone è l’uomo e non il materiale: su questo punto proveremo a toccare la sensibilità degli italiani. Per la prima volta dal 1992 ad oggi nasce un partito non mono-culturale, ma frutto del dialogo tra tre differenti culture: quella cattolico-democratica che gravitava nel centrosinistra, quella liberal-democratica che era nel centrodestra e quella solidaristica che rifuggiva dagli schemi pur svolgendo un ruolo fondamentale nella quotidiana lotta alle differenze e contro le prevaricazioni sociali. L’obiettivo di Insieme, quindi, è far convergere queste tre culture, un’operazione che metta insieme non solo persone ma esperienze politiche diverse, per superare finalmente la diaspora della Dc.
Presenterete un vostro candidato alle comunali di Roma, che dovrebbero essere il primo appuntamento elettorale del prossimo futuro?
Siamo ancora in una fase di strutturazione e al momento non lo abbiamo ancora valutato.
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