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Rottura? No, Movimento. Il duo Casaleggio-Di Maio secondo Agea (M5S)

Il Movimento Cinque Stelle litiga, si arrabbia, cresce, “ma questo non è un male”. Laura Agea, senatrice, sottosegretario agli Affari Europei, già capodelegazione dei pentastellati al Parlamento Ue, parla con calma serafica. Ma va di fretta, “fra poco devo stare a Palazzo Madama”.

Agea, non mi dica che anche lì manca il numero legale come alla Camera.

Ma no, alla Camera è mancato per una ragione oggettiva.

Sarebbe?

Ci sono deputati in quarantena fiduciaria, bisogna tarare il numero legale di conseguenza. Sono assenze non volontarie.

Non è che in Senato rischiate di finire sotto? Parlano di venti di scissione…

Nessuna scissione. Siamo una forza politica cresciuta tanto negli ultimi undici anni, fino al 32% nel 2018. Abbiamo formato un governo, interrotto per scelta di qualcun altro, ora siamo un pilastro di questo. E abbiamo portato a casa tante misure chiave: reddito di cittadinanza, spazza-corrotti, taglio degli sprechi e dei parlamentari, rimborsi ai risparmiatori truffati, riforma del cuneo fiscale.

Decreti sicurezza…

Ecco, su questi apro e chiudo una parentesi. Non sono stati aboliti, ma modificati sulla base dei rilievi del presidente Mattarella, confermati dalla Corte Costituzionale.

Insomma, il Conte 2 smantella il Conte 1.

Sinceramente non vedo smantellamenti, ma un governo che dà seguito a richieste specifiche del capo dello Stato, e inserisce nuovi elementi essenziali. Come la ‘norma Willy’, l’inasprimento penale per chi favorisce i detenuti al 41 bis e il commercio online di droghe.

Anche l’Ue si è mossa con il Migration Pact. È un inizio?

Sì, ma non finisce qui. Guai a buttare la palla in calcio d’angolo a Bruxelles. Dobbiamo evitare che la modifica del sistema di Dublino penalizzi di nuovo gli Stati di primo approdo come l’Italia. La Commissione Ue deve prendere l’iniziativa sui rimpatri obbligatori.

Torniamo al Movimento. Che succede con Casaleggio?

I toni si sono alzati troppo, eviterei di farne una tragedia. Il Movimento è nato raccogliendo sotto il suo ombrello le sensibilità più diverse. Siamo maturi abbastanza per fare una sintesi. Nelle sedi opportune, come gli Stati generali. Non sui blog o sui social. Sacrosanta la libertà di pensiero, lo sfogatoio un po’ meno.

Volete tagliare il cordone con Rousseau?

Io penso semplicemente che l’esigenza di trovare una ri-organizzazione del Movimento sia imprescindibile, oggi che siamo la prima forza di maggioranza del governo. Gestire la complessità non significa puntare a scissioni o divisioni di altro genere.

Agli Stati generali cambiate la leadership?

Spero ci sia un percorso opposto. Prima i temi, le idee, poi la struttura. Certo, meglio se si affrontano in maniera collegiale, tenendo conto di tutte le sfumature interne.

Di Maio torna il capo?

Non sono io a dover dire cosa deve fare Luigi. So solo che in questi mesi ha dimostrato rara lungimiranza e intelligenza politica. C’è sempre quando serve un consiglio, e ascolta tutti.

Dicono che stia facendo un pensiero al Ppe. Di recente ha incontrato uno dei leader della Cdu, Armin Laschet. Lei se lo immagina un Movimento con i popolari di Angela Merkel?

Dubito seriamente che ci siano possibilità. Da ex europarlamentare, so anche che al Parlamento Ue, se non appartieni a un gruppo, non incidi. Quando stavamo con Efdd ci hanno affibbiato lo stigma dei “sovranisti”, ma abbiamo inciso tantissimo. Io stessa ho scritto la prima risoluzione sul reddito di cittadinanza europeo, sottoscritta dai ¾ del Parlamento.

Quindi la porta è chiusa?

Non so di interlocuzioni con il Ppe. Credo però che la delegazione debba trovare una collocazione chiara all’Europarlamento. Un anno fa abbiamo provato a creare una nuova famiglia politica europea, e per poco non ci siamo riusciti.

Intanto è arrivato il nuovo Dpcm sul contagio. Ancora restrizioni e misure di prevenzione. Ma il Paese è allo stremo, e questa volta non ci sono rimborsi.

Stiamo lavorando per evitare in tutti i modi un nuovo lockdown, senza preoccupare le persone. Non arriverà un nuovo marzo. A patto che si rispettino le regole essenziali sulla prevenzione dei contagi.

Del Mes proprio non ne volete sapere?

No, perché ci sono altri strumenti. Come il Quantitative Easing della Bce, che si può usare per tutto il tempo che serve, senza condizioni, a differenza del Mes. Garantisce la liquidità che serve fino al maggio del 2021, quando avremo ottenuto il 10% di anticipo del Recovery Fund. Abbiamo le carte in regola per un rimbalzo del Pil il prossimo anno.



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