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Difesa, verso il mercato unico europeo

Il Consiglio dei ministri ha approvato una direttiva europea sullo scambio all´interno della comunità di prodotti e materiali per la Difesa.
“Il processo di integrazione europeo nel campo della difesa ha portato negli ultimi anni a un forte aumento dell´interscambio di materiali, sottosistemi e componenti militari, nonché dei programmi di collaborazione intergovernativa per lo sviluppo e la produzione di equipaggiamenti per la difesa – si legge nel comunicato di palazzo Chigi – Per far fronte a queste esigenza, l´Unione europea nel 2009 ha emanato una direttiva (2009/43/UE) con l´obiettivo di semplificare gli scambi intracomunitari dei prodotti destinati alla difesa e realizzare un´armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri, destinata a favorire la realizzazione del mercato unico in questo settore”.
 
“La direttiva introduce nuove figure di licenza per la vendita di armi o di parti di armi – spiega la nota del governo – In particolare le novità sono: 1) Autorizzazione generale di trasferimento, la cui funzione è di consentire ai fornitori di trasferire i materiali d´armamento indicati nella stessa autorizzazione a uno o più destinatari certificati stabiliti nel territorio di altro Stato membro;
2) Autorizzazione globale di trasferimento, concessa su richiesta del singolo fornitore, per una durata di tre anni salvo rinnovo, per il trasferimento di specifici materiali di armamento e categorie di componenti, per quantità e valore indeterminati, a uno o più destinatari certificati stabiliti nel territorio di altri Stati membri;
3) Autorizzazione individuale di trasferimento, residuale rispetto alle precedenti, autorizza il trasferimento di una specifica quantità di materiali d´armamento a uno specifico destinatario, in casi tassativamente indicati”.
“Il Consiglio dei Ministri, nel dare attuazione alla direttiva, su proposta del Ministro per gli affari europei del Ministro della difesa e del Ministro degli affari esteri, oltre ai vantaggi elencati introduce le opportune misure di garanzia atte ad evitare abusi (es. triangolazioni che, attraverso il ´passaggio´ per uno Stato membro, occultino la finale destinazione extracomunitaria della merce).


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